Gesù
in Maria Valtorta parla della Sua Chiesa futura
e
delle Sue future voci
Io devo dal Caos spirituale di tutto un mondo trarre
il Regno di Dio. E lo farò. Io ne costruirò le basi, le sto costruendo, e devo
spezzare la roccia durissima per tagliarvi dentro le fondamenta che non
crolleranno. Voi (apostoli) alzerete lentamente i muri. I vostri successori
continueranno l’opera, in altezza e in larghezza. Come Io morirò nell’opera,
così voi morirete, e ce ne saranno altri e altri che moriranno cruentemente o
incruentemente, ma consumati da questo lavoro che richiede spirito di
immolazione, di generosità, e lacrime, e sangue, e pazienza senza misura...
Contro le vostre frette, stanchezze, sconforti e così
via, la Chiesa richiede calma, costanza, sforzo, fiducia. Ella richiede il sacrificio
di tutti i suoi membri. Da Me che ne sono Fondatore e che ne sono la
mistica Testa, a voi, a tutti i discepoli, a tutti quelli che avranno nome di
cristiani e appartenenti alla Chiesa universale.
E in verità nella grande scala delle gerarchie saranno
sovente i più umili, coloro che sembreranno semplicemente dei “numeri”, quelli
che renderanno veramente vitale la Chiesa. In verità dovrò sovente rifugiarMi
in questi per continuare a mantenere viva la fede e la forza dei sempre
rinnovati collegi apostolici, e di questi apostoli dovrò farne dei tormentati
da satana e dagli uomini invidiosi, superbi e increduli.
Né il loro martirio morale sarà meno penoso di quello
materiale, presi come saranno fra la volontà attiva di Dio e la volontà
malvagia dell’uomo, strumento di satana, che cercherà con ogni studio e
violenza di farli apparire menzogneri, folli, ossessi, per paralizzare la Mia
opera in loro e i frutti della stessa che sono altrettanti colpi vittoriosi
contro la Bestia. E resisteranno anche senza averMi materialmente con loro.
Dovranno credere non solo a ciò che è dovere di
credere, ma anche alla loro segreta missione, crederla santa, crederla utile,
crederla venuta da Me, mentre intorno a loro fischierà satana per
terrorizzarli, e urlerà il mondo per deriderli, e i non sempre perfettamente
luminosi ministri di Dio per condannarli.
Questo è il destino delle Mie future voci.
Eppure non avrò altro modo che questo per scuotere,
riportare al Vangelo e al Cristo gli uomini! Ma per tutto quello che avrò
richiesto da loro, imposto loro e da loro ricevuto, oh! darò loro eterna gioia,
una gloria speciale!
In Cielo è un Libro chiuso.
Solo Dio può leggerlo.
In esso sono tutte le verità.
Ma Dio talora leva i sigilli e risveglia le verità già
dette agli uomini costringendo un uomo, eletto a tale sorte, a conoscere
passato, presente e futuro quale il misterioso Libro lo contiene. Avete mai
visto un figlio, il più buono della famiglia, od uno scolaro, il più buono
della scuola, essere chiamato dal padre o dal maestro a leggere in un libro di
adulti e ad averne spiegazione? Sta a fianco del padre o del maestro,
circondato da un loro braccio, mentre l’altra mano del padre o del maestro
segna con l’indice le righe che vuole lette e conosciute dal prediletto.
Così fa Dio con i Suoi consacrati a tal sorte. Li
attira e li tiene col Suo braccio, e li forza a leggere ciò che Egli vuole, e
saperne il significato, e a dirlo poi, e averne scherno e dolore.
Io, l’Uomo, sono il Capostipite di coloro che dicono
la Verità del Libro celeste, e ne ho scherno, dolore e morte. Ma il Padre già
prepara la Mia Gloria. Ed Io, salito ad essa, preparerò la gloria di quelli che
avrò forzato a leggere nel Libro chiuso i punti che ho voluto, e al cospetto di
tutta l’Umanità risorta e dei cori angelici Io li indicherò per quello che
furono, chiamandoli presso di Me mentre aprirò i sigilli del Libro che ormai
sarà inutile tenere chiuso, ed essi sorrideranno rivedendo scritte, rileggendo
le parole che già furono loro illuminate quando soffrivano sulla terra ...
Non ci saranno solo i beati a vedere questo. Ma tutta
l’Umanità. E nella parte dei dannati molti saranno di coloro che hanno deriso
le voci di Dio come quelle di folli e di indemoniati, e li avranno tormentati
per quel loro dono. Lunga ma doverosa rivincita concessa a questi martiri della
ottusità malvagia del mondo”.
Maria
Valtorta riceve la missione il 23 aprile 1943
I
quaderni del 45-50 pag. 363
«Mai avrei pensato, sino al 1943, 23 aprile,
Venerdì Santo, che il Maestro divino volesse, da Amico divino che mi
guidava da decenni, farsi mio Maestro e rivelarmi tanti misteri e fatti; mai
avrei pensato di poter capire cose tanto alte mentre il lume del suo Raggio mi
faceva capace di capire..»..
.
L’Immagine della Vergine
dell’Eucaristia
23.9 Dice Maria SS.: «Io sono l’eterna
Portatrice di Gesù. Egli è nel Seno Mio, come tu (Maria Valtorta) Lo
hai visto lo scorso anno, come Ostia nell’ostensorio. Chi viene a
Me, Lui trova. Chi a Me si appoggia, Lui tocca. Chi a Me si volge, con Lui
parla.
Io sono la Sua veste.
Egli è l’anima Mia.
Più, più ancora unito, ora, di quanto non fosse nei
nove mesi che Mi cresceva in Seno, il Figlio Mio è unito alla Sua Mamma. E si
assopisce ogni dolore, e fiorisce ogni speranza, e fluisce ogni Grazia a chi
viene a Me e Mi posa il suo capo sul Seno».
Maria
è la Pisside
30. 11 Dice Gesù: «È sempre Maria quella che vi dà
Gesù. È Lei la Portatrice dell’Eucaristia. È Lei la Pisside viva. Chi va a
Maria trova Me. Chi Mi chiede a Lei, da Lei Mi riceve.”
34.15
Un Grembo portante l’Ostia
(La
visita dei Magi a Gesù-Bambino)
Dice Gesù: «E, giunti davanti ad una povera casa,
nella più meschina città di Giuda, essi non crollano il capo dicendo:
“Impossibile”, ma curvano la schiena, le ginocchia e specie il cuore, e
adorano. Là, dietro quel povero muro è Dio… Egli è là, dietro quel povero muro.
Chissà se il Suo Cuore di bambino, che è pur sempre il cuore di un Dio, non
sente questi tre cuori che, proni nella polvere della via, squillano:
“Santo, Santo, Santo. Benedetto il Signore Iddio
nostro. Gloria a Lui nei Cieli altissimi e pace ai Suoi servi. Gloria, gloria,
gloria e benedizione”?
Essi se lo chiedono con tremore di amore. E per tutta
la notte e la seguente mattina preparano con la preghiera più viva lo spirito
alla comunione con il Dio-Bambino. Non vanno a questo altare, che è un
grembo portante l’Ostia divina, come voi vi andate con l’anima piena di
sollecitudini umane. Essi dimenticano sonno e cibo e, se prendono le vesti più
belle, non è per sfoggio umano ma per fare onore al Re dei re…».
637.6
La Vergine è il Ciborio
Dice Gesù: «Sta’ sicura, Mamma, che Io non Ti
lascerò mai. Uscirò dal Tuo Cuore quei pochi istanti necessari alla
Consacrazione del Pane e del Vino per tornarvi poi, dopo esserMi staccato da Te
a fatica, con un’ansia d’amore pari alla Tua, o Mio Cielo vivo di cui Io sono
il Cielo.
Non saremo mai tanto uniti come d’ora in poi. Prima c’era
la Mia incapacità embrionale, poi la Mia puerizia, e poi la lotta della vita e
del lavoro, e poi la missione, e poi la Croce e il Sepolcro a tenerMi lontano e
impedito a dirti quanto Io Ti amo. Ma ora sarò in Te non più creatura che si
forma, non più presso a Te fra gli ostacoli del mondo che interdice la fusione
di Due che si amano. Ora sarò in Te come Dio, e nulla, nulla nella Terra e nel
Cielo sarà atto a separare Me da Te, Tu da Me, Madre santa. Ti dirò parole di
ineffabile amore, Ti darò carezze di inesprimibile dolcezza. E Tu Mi amerai per
chi non Mi ama.
Oh, Tu colmi la misura dell’amore, che il mondo non
darà al Cristo, col Tuo amore perfetto, Mamma.
Perciò, più che un addio, il Mio è il saluto di chi
esce per un momento, come andassi a coglier rose e gigli in questo giardino
fiorito. Ma Ti porterò dal Cielo altre rose ed altri gigli più belli di questi,
qui fioriti. Te ne empirò il Cuore, Mamma, per farTi dimenticare il puzzo della
Terra, che non vuole essere santa, e anticiparTi l’aura del beato Paradiso,
dove sei attesa da tanto amore.
E l’Amore, che non sa attendere, verrà su Te fra dieci
giorni. Fatti bella della Tua più bella letizia, o Madre Vergine, ché il Tuo
Sposo viene. L’inverno è passato...le vigne in fiore mandano il loro profumo,
ed Egli canta: “Sorgi, o tutta bella. Vieni, o mia Sposa, sarai coronata” Del
Suo Fuoco Ti coronerà, o Santa e Ti farà felice del Suo Spirito, che si
infonderà in Te con tutti i Suoi splendori, o Regina della Sapienza, Sua
Regina, che hai saputo comprenderLo sin dal mattino della Tua vita ed amarLo
come creatura al mondo mai amò».
Gesù ai lettori di Maria Valtorta:
«Non discutete se Io potevo essere realmente in Maria.
Se voi dite che Dio è in cielo e in terra e in ogni luogo, perché potete
dubitare che Io potessi essere contemporaneamente in Cielo e nel Cuore di
Maria, che era un vivo Cielo. Se voi credete che Io sia nel Sacramento e chiuso
nei vostri cibori, perché potete dubitare che Io fossi in questo purissimo e
ardentissimo Ciborio che era il Cuore di Mia Madre?
Che cos’è l’Eucaristia? È il Mio Corpo e il Mio Sangue
uniti alla Mia Anima e alla Mia Divinità. Ebbene, quando Ella si incinse di Me,
che aveva nel seno di diverso? Non aveva il Figlio di Dio, il Verbo del Padre
col Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità? Voi non Mi avete forse perché Maria Mi
ha avuto e Mi ha dato a voi dopo averMi portato per nove mesi? Ebbene, come Io
ho lasciato il Cielo per dimorare nel seno di Maria, così, ora che lasciavo la
terra, eleggevo il seno di Maria per Mio Ciborio. E quale ciborio, in
quale cattedrale, più bello e santo di questo?
La Comunione è un miracolo di amore che Io ho fatto per
voi, uomini. Ma, in cima al Mio pensiero d’amore, raggiava il pensiero di
infinito amore di poter vivere con Mia Madre e di farLa vivere con Me sinché
non fossimo riuniti in Cielo.
Il primo miracolo lo feci per la gioia di Maria, a
Cana di Galilea. L’ultimo miracolo, anzi gli ultimi miracoli, per il conforto
di Maria, a Gerusalemme. L’Eucaristia e il
velo della Veronica. Questo, per dare una stilla di miele all’amaritudine
della Desolata. Quello, per non farLe sentire che non c’era più Gesù sulla
Terra.
Tutto, tutto, tutto, ma capitelo una volta (per
tutte), voi avete per Maria! Dovreste amarLa e benedirLa ad ogni vostro
respiro».
I quaderni del ‘43 pag. 184
Maria è la Vittima e la sua è una vita eucaristica
«La vita di Maria, Mia Madre,
fu tutta eucaristica. La vita di Maria, la piccola vittima, deve essere
tutta eucaristica.
Se Eucaristia vuol significare comunione, Maria visse
eucaristicamente per quasi tutta la vita. Poiché Io in Mia Madre ero prima d’essere,
come uomo, al mondo. Né, quando come uomo al mondo non fui più, cessai d’essere
in Lei. Non ci siamo più separati dal momento in cui l’ubbidienza fu
santificata sino all’altezza di Dio, ed Io divenni Carne nel Suo seno così puro
che gli Angeli lo sono meno al paragone, così santo che tale non è nessun
ciborio che M’accolga.
Solo nel Seno di Dio vi è perfezione di Santità
maggiore a quella di Maria. Ella è, dopo Dio Uno e Trino, la Santa dei Santi.
Se fosse concesso a voi mortali di vedere la bellezza di Maria quale essa è, ne
restereste rapiti e santificati. Non c’è paragone nell’Universo che valga a
dirvi cosa è Mia Madre. Siate santi e La vedrete.
E se vedere Dio è la gioia dei beati, vedere Maria è
la gioia di tutto il Paradiso. Perché in Lei non soltanto si beano i cori
angelici e le schiere dei Santi, ma il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo La
contemplano come l’opera più bella della loro Trinità d’amore.
Non ci siamo mai separati tra Noi due. Ella aspirava a
Me con tutta la forza del Suo cuore verginale e immacolato attendendo il
promesso Messia. Comunione purissima di desiderio che attirava Me dal profondo
del Cielo. Più viva comunione dal momento della beata Annunciazione sino all’ora
della morte sulla Croce.
I Nostri spiriti erano sempre uniti dall’amore.
Comunione d’amore intensissimo e di immenso dolore
durante il Mio martirio e nei giorni della Mia sepoltura. Comunione
eucaristica dopo la gloriosa Risurrezione e l’Ascensione sino all’Assunzione
che fu eterna unione della Madre purissima col Figlio divino.
Maria è stata l’anima eucaristica perfetta. Sapeva
trattenere il Suo Dio con un amore ardente, una purezza superangelica, un’adorazione
continua. Come separarsi da quel cuore che viveva di Me? Io rimanevo anche dopo
la consumazione delle specie.
Le parole dette a Mia Madre nei Miei trentatré anni
che Le fui figlio sulla terra, non sono niente di fronte ai colloqui che
Io-Eucaristia ebbi con Lei-Ciborio. Ma quelle parole sono troppo divine e
troppo pure perché mente d’uomo le possa conoscere e labbra d’uomo ripetere.
Nel Tempio di Gerusalemme solo il sacerdote entrava nel Santo dei Santi dove
era l’Arca del Signore. Ma nel Tempio della Gerusalemme celeste solo Io, Dio,
entro e conosco i segreti dell’Arca santissima che è Maria, Mia Madre.
Sforzati d’imitare Maria. E, poiché è troppo ardua
cosa, di’ a Maria che ti aiuti. Ciò che all’uomo è impossibile, è possibile a
Dio, possibi1issimo poi se chiesto in Maria, con Maria, per Maria».
I
quaderni del ‘43 pag. 57-8
Visione della Vergine dell’Eucaristia del 23 giugno 1943
(La
data del 23 giugno corrisponde a quella in cui Gesù rivela a J.N.S.R. “il
segreto di Maria”).
Stamane vedo la Madonna. Pare seduta, sorridente con
amore, e mestizia insieme però. Ha il manto scuro che Le scende dal capo,
aperto sulla veste pure scura, sembra marrone. Alla vita ha una cintura scura.
Sembrano tre toni di marrone. In testa, sotto al manto, deve avere un velo
bianco perché ne intravedo un lieve filino.
Sul mezzo del petto raggia un’Ostia grandissima e
bellissima.
E – quello che costituisce il mirabile della visione –
pare che attraverso le Specie (che qui paiono come un quarzo bellissimo: sono
pane, ma paiono cristallo brillante), appaia un bellissimo bimbo. Il Bimbo-Dio.
La Madonna, che ha le braccia aperte per tenere aperto
il manto, guarda me e poi china il volto e lo sguardo adoranti sull’Ostia che
sfavilla nel Suo seno. Nel Suo petto, non sopra al petto. È come
se, per dei mistici raggi X, io potessi vedere nel petto di Maria, o meglio è
come se dei raggi X facessero apparire al di fuori quello che è dentro a Maria.
Quasi Questa fosse di un corpo senza opacità. Non so spiegare.
Insomma io vedo questo e Gesù me lo spiega. La Vergine
non parla. Sorride solo. Ma il Suo sorriso è eloquente come mille parole e più
ancora.
Come mi piacerebbe saper dipingere per fargliene ( al
padre spirituale) copia e fargliela vedere. E soprattutto le vorrei far vedere
le diverse luminosità. Sono tre: una, di una pacata soavità, costituita dal
corpo di Maria, è l’involucro esterno e protettore della seconda, raggiante e
viva luminosità costituita dalla grande Ostia.
Una luce vittoriosa, direi, per usare parola umana, la
quale fa da involucro interno al Gioiello divino che splende come fuoco liquido
di una bellezza che non si descrive e che è, nella Sua infinita bellezza,
infinitamente dolce, ed è il piccolo Gesù che sorride con tutte le Sue carni
tenerelle e innocenti per la natura Sua di Dio e per la età Sua di infante.
È uno splendore, questo terzo sotto i veli degli altri
due splendori, che non c’è paragone a descriverlo. Bisogna pensare al sole,
alla luna, alle stelle, prendere le luci diverse di tutti gli astri, farne un
unico vortice di luce che è oro fuso, diamante fuso, e questo dà una pallida
similitudine di quanto vede il mio cuore in quest’ora beata. Cosa sarà il
Paradiso avvolto da quella luce?
Ugualmente non c’è paragone atto a dire la dolcezza
del sorriso di Maria. Regale, santo, casto, amoroso, mesto, invitante,
confortevole…sono parole che dicono uno e dovrebbero dire mille per accostarsi
a quello che è quel sorriso verginale, materno, celeste.
Maria
Valtorta definisce la visione di Maria SS. del ’43 col titolo di Vergine dell’Eucaristia.
I
quaderni del ‘44 pag. 347(visione della Pentecoste).
Maria è vestita di azzurro cupo. Sotto ha il velo
bianco. Ma ha anche il manto sul capo. L’unica a capo coperto. E mi ricorda
molto la Vergine dell’Eucaristia quale Mi apparì lo scorso
mese di giugno (1943).
I quaderni del ‘45-50 pag. 274
Mia Madre fu la perfezione delle anime eucaristiche. Eucaristia vuol dire avere in sé Dio con la Sua Divinità e con la Sua Umanità
«Maria, Mia Madre, fu la perfezione delle anime
eucaristiche. Eucaristia vuol dire avere Dio in se stessi con la Sua Divinità e
con la Sua Umanità. Maria ebbe Dio nel Suo spirito con la Sua Divinità da
quando fu concepita nel seno di Anna; ebbe Dio con la Sua Umanità quando da
figlia divenne Sposa di Dio e di Dio fu gravida; ebbe Dio con il Suo Corpo, Sangue,
Anima e Divinità, dalla sera del Giovedì Santo alla Sua Dormizione, perché l’Eucaristia
fu il Suo Cibo, e il Suo Seno e il Suo spirito fu il ciborio dell’Eucaristia».
I
quaderni del ‘44 pag. 560
Maria
è la Santa Pisside
«Nessuno, per grande che sia, può venire nel Mio
cospetto se non riconosce in Maria, Porta chiusa da cui solo Dio è entrato, la
Madre del Salvatore, la Madre-Vergine, la Madre divina.
Io l’ho accomunata alla Mia sorte di Vivente in Cielo
per dirvi quale sia la Sua gloria. Unicamente inferiore a Dio Ella è, perché da
Lui creata. Ma la Sua Maternità e il Suo Dolore di Corredentrice La fanno
eccelsa su ogni creatura. Porta di Dio, da Essa sgorga Fede, Speranza, Carità;
da Essa temperanza, giustizia, fortezza, prudenza; da Essa Grazia e grazie; da
Essa salute, da Essa vi viene il Dio fatto Carne.
O Madre Mia!
Per il Pontefice e per l’ultimo dei credenti sei Tu la
santa Pisside in cui l’Eucaristia attende di essere data a chi crede. Tutte le
Grazie passano attraverso il Tuo corpo Inviolato, attraverso il Tuo Cuore
immacolato. E misteri e Verità, e Sacramenti e doni, vengono conosciuti con
vera sapienza e gustati con conoscenza e frutto solo da quelli che sanno
chiederli a Te, davanti a Te.
Tu schermo fra il Sole e le anime e fra le anime e
Dio, per cui la Divinità può esser contemplata dall’uomo e l’umanità esser
presentata al Perfetto. Tu, Madre che hai dato Dio all’uomo e dai l’uomo a Dio,
istruendolo col Tuo sorriso e col Tuo amore.
Mio piccolo Giovanni (Maria Valtorta), vieni sempre a
Me passando per Maria. È il segreto dei santi. E la Porta chiusa, che non si
aprì né s’aprirà mai per violenza umana, la Porta santa per cui solo Dio può
passare, si apre al tocco di amore di un figlio di Dio. Si apre benigna. Quanto
più umile e semplice è quello spirito che a Lei si volge e tanto più Ella si
apre e vi accoglie. Vi accoglie per insegnarvi la Sapienza e l’Amore tenendovi
fra le Sue braccia di Madre».
I
quaderni del 45-50 ( 16-5-47) pag. 456
Visione del Cuore-Ostia di Maria SS. così come è anche nella
Rivelazione di Amsterdam della “Signora di tutti i popoli” quando la Vergine
apparirà in cielo il giorno del Suo riconoscimento con i titoli di
Corredentrice, Avvocata e mediatrice, giorno questo anche del “Miracolo” di
Garabandal (Spagna).
«Ho
la visione e la comprensione di quello che è il Cuore Immacolato di Maria.
Visione: uno splendidissimo Cuore simile a una
raggiante luna, simile a luminosa perla dalla luce lunare... È tutto
luce. Una paradisiaca luce! Più bianca di Ostia raggiante in un
ostensorio! Più luminoso di luna splendente in tersissimo cielo! Più
vago di enorme perla! Tutto luce! Splende là, al centro del petto purissimo. Un candore che
brilla nel candore del corpo glorificato di Maria SS. di Fatima...
E
lo Spirito Santo mi dà questa lezione e comprendo:
Da quel Cuore vennero le stille per formare il Cuore
all’incarnato Verbo. Da quale candore doveva venire quel sangue necessario a
formare l’embrione umano del SS. Figlio di Dio! Sangue purissimo da purissima
Sorgente. Candore che sgorga da fonte immacolata per circondare di candore l’Anima
creata al Verbo, concepito dall’Amore col Candore. Sui palpiti di stella
purissima di questo Cuore, Delizia Mia, si è informato il pulsare del Cuor
divino.
Pensa tu quale perfezione totale di sentimenti
e di movimenti avrà avuto questo Cuore immacolato sul ritmo del quale – ritmo
di palpiti fisici, ritmo di palpiti morali, ritmo di palpiti spirituali – si
formò ad esser Cuore d’Uomo-Dio il cuore del Figlio concepito dalla Vergine.
Guarda, bèati. Non c’è luce più bella in Paradiso,
dopo la Nostra, di questa. E non c’è luce più dolce. Non c’è. Noi, i Tre
gloriosi, troviamo in questa luce la gioia nostra. I beati la loro. Gli Angeli
la loro. Il Paradiso splende di questa luce dell’immacolato Cuore di Maria
Nostra. Quella luce che tu dici
indescrivibile, ed è voce e letizia del paradiso, promana da questo Seno, da
questo Cuore dell’eterna Vergine.
Volesse l’uomo che si spandesse sulla Terra! Sarebbe
la seconda redenzione, il secondo perdono... la finale Salvezza! Oh! il perdono
al mondo per Maria!
Ma il mondo respinge la Madre che lo partorirebbe alla
pace.
LE LACRIME E LA CORREDENZIONE
34.17 Dice Gesù: «È sempre Maria che prende la mano di
Gesù e la guida. Anche ora. Delle volte la Sua mano trafitta cade stanca e
sfiduciata, perché sa che è inutile benedire. Voi distruggete la Mia
Benedizione. Cade anche sdegnata, perché voi Mi maledite. E allora è Maria che
leva lo sdegno a questa mano col baciarla.
Oh, Il bacio di Mia Madre! Chi resiste a quel bacio? E
poi prende con le Sue dita sottili, ma così amorosamente imperiose, il Mio
polso e Mi forza a benedire.
Non posso respingere Mia Madre. Ma bisogna andare da
Lei per farla Avvocata vostra. Essa è la Mia Regina prima d’essere la vostra,
ed il Suo amore per voi ha indulgenze che neppure il Mio conosce. Ed Essa,
anche senza parole ma con le perle del Suo pianto e col ricordo
della Mia Croce, il cui segno Mi fa tracciare nell’aria, perora la vostra causa
e Mi ammonisce: “Sei il Salvatore. Salva”».
44.12 Dice Gesù: «Maria, che sapeva la Sua sorte durante quei
tre anni e quella che L’attendeva alla fine degli stessi e la sorte Mia, non
recalcitrò come voi fate, pianse… Pianse perché era la
Corredentrice e la Madre del genere umano rinato a Dio, e doveva piangere
per tutte le mamme che non sanno fare, del loro dolore di madri, una corona di
Gloria eterna.
Quante madri nel mondo, a cui la morte svelle dalle
braccia una creatura! Quante madri a cui un soprannaturale Volere strappa dal
fianco un figlio! Per tutte le Sue figlie, come Madre dei
cristiani, per tutte le Sue sorelle, nel dolore di madre orbata, ha
pianto Maria. E per tutti i figli che, nati da donna, sono destinati a
divenire apostoli di Dio o martiri per amore di Dio, per fedeltà a Dio, o per
ferocia umana.
Il Mio Sangue e il pianto di Mia Madre sono la mistura
che fortifica questi segnati a eroica sorte, quella che
annulla in loro le imperfezioni, o anche le colpe commesse dalla loro
debolezza, dando, oltre al martirio, comunque subito, la Pace di Dio e, se
sofferto per Dio, la Gloria del Cielo…
Pianse perché era la Corredentrice e la Madre
del genere umano rinato a Dio, e doveva piangere per tutte le
mamme che non sanno fare, del loro dolore di madri, una corona di Gloria
eterna…
Queste lacrime le trovano le Mie care “vittime”,
perché Maria è la prima vittima delle vittime per amore di Gesù, ed alle Sue
seguaci Ella dà, con mano di Madre e di Medico, le Sue lacrime che ristorano ed
inebriano a più alto sacrificio.
Santo pianto quello della Madre Mia!»
157.7 (dialogo di Gesù a Maria
SS.)
«Dovrai mettere questa Tua mano di candore sulle
piaghe, chinarTi con i Tuoi sguardi di colomba paradisiaca sulle deformità
infernali, aspirare il lezzo del peccato, e non fuggire. Ma anzi raccoglierTi
sul cuore questi mutilati da satana, questi aborti, questi putridumi, e
lavarli col pianto, e portarli a Me...».
168.9 Dice Maria: «Lascia che io ti parli del supremo
Amore che Mi ha dato il Figlio perché Io Lo doni al mondo. Mi ha tratto dalla
beata ignoranza della Mia Verginità consacrata perché il mondo avesse il
Perdono. Mi ha tratto non sangue dal parto ma dal cuore col rivelarMi che la
Mia Creatura è la Gran Vittima.
GuardaMi, figlia.
In questo cuore è una gran ferita. Geme da trenta e
più anni e sempre più si allarga e Mi consuma. Sai che nome ha?...
Amore. È amore questo che Mi svena per fare che non
sia solo il Figlio nel salvare. È amore che Mi dà fuoco perché Io purifichi
coloro che non osano andare al Figlio Mio. È amore che Mi dà pianto
perché Io lavi i peccatori. Tu volevi la Mia carezza. Ti do le Mie lacrime che
ti fanno già bianca per poter guardare il Mio Signore…”
420.11 Dice Gesù: “Ma pensate che, come
per la donna entrò il Male, per la Donna è giusto entri il Bene nel mondo. Vi è
da annullare una pagina scritta da satana. E lo farà il pianto di una
Donna... Capovolgerà Eva col suo triplice peccato.”
442.8
Dice Gesù: «Le lacrime della Madre di Dio... di Quella che, senza Colpa,
non fu esente dal dolore e soffrì più di ogni altra donna, per essere la
Corredentrice».
I
quaderni del ‘43 pag. 345
L’incenso
delle lacrime di Maria SS. contro l’ira di Dio
Dice Gesù: “Se è detto nell’Apocalisse che agli ultimi
tempi un Angelo farà l’offerta dell’incenso più santo al trono di Dio, avanti
di spargere il fuoco primo dell’ira divina sulla terra, come non pensate che
fra le preghiere dei santi, incenso imperituro e degno dell’Altissimo, non
siano, prime fra tutte, le lacrime, oranti più di qualsiasi parola, della
Mia Santa benedetta, della Mia Martire dolcissima, della
Madre Mia, raccolte dall’Angelo che portò l’Annuncio e che raccolse l’adesione,
del testimone angelico degli Sponsali soprannaturali per i quali la Natura
Divina contrasse legame con la natura umana, attrasse alle Sue altezze una
carne e abbassò il Suo Spirito a divenire carne per la pace fra l’uomo e Dio?
Gabriele e i suoi celesti compagni curvi sul dolore di
Gesù e di Maria, impossibilitati a sollevarlo, perché era l’ora della
Giustizia, ma non assenti da esso, hanno raccolto nel loro intelletto di luce
tutti i particolari di quell’ora, tutti, per illustrarli, quando il
tempo non sarà più, alla vista dei risorti: gaudio dei beati e condanna prima
dei reprobi, anticipo a questi e a quelli di ciò che sarà dato da Me, Giudice
supremo e Re altissimo.”
I
quaderni del 45-50 pag. 513
Maria
Madre vittima per i peccati degli uomini
Dice Maria: “Per quanto non si mediti, e non si
accetti, e non si creda, sul Mio dolore, e la descrizione di esso paia
avvilente, e la si voglia negare, proprio perché non si sa meditare sul Mio
dolore di Madre e di credente, io sono stata la vittima insieme al Figlio Mio.
E lo sono. Perché ogni offesa a Lui fatta percuote il Mio cuore, flagella il
Mio amore per Lui, così come ogni suo soffrire di quel giorno di Passione fu
flagello, percossa, spina, chiodo, urto, caduta Mia.
SalutaMi, Maria, così: “Ave, Maria, Madre Vittima per
i peccati degli uomini, prega per noi.” Il Mio nuovo titolo è questo: Maria
immacolata vittima trafitta dai peccati del mondo.”
L’UNZIONE
I quaderni del ’44 pag. 40-41
L’Uliva speciosa
Maria
SS. dice:
«Io sono la Madre. La Madre che l’Amore ha fatta Madre
del Bell’amore. Io sono Quella in cui riposa, come in un’arca, la manna della
Grazia. Colma ne sono di Grazia, né Dio pone limite al Mio potere di effonditrice
di questo divino tesoro. Io sono la Madre della Verità che in Me si fece Carne.
Io sono la portatrice della Speranza dell’uomo.
Attraverso Me la speranza dei patriarchi e dei profeti è divenuta realtà. Io
sono la sede della Sapienza che Mi fece Sua e Madre del Figlio di Dio.
Venite, che io vi porti al Cristo tenendovi per mano,
con questa Mia mano che ha sorretto i primi passi del Gesù-Salvatore per le vie
della terra e che Gli ha insegnato a camminare perché sollecito salisse al
Golgota per salvare voi, a Me più cari, perché i più infelici fra tutti gli
uomini, i condannati che lotto per strappare al potere che vi trascina
all’abisso; per salvare al Cielo.
Guardate quanto ho pianto per voi. Ché voi non siete
coloro che cadono trascinati da peso di carne, così impetuoso e improvviso che
vi abbatte senza darvi tempo e modo di reagire. Voi siete quelli che
tenacemente, scientemente, commettono la colpa che non è perdonata, l’ha detto
il Figlio Mio. Voi negate la Verità per farvi, di menzogne nefande, delle
verità. Voi divenite luciferi. E potreste esser Angeli!
Non chiedo molto da voi. Sol che Mi amiate come una
Madre, sol che Mi chiamiate. Il Mio nome sarà già miele alle vostre labbra
attossicate. E sarà Salvezza perché dove è Maria là è Gesù, e chi ama Me non
può non amare la Verità che è il Figlio delle Mie carni. Io non rimprovero, io
non condanno. Io amo. Unicamente amo.
Non vi devo far paura perché sono più mite di agnella
e più pacifica dell’ulivo. Tanto mite che, superando le agnelle, ho lasciato
che Mi venisse strappata dal Seno la Mia Creatura e Mi fosse sacrificata su
cruento altare senza reagire, senza maledire.
Tanto superiore all’ulivo, che ho fatto, da Me stessa,
di Me stessa uliva nella mola, e Mi sono fatta torchiare dal Dolore per
stillare dal Mio verginale e materno cuore immacolato l’olio per medicare le
vostre ferite e per consacrarvi al Cielo.
PosateMi nel grembo la testa malata. Io la guarirò e
vi dirò le parole che la Sapienza Mi dice per condurre voi alla Luce di Dio».
Io
sostituisco la cenere con l’oro, l’olio alle lacrime.
132.5 Dice Gesù: «Io vi
dico: l’anno di grazia è venuto. Non piangete voi tristi della tristezza di chi
si sente peccatore, non lacrimate, esuli dal Regno di Dio. Io sostituisco la
cenere con l’oro, l’olio alle lacrime.
A festa vi vesto per presentarvi al Signore e dire:
“Ecco le pecorelle che Tu Mi mandasti a cercare. Io le ho prese frammezzo a
tutti i popoli, le ho riunite da tutte le regioni per condurle alla Terra non
più terra che per esse Tu hai preparato, o Padre santo, per portarle sulle cime
paradisiache dei tuoi monti opimi dove tutto è luce e bellezza, lungo i rivi
delle celesti beatitudini dove si satollano di Te gli spiriti da Te amati.
Sono andato in cerca anche delle ferite, ho guarito le
fratturate, ho ristorato le deboli, non ne ho trascurato una sola. E la più
sbranata dagli avidi lupi dei sensi Me la sono messa come un giogo d’amore
sulle spalle e te la poso ai piedi, Padre benigno e santo, perché ella non può
più camminare, non sa le Tue parole, è una povera anima inseguita dai rimorsi e
dagli uomini, è uno spirito che rimpiange e trema, è come un’onda spinta e
respinta dal flutto sul lido.
Viene col desiderio, la respinge la cognizione di sé...
Aprile il Tuo seno, Padre tutto amore, perché in esso trovi pace questa
creatura smarrita. Dille: “Vieni”. Dille: “Sei Mia”. Fu di tutto un mondo. Ma
ne ha nausea e paura. Dice: “Ogni padrone è uno sgherro lurido”.
Fa’ che possa dire: “Questo mio Re mi ha dato la gioia
d’esser presa!”
Non sa cosa sia l’Amore.
Ma se Tu l’accogli saprà cosa è questo Amore celeste
che è l’Amore nuziale fra Dio e lo spirito umano, e come un uccello liberato
dalle gabbie dei crudeli salirà, salirà, sempre più in alto, sino a Te, al
Cielo, alla gioia, alla gloria, cantando: “Ho trovato Colui che cercavo. Non ha
altro desiderio il mio cuore. In Te mi poso e giubilo, Signore eterno, nei secoli
dei secoli beata!»
L’apologo
di Abimelec: significato e valore dell’olio
246.3 «Gli alberi (l’umanità) vollero eleggersi un re
e andarono dall’ulivo. Ma questo, albero sacro e consacrato ad usi
soprannaturali, per l’olio che arde davanti al Signore ed è parte
preponderante nelle decime e nei sacrifici, che presta il suo liquido a formare
il balsamo santo per l’unzione dell’altare, dei sacerdoti e dei re, e scende con
proprietà direi quasi taumaturgiche nei corpi o sui corpi malati, rispose:
“Come posso io mancare alla mia vocazione santa e soprannaturale per avvilirmi
in cose della terra?»
341.1 Sintica nel viaggio in nave verso Antiochia
usa l’olio di Maria SS. e ottiene la guarigione del marinaio colpito gravemente
alla testa. Gesù è stato colpito dai farisei alla mano e gli apostoli non
trovando risultato dal semplice olio usato vorrebbero quello già sperimentato
di Maria SS. per sanare rapidamente la ferità della Sua mano.
«Gesù a Pietro: “Tu Mi vuoi bene e il tuo amore è un
grande olio salutare”.
“Oh! allora, se è per questo, dovresti già esser
guarito! Abbiamo sofferto tutti di vederTi trattato così, e c’è chi ha pianto”.
“Olio e acqua sono buona medicina, ma il pianto d’amore
e la pietà è più potente di tutto. E, vedete? Io sono molto più lieto oggi di
ieri. Perché oggi so quanto siete ubbidienti e amorosi di Me”».
L’unguento
di Maria
366.9 Dalla lettera di Sintica (la schiava greca
mandata ad evangelizzare la Siria), inviata a Gesù:
«… Altro mezzo di penetrazione è l’unguento di Maria.
Ne ho fatto molto, di novello, con le essenze qui esistenti, e ad esso ho
mescolato una particella di quello originario, per santificarlo. Ulceri e
dolori, ferite e mal di petto scompaiono. Vero è che io, mentre spalmo e
fascio, non faccio che dire i due Nomi santi: Gesù-Maria… Anzi,
giocando sul nome greco di Cristo, ho chiamato questo balsamo: “Unto Mirra”. Non
è forse così? Non c’è in esso l’essenza salutifera della Mirra di Dio che Ti ha
generato, o prezioso Olio che ci fai re? pregherei la Santa di prepararne
ancora e mandarmelo per i Tabernacoli, per poterlo mescolare all’altro fatto
dalla infima serva di Dio».
I
quaderni del ‘44 pag. 12
L’olio
Dal Vangelo di Marco 6,13: «… “e ungevano con olio gli
infermi e li guarivano”.
Nella empirica medicina di allora l’olio aveva una
parte principale. Né si può dire che fosse nociva o meno efficace delle vostre complicate
medicine di ora. Anzi era di certo più innocua. Ma non era nell’olio che risiedeva
il potere di guarigione per gli infermi ai quali gli apostoli Miei compievano
le unzioni. Come sempre, alla pesantezza umana era necessario un segno
visibile. Chi avrebbe potuto credere che il tocco della mano di quei poveri
uomini che erano i Miei apostoli, conosciuti come pescatori e popolani, potesse
risanare? Se lo avessero creduto avrebbero detto: Risanate per potere del
principe dei demoni”. Come lo hanno detto a Me. E li avrebbero accusati come
posseduti dai demoni. Ciò non doveva essere. Perciò dètti loro il mezzo, umano,
per essere creduti, se non altro, degli empirici. Ma il potere era Dio che lo
infondeva in loro per fare proseliti alla Sua Dottrina.
I quaderni del ‘45-50 pag. 478, 79
L’olio sparso dei discepoli sui malati non fu sacramento che dopo che Io istituii il Sacramento dell’Estrema Unzione
Dice Gesù:
«L’olio ai tempi Miei era
molto usato in forma di unguento da frizionare o stendere sulle parti malate,
solo e con resine ed essenze.
Aveva solo potere curativo.
Anzi non aveva neanche quello
in modo speciale. Aveva il solito potere curativo, per se stesso, che era molto
relativo in certe serie malattie, quelle che venivano presentate ai Miei
discepoli perché dichiarata vana ogni cura per essi...
Non era dunque l’olio per se
stesso quello che guariva, se applicato dai Miei apostoli, ma il potere che
avevo dato loro, quello che guariva…
Quando Io istituii il
Sacramento dell’Olio Santo, composto secondo le regole della liturgia mosaica,
esso acquistò il potere di guarire le piaghe dell’Anima, di cancellarne i
segni, le cicatrici rimaste dopo l’assoluzione dei peccati ottenuta dopo
sincera confessione e per i meriti del Mio Sacrificio.
Due poteri dell’olio ben
distinti. Sui malati delle membra, e sino alla istituzione del Sacramento dell’Estrema
Unzione, per guarire i mali del corpo. Sui morenti, prossimi al Giudizio, per
guarire l’anima prima del suo incontro con Dio Giudice e, se benigno si
piegasse Dio alle preghiere dei congiunti, per rendere anche salute al corpo,
concedendogli nuovo tempo nel mondo per acquistare nuovi meriti, o meriti
soltanto, se prima non ne aveva acquistati colui che otteneva per il Sacramento
anche salute fisica.
Concludendo: l’olio sparso dai
discepoli sui malati non fu sacramento altro che dopo che Io
istituii il Sacramento da applicarsi in caso mortale, secondo il modo che la
Sapienza aveva insegnato».
SORGENTE D’OLIO SANTO
DELLA PERENNE UNZIONE
Il Fiore-Maria
si muterà in frutto di mandorla
e pieno di unzione
457.3 (dai Numeri 20, 1-24):
«L’Altissimo disse a Mosè e ad Aronne: “Prendete la
verga e parlate alla rupe e scaturiranno fiumi per la sete del popolo, onde non
si lamenti più”.
All’eterno Sacerdote, l’Altissimo ha detto ancora una
volta, per porre fine ai lamenti del popolo suo:
“Prendi la verga germogliata dalla stirpe di
Jesse, e un fiore verrà da lei non toccata da fango umano, e si
muterà in frutto di mandorla dolce e pieno di unzione. E con
essa mandorla della radice di Jesse, con esso germoglio mirabile su cui poserà
lo Spirito del Signore coi suoi sette doni, percuoti la pietra d’Israele, perché
getti acqua abbondante per la salute sua”.
Il Sacerdote di Dio è lo stesso Amore.
E l’Amore fece una Carne gettando il Suo Germoglio
fuor della radice di Jesse che fango non aveva nutrita, e la Carne era quella
del Verbo incarnato, dell’atteso Messia mandato a parlare alla roccia perché si
fendesse.
Perché fendesse la sua crosta di superbia e di
cupidigia e accogliesse le acque che Dio ha mandato, le acque sgorganti dal Suo
Cristo, l’olio soave del Suo amore, a farsi malleabile, buona, a
santificarsi accogliendo nel suo cuore il dono dell’Altissimo al suo popolo.
Ma Israele (i cristiani) non vuole l’Acqua viva nel
suo seno. Resta chiuso, duro, e specie resta tale nelle persone dei suoi
grandi, contro i quali la verga fiorita e fruttificata per solo potere divino
inutilmente batte e parla.
E in verità vi dico che molti di questo popolo non
entreranno nel Regno, mentre molti che di questo popolo non sono vi entreranno,
perché avranno saputo credere ciò che i sacerdoti d’Israele non vollero
credere.
Per questo Io sono in mezzo a voi come segno di
contraddizione, e voi sarete giudicati per il modo come mi saprete comprendere.
Maria,
Colomba che porta l’ulivo,
ci
annuncia la Pace del Nuovo Regno
525.7
(Sabea di Carmel della stirpe di Aronne parla della Vergine).
«Ella ha rapito il Cuore di Dio con uno solo dei Suoi
palpiti di colomba. La bellezza del Suo spirito ha sedotto l’Altissimo ed Egli
di Lei ha fatto il Suo trono.
Maria d’Aronne peccò perché in lei era il peccato.
Debora giudicò ciò che era da farsi, ma non operò con
le sue mani.
Giaele fu forte, ma si sporcò di sangue.
Giuditta era giusta e temeva il Signore, e Dio fu
nelle sue parole e le permise l’atto perché fosse salvato Israele, ma per amor
di patria usò astuzia omicida.
Ma la Donna che Lo ha generato supera queste donne,
perché è l’Ancella perfetta di Dio e lo serve senza peccare. Tutta pura,
innocente e bella, è il bell’Astro di Dio, dal suo sorgere al suo tramontare.
Tutta bella, splendente e pura per essere Stella e Luna, Luce agli uomini per
trovare il Signore. Non precede e non segue l’Arca santa come Maria d’Aronne,
perché Arca è Ella stessa. Sulla torbida onda della terra, coperta dal diluvio
delle colpe, Ella scorre e salva, perché chi entra in Lei trova il Signore. Colomba
senza macchia, esce e porta l’ulivo, l’ulivo di pace agli uomini, perché
Ella è Uliva speciosa.
Tace, e nel Suo silenzio parla e opera più di Debora,
Giaele e Giuditta, e non consiglia battaglia, non incita a stragi, non sparge
altro sangue che il Suo più eletto, quello col quale ha fatto il Suo Figlio…».
Gesù dice: «La
Donna schiaccerà la testa del Serpente...».
MANDURIA
IL TALLONE DI MARIA
5.12 Dice Gesù: «Ecco allora Dio crearsi la Sposa e
dirLe: "Vieni Meco. Al Mio fianco vedi quanto Io faccio per il Figlio
Nostro… SiiMi presso mentre faccio le coppe dei mari e dei fiumi.
Alzo le montagne e le dipingo di neve e di selve,
mentre semino le biade e gli alberi e le viti, e faccio l’ulivo per te,
Mia Pacifica, e la vite per Te, Mio Tralcio che porterai il Grappolo
eucaristico…
Fischia, o satana, il tuo livore mentre Ella nasce.
Questa Pargola ti ha vinto! Prima che tu fossi il Ribelle, il Tortuoso, il
Corruttore, eri già il Vinto, e Lei è la tua Vincitrice. Mille eserciti
schierati nulla possono contro le tue scaglie, o Perenne, e non vi è vento che
valga a disperdere il lezzo del tuo fiato.
Eppure questo calcagno d’infante…
ecco che ti preme senza paura, ecco che ti confina nel tuo antro… Sei vinto. Il
Suo nome, il Suo sguardo, la Sua purezza sono lancia, folgore e
pietrone che ti trafiggono, che ti abbattono, che ti imprigionano nella tua
tana d’Inferno, o Maledetto, che hai tolto a Dio la gioia d’esser Padre
di tutti gli uomini creati!...»
Il
significato del Nome di Maria apparirà chiaro
in
un ora tremenda di strazio
207.10 Dice Gesù: “La nuova Eva è stata concepita dal
Pensiero ai piedi del paradisiaco pomo perché del Suo riso e del Suo
pianto fugasse il serpente e disintossicasse l’attossicato frutto. Lei
si è fatta Albero dal Frutto redentore. Venite, amici, e mangiatene. Perché
nutrirsi della Sua dolcezza è nutrirsi del miele di Dio”.
346.3 Dice Gesù: «Maria si ama perché è “Maria” Vi ho
detto, andando a Cesarea, che solo coloro che uniranno fede perfetta ad amore
perfetto giungeranno a sapere il vero significato delle parole: “Gesù, il
Cristo, il Verbo, il Figlio di Dio e il Figlio dell’uomo”.
Ma ora anche vi dico che c’è un altro nome denso di
significati. Ed è quello di Mia Madre. Solo coloro che uniranno perfetta fede a
perfetto amore giungeranno a sapere il vero significato del nome “Maria”, della
Madre del Figlio di Dio.
E il vero significato comincerà ad apparire chiaro ai
veri credenti e ai veri amorosi in un’ora tremenda di strazio, quando la
Genitrice sarà suppliziata col Suo Nato, quando la Redentrice redimerà col
Redentore, agli occhi di tutto il mondo e per tutti i secoli dei secoli...
Perché esserMi Madre per la carne sarebbe già grande
cosa. Pensate che è ricordata Anna di Elcana come madre di Samuele. Ma egli non
era che un profeta. Eppure la madre è ricordata per averlo generato. Perciò ricordata,
e con lodi altissime, lo sarebbe Maria per avere dato al mondo Gesù il
Salvatore.
Ma sarebbe poco, rispetto al tanto che Dio esige da
Lei per completare la misura richiesta per la redenzione del mondo. Maria non
deluderà il desiderio di Dio. non lo ha mai deluso. Dalle richieste di
amore totale a quelle di sacrificio totale, Ella si è data e
si darà.
E quando avrà consumato il massimo sacrificio, con Me,
per Me, e per il mondo, allora i veri fedeli e i veri amorosi capiranno il vero
significato del suo Nome.
E nei secoli dei secoli, ad ogni vero fedele, ad ogni
vero amoroso, sarà concesso di saperlo. Il Nome della Grande Madre, della Santa
Nutrice, che allatterà nei secoli dei secoli i pueri di Cristo col suo pianto
per crescerli alla Vita dei Cieli...
Ogni madre piange.
E la Mia piangerà più di ogni altra...
Io non Le do dolore come Figlio suo.
Ma gliene darò come Redentore. Due saranno quelli che
faranno piangere di un pianto senza fine la Madre Mia: Io per salvare
l’Umanità, e l’Umanità col suo continuo peccare. Ogni uomo vissuto, vivente, o
che vivrà, costa lacrime a Maria. Perché ogni uomo costa torture a Me per redimerlo!»
I
quaderni del ’43 pag. 670
Gli
eletti nell’ora del dolore
«Quando nella generale sventura vedete gli uomini
agitarsi e sconvolgersi e dare in smanie di ingiusto dolore, non unitevi ad
essi. Compiangete le comuni sventure, ma riconoscendole segno di Giustizia
divina non abbandonatevi a squilibri umani….
I colpevoli facciano cordoglio poiché quest’ora è loro
frutto. Voi prostratevi davanti alla Mia Gloria ( la Croce gloriosa) e
beneditela poiché con un castigo ancora richiama l’umanità fedifraga e idolatra
al Dio unico e santo, e rimanete in Me.
L’olio dell’amore è su voi e da voi trabocca sul
mondo. Voi siete quelli che lo attirano, voi preziosi vasi in
cui si fanno incenso i sacrifici della vostra vita, ardenti lampade che nessun
vento turba, e tendete il vostro spirito acceso come fiamma diritta verso il
Mio altare.
Non dimenticate la vostra elezione e non profanate il
segno regale con contaminazioni umane. Rimanete nel Tabernacolo a benedire per
chi maledice, a pregare per chi ha bisogno di ogni misericordia. Il mondo sarà
salvo per voi».
.
LA CONSACRAZIONE
I
quaderni del ’44 pag. 40 -41
Il
pianto e l’olio della Consacrazione a Maria
«Maria SS. dice: “Io sono la Madre. La Madre che l’Amore
ha fatto Madre del bell’Amore. Io sono Quella in cui riposa come in un arca, la
manna della Grazia. Colma ne sono di Grazia, né Dio pone limite al Mio potere
di effonditrice di questo tesoro. Io sono la Madre della Verità che in Me si
fece Carne. Io sono la Portatrice della Speranza dell’uomo. Attraverso Me la
Speranza dei patriarchi e dei profeti è divenuta realtà. Io sono la sede della
Sapienza che Mi fece Sua e Madre del Figlio di Dio.
Venite, che Io vi porti al Cristo tenendovi per mano,
con questa Mia mano che ha sorretto i primi passi del Gesù-Salvatore per le vie
della terra e che gli ha insegnato a camminare perché sollecito salisse al
Golgota per salvare voi, a Me più cari, perché i più infelici fra tutti gli
uomini, i condannati che lotto per strappare al potere che vi trascina all’abisso;
per salvare al Cielo.
Guardate quanto ho pianto per voi.
Che voi non siete coloro che cadono trascinati da peso
di carne, così impetuoso e improvviso che si abbatte senza darvi tempo e modo
di reagire.
Voi siete quelli che tenacemente, scientemente,
commettono la colpa che non è perdonata, l’ha detto il Figlio Mio. Voi negate
la Verità per farvi, di menzogne nefande, delle verità. Voi divenite Luciferi.
E potreste esser Angeli.
Non chiedo molto da voi. Sol che Mi amiate come una
Madre, sol che Mi chiamiate. Il Mio nome sarà già miele alle vostre labbra
attossicate. E sarà Salvezza, perché dove è Maria là è Gesù, e chi ama Me non
può non amare la Verità che è il Figlio delle Mie carni. Io non rimprovero, Io
non condanno. Io amo. Unicamente.
Non vi devo far paura perché sono più mite di agnella
e più pacifica dell’ulivo. Tanto mite che, superando le agnelle, ho lasciato che
Mi venisse strappata dal Seno la Mia Creatura e Mi fosse sacrificata su cruento
altare senza reagire, senza maledire. Tanto superiore all’ulivo, che ho fatto,
da Me stessa, di Me stessa uliva alla mola e Mi sono fatta
torchiare dal Dolore per stillare dal Mio verginale e materno cuore
immacolato l’olio per medicare le vostre ferite e per consacrarvi al Cielo. PosateMi
nel grembo la testa malata. Io la guarirò e vi dirò le parole che la Sapienza
Mi dice per condurre voi alla Luce di Dio».
Il
valore dell’intercessione di Maria
199.9 (Pietro per ottenere un favore da Gesù si
rivolge alla Madre e Gesù riconosce la potenza della Sua intercessione). Gesù a
Pietro:
– Mi hai
corrotto la Madre… Che ti devo fare? Ma Gesù sorride e Pietro si rassicura.
– Oh, dice, mi hai fatto proprio paura! Ma ora ridi...
Che vuoi da me, Maestro? La vita? Non ho più che quella, perché mi hai preso
tutto... Ma se vuoi te la do.
– Non ti voglio prendere. Ma ti voglio dare. Però non
approfittartene della vittoria e non dare il segreto agli altri, furbissimo
uomo che vinci il Maestro con l’arma della parola materna…
GESÙ RE DELLA RIVELAZIONE
A Manduria Gesù si presenta con il titolo di Re
della Rivelazione.
A Roma, alle Tre Fontane la Madonna si è presentata col
titolo di Vergine della Rivelazione
I quaderni del 45-50 pag. 360
La Madonna delle tre Fontane
è apparsa al Cornacchiola il 12 aprile 1947
La Madonna è apparsa e ha
parlato nella grotta delle Tre Fontane (luogo in cui fu tagliata la testa a San
Paolo, la quale rimbalzò tre volte, da cui scaturirono le tre fontane).
Parlò a questo signor
Cornacchiola... un violento... arso
dalla vampa della sua passione anticattolica... Maria SS., apparendo alle Tre
Fontane, oltre alle mirabili cose che compie e che insegna, è venuta a
rinfrescare la promessa di Gesù a Santa Margherita Maria... i nove
venerdì che sono caparra di Salvezza.
«La veste nera
(sacerdotale) per terra e una croce infranta”... due cose calpestate,
manomesse… furono indicate da Maria.... “La scienza rinnegherà Dio...
Sono la Vergine della Rivelazione. Sono Colei che sono nella Trinità eterna»
(ecco la testimonianza della Divinità di Maria o meglio il Suo
segreto!!!)
I quaderni del ’45-50 pag. 485
23 ottobre 1947
Nel culto della Vergine dell’Eucaristia, la Donna
vestita di Sole, sta il segreto dell’estrema Redenzione
«Dice Gesù: “Anticipate l’ora del
trionfo della Donna, capostipite dei segnati del segno dei servi di Dio, degli
eletti la cui dimora è il Cielo. Anticipate l’ora del trionfo di Maria,
su satana, sul mondo, la materia, la morte, vinta da Noi due volte, vinta in
Lei creatura anche nel non conoscere la morte spirituale del peccato oltreché
nella carne Sua, che non si corruppe e che qui vive.
Anticipate l’ora del trionfo di Maria.
Si uniscano gli Angeli, capitanati da Michele, gli
uomini, donne, fanciulli, della Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica,
Romana, perché sia abbattuto per un tempo il dragone dalle sette
teste, dieci corna e sette diademi maledetti: le sette seduzioni. E la
Cristianità abbia tempo per riunirsi e fortificarsi nella carità e nella fede e
stringersi in difesa per l’ultima battaglia.
Guai se venisse proclamata regina la donna vestita di
porpora e scarlatto, cui fa trono la bestia immonda dai nomi di bestemmia,
prima che sia proclamata Regina degli Angeli e degli uomini, con parola
infallibile, la Donna vestita di sole, i cui piedi calcano la luna e il cui
capo s’incorona di stelle.
Non vi può essere una seconda Redenzione compiuta da
Me Cristo. Ma ancor una ve ne può essere per salvare dalle spire infernali un
più gran numero di spiriti: quella di Maria gloriosa. Nel culto di Lei sta
il segreto dell’estrema Redenzione”
I
quaderni del ’45-50 pag. 486, 24
ottobre1947
Il
potere di Maria SS.
«Vedo l’incandescente figurazione della SS. Trinità:
il Triangolo con cui viene rappresentata ai nostri sensi umani.
Al centro del divino, splendidissimo segno, è Maria SS.
nel Suo più fulgido aspetto glorificato. Mai L’ho vista bella e gloriosa così.
Una fiamma di un candore che spicca sull’ardente Focolare del Dio Uno e Trino.
Il Suo corpo, volto, mani, veste, è luce.
Luce! Luce!
Che luce dolce e potente, che bellezza luminosa è
Maria, che eterna incorruttibile giovinezza è nella Beata Vergine-Madre!
E che umiltà!
Che orazione!
Ha le mani incrociate sul petto come nell’Annunciazione,
il volto alto levato a guardare il vertice fulgidissimo dell’Amore Uno e Trino.
Eppure è tutta umiltà. Il giglio è meno candido. Il sole e la luna meno radiosi
di Lei. È compresa nel divino Triangolo sino all’altezza delle anche. Il resto
del corpo, le gambe avvolte dalla veste paradisiaca, spiccano sul fulgore dell’empireo.
La Voce dell’Eterno Padre dice: “Così è Maria in
Noi. Comprendano i sapienti in teologia ciò che questa visione vuol dire,
quanto è rinchiuso in essa sul potere e sapere di Maria alla quale tutto l’Amore
si dona e tutta la Sapienza si rivela e tutto il Potere si piega a concedere”.
Ho detto che la gloriosa Maria
“è compresa nel divino Triangolo sino all’altezza delle anche”. Non perché
Maria sia più grande della figurazione della SS. Unità e Trinità di Dio. Questa
è ben più grande e splendida della splendidissima Maria. Ma credo che l’Altissimo
mi mostri così la visione per farmi capire che Maria è grande, grandissima, la
seconda dopo Dio che è il Primo, ma non è come Dio che è Immenso, Infinito.
Così Maria mi appare nel divino Triangolo ma come se Esso vegliasse su Lei, l’abbracciasse
dei Suoi fulgori d’amore, come sua Creatura diletta fra tutti i figli dell’uomo,
ma sempre creatura».
I quaderni del’45-50
pag. 494-495.
Spiegazione dell’Apparizione alla Tre Fontane
Sant’Azaria dice riferendosi alla visione del 24
ottobre:
«L’Altissimo
Signore ha voluto farti capire il senso delle parole di Maria SS. alle Tre
Fontane.
Essendo Maria SS. così abbracciata – potrei dire:
contenuta « nella SS. Trinità, nella quale Ella fu da prima che il tempo fosse,
e della quale fu Tabernacolo contenendo nel Suo Seno il Padre, il Figlio e lo
Spirito Santo col contenere il Frutto benedetto del Suo Seno verginale, Gesù,
nel quale era unità del Verbo col Padre e lo Spirito Santo, essendo Ella, così,
l’amore dell’Uno e Trino Iddio, la Rivelazione è Suo Tesoro, e Lei ne è
Regina amata e soave, dispensiera della Sapienza, datrice
della Parola.
La Sposa e la Madre della Sapienza e della Parola, la
verginale Sorgente che un Dio feconda e che dà i fiumi dell’Acqua viva
che è Vita eterna a chi di Essa beve».
IL SEGRETO DI MARIA
nella
preghiera dettata a Debora
«O Immacolato Cuore,
Madre del mio Signore,
Sorgente d’olio santo della perenne unzione,
a Te io domando da grande peccatore
il Tuo segreto mostrami
ed oggi a Te consacrami»
.
Il
segreto di Maria in J.N.S.R.
Atti
degli Apostoli 3° del IV vol. pag 219.
- Francia il 23 giugno 2003.
(Il
23 è il giorno delle Apparizioni della Vergine a Manduria)
«Per i Suoi progetti il Padre Mio aveva scelto una
famiglia della Terra.
Essa doveva accogliere una bambina Santa e Pura, di
una concezione Immacolata, affinché Io potessi prendere Carne in Lei, divenire
uomo, il Figlio dell’Uomo, pur conservando la Mia divinità di Figlio di Dio.
Questa creatura santa, che doveva riceverMi, era nata da una donna fino allora
sterile, Anna. Affinché la figlia nascesse da una Concezione Immacolata, non
poteva essere concepita da un uomo. San Gioacchino fu Suo padre, come San Giuseppe
fu Mio padre… Sant’Anna, maritata a San Gioacchino, ebbe un vero matrimonio:
essi si amavano come marito e moglie e la loro unione fu consumata su questa
Terra…
Affinché il seno di Anna potesse portare questa Santa
creatura, Dio Stesso lo purificò; e il seno di Anna fu lavato dalla Colpa
Originale. Così Maria fu concepita senza peccato.
E se la Sua Concezione fu Immacolata, lo fu proprio
perché non poteva essere concepita da un uomo.
Sant’Anna,
rimasta sterile fino a quel momento, è stata preparata per ricevere la Tutta
Pura concepita dallo Spirito Santo che è Dio.
A differenza del Mio Concepimento Divino, Io sono nato
da una Vergine e Maria è nata da Anna che non era vergine.
Se Io vi rivelo oggi il Segreto di Maria, è perché i
vostri cuori si aprano al grande Miracolo d’Amore che si opererà in Lei,
attraverso Lei e con Lei… Lei sola, perché è la Figlia, la Sposa e la Madre
di Dio, può dare alla luce questa umanità straziata con l’Aiuto dello Spirito
Santo…
La vostra Santa Mamma vi condurrà sull’unico Cammino,
quello della Santità, per vivere la Vera Vita in Dio, fin da quaggiù… è la
vostra divinizzazione a Immagine del Suo Divin Figlio».
Atti
degli Apostoli 3° del vol. IV, pag.
276:
«Nel dubbio che sorge oggi nei vostri spiriti, posso
citarvi le parole del Genesi( 2, 7): “Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con
polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne
un essere vivente”. Ed Io aggiungo per ognuno di voi: “a somiglianza di Dio”.
Quel Soffio di Dio, quell’alito di Vita, non è altro
che lo Spirito Santo che donò la
carne e lo spirito al primo uomo.
Per Dio nulla è impossibile.
Affinché il primo contatto con gli uomini fosse
gradevole al Suo Divin Figlio, il Padre Mio, la cui Bontà è infinita, avvolse
di dolcezza e di purezza il seno di Anna, donna sterile fino a quel momento.
Col Suo Santo Soffio, Egli vi depose la Vita di Colei
che divenne Maria, Mia Madre, la Tutta Pura, l’Immacolata Concezione, la stessa
che fu chiamata la Vergine Pura che, con il Suo Fiat alla visita dell’Angelo Gabriele,
ricevette il Soffio di Vita di Dio, che depose nel Suo Seno verginale il Figlio
di Dio, il Quale prese carne nella Vergine Maria e si fece Uomo per morire
crocifisso. Per voi».
Atti
degli apostoli 3° vol. IV pag. 287:
«La Mia Santa Madre è Divina. La prova materiale è “custodita”. Io desidero che il
mondo conosca questa Santa Verità per onorare sia la Mia Santissima Madre nella
sua Immacolata Concezione, sia la Mia
Santa nonna Anna».
MESSAGGIO DELLA SS. VERGINE DELL’EUCARISTIA
del 23 febbraio 2005
Sia lodato Gesù Cristo!
Cari figli, oggi vi esorto a preparare con cura i
vostri spiriti perché amiate la Passione di Gesù. Anche nella vostra vita
incontrerete dolore, menzogna e tradimento, ma non sarete soli a portare questo
gravoso flagello se decidete di dividere tutto con Dio. La consolazione sarà
più grande della sofferenza e vi sentirete pieni di forza perché saranno le ali
del Signore a condurvi. (La Signora si rattrista in volto e chiude gli occhi
raccogliendo le mani in sé).
Malgrado si approssimino prove sempre maggiori
per l’umanità inquieta e chiassosa, desidero che siate sereni pregando;
trarrete da questo tempo di Quaresima ogni sostegno soprannaturale necessario.
Cari figli, pregate, pregate, pregate perché Io
vi possa mostrare la volontà di Dio sino alla fine.
Satana vorrebbe riavere le vostre persone per attrarre
all’Inferno altre creature! Attenti! Desidero che comprendiate questo serio
pericolo! Offrite al Volto adorabile di Gesù il lino della vostra serietà nel
cammino di fede che state compiendo per la Grazia ed i frutti del Corpo e del
Sangue del Mio Figlio Divino.
Cari figli, cercate il Suo Cuore ed avrete la
dilatazione del vostro.
Vi benedico perché accogliete il Mio invito.
Come segno della Mia presenza vi concederò dei
benefici speciali, ma raccoglietevi ad adorare Gesù celato nei veli dell’Ostia
Santa! Riparate i vostri ed altrui peccati al fine che tanti delitti orribili
vengono fermati. Come voi vi raccomandate alla Mia intercessione di Madre così
Io Mi raccomando alla vostra obbedienza di figli ai richiami dell’Altissimo.
Vi amo, figli cari.
A presto. Arrivederci.
Questi messaggi li potrete leggere su internet: www.
verginedelleucaristia.net
Traduction en français svpMerci
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