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Il 23 giugno 1943 Maria Valtorta vede la Vergine dell'Eucaristia


 Gesù in Maria Valtorta parla della Sua Chiesa futura
e delle Sue future voci
362.2 Dice Gesù: “L’uomo si stanca. Vuole le cose rapide. E sogna le cose stolte. Quando si avvede che altro è il sogno dalla realtà, si turba e, se non è di buona volontà, flette. Non ricorda che l’Onnipotente, che poteva in un attimo fare del caos l’Universo, lo fece con fasi ordinate e separate in spazi di tempo detti giorni.
Io devo dal Caos spirituale di tutto un mondo trarre il Regno di Dio. E lo farò. Io ne costruirò le basi, le sto costruendo, e devo spezzare la roccia durissima per tagliarvi dentro le fondamenta che non crolleranno. Voi (apostoli) alzerete lentamente i muri. I vostri successori continueranno l’opera, in altezza e in larghezza. Come Io morirò nell’opera, così voi morirete, e ce ne saranno altri e altri che moriranno cruentemente o incruentemente, ma consumati da questo lavoro che richiede spirito di immolazione, di generosità, e lacrime, e sangue, e pazienza senza misura...
Contro le vostre frette, stanchezze, sconforti e così via, la Chiesa richiede calma, costanza, sforzo, fiducia. Ella richiede il sacrificio di tutti i suoi membri. Da Me che ne sono Fondatore e che ne sono la mistica Testa, a voi, a tutti i discepoli, a tutti quelli che avranno nome di cristiani e appartenenti alla Chiesa universale.
E in verità nella grande scala delle gerarchie saranno sovente i più umili, coloro che sembreranno semplicemente dei “numeri”, quelli che renderanno veramente vitale la Chiesa. In verità dovrò sovente rifugiarMi in questi per continuare a mantenere viva la fede e la forza dei sempre rinnovati collegi apostolici, e di questi apostoli dovrò farne dei tormentati da satana e dagli uomini invidiosi, superbi e increduli.
Né il loro martirio morale sarà meno penoso di quello materiale, presi come saranno fra la volontà attiva di Dio e la volontà malvagia dell’uomo, strumento di satana, che cercherà con ogni studio e violenza di farli apparire menzogneri, folli, ossessi, per paralizzare la Mia opera in loro e i frutti della stessa che sono altrettanti colpi vittoriosi contro la Bestia. E resisteranno anche senza averMi materialmente con loro.
Dovranno credere non solo a ciò che è dovere di credere, ma anche alla loro segreta missione, crederla santa, crederla utile, crederla venuta da Me, mentre intorno a loro fischierà satana per terrorizzarli, e urlerà il mondo per deriderli, e i non sempre perfettamente luminosi ministri di Dio per condannarli.
Questo è il destino delle Mie future voci.
Eppure non avrò altro modo che questo per scuotere, riportare al Vangelo e al Cristo gli uomini! Ma per tutto quello che avrò richiesto da loro, imposto loro e da loro ricevuto, oh! darò loro eterna gioia, una gloria speciale!
In Cielo è un Libro chiuso.
Solo Dio può leggerlo.
In esso sono tutte le verità.
Ma Dio talora leva i sigilli e risveglia le verità già dette agli uomini costringendo un uomo, eletto a tale sorte, a conoscere passato, presente e futuro quale il misterioso Libro lo contiene. Avete mai visto un figlio, il più buono della famiglia, od uno scolaro, il più buono della scuola, essere chiamato dal padre o dal maestro a leggere in un libro di adulti e ad averne spiegazione? Sta a fianco del padre o del maestro, circondato da un loro braccio, mentre l’altra mano del padre o del maestro segna con l’indice le righe che vuole lette e conosciute dal prediletto.
Così fa Dio con i Suoi consacrati a tal sorte. Li attira e li tiene col Suo braccio, e li forza a leggere ciò che Egli vuole, e saperne il significato, e a dirlo poi, e averne scherno e dolore.
Io, l’Uomo, sono il Capostipite di coloro che dicono la Verità del Libro celeste, e ne ho scherno, dolore e morte. Ma il Padre già prepara la Mia Gloria. Ed Io, salito ad essa, preparerò la gloria di quelli che avrò forzato a leggere nel Libro chiuso i punti che ho voluto, e al cospetto di tutta l’Umanità risorta e dei cori angelici Io li indicherò per quello che furono, chiamandoli presso di Me mentre aprirò i sigilli del Libro che ormai sarà inutile tenere chiuso, ed essi sorrideranno rivedendo scritte, rileggendo le parole che già furono loro illuminate quando soffrivano sulla terra ...
Non ci saranno solo i beati a vedere questo. Ma tutta l’Umanità. E nella parte dei dannati molti saranno di coloro che hanno deriso le voci di Dio come quelle di folli e di indemoniati, e li avranno tormentati per quel loro dono. Lunga ma doverosa rivincita concessa a questi martiri della ottusità malvagia del mondo”.


Maria Valtorta riceve la missione il 23 aprile 1943
I quaderni del 45-50 pag. 363

«Mai avrei pensato, sino al 1943, 23 aprile, Venerdì Santo, che il Maestro divino volesse, da Amico divino che mi guidava da decenni, farsi mio Maestro e rivelarmi tanti misteri e fatti; mai avrei pensato di poter capire cose tanto alte mentre il lume del suo Raggio mi faceva capace di capire..»..

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L’Immagine della Vergine dell’Eucaristia

23.9 Dice Maria SS.: «Io sono l’eterna Portatrice di Gesù. Egli è nel Seno Mio, come tu (Maria Valtorta) Lo hai visto lo scorso anno, come Ostia nell’ostensorio. Chi viene a Me, Lui trova. Chi a Me si appoggia, Lui tocca. Chi a Me si volge, con Lui parla.
Io sono la Sua veste.
Egli è l’anima Mia.
Più, più ancora unito, ora, di quanto non fosse nei nove mesi che Mi cresceva in Seno, il Figlio Mio è unito alla Sua Mamma. E si assopisce ogni dolore, e fiorisce ogni speranza, e fluisce ogni Grazia a chi viene a Me e Mi posa il suo capo sul Seno».


Maria è la Pisside

30. 11 Dice Gesù: «È sempre Maria quella che vi dà Gesù. È Lei la Portatrice dell’Eucaristia. È Lei la Pisside viva. Chi va a Maria trova Me. Chi Mi chiede a Lei, da Lei Mi riceve.”


34.15 Un Grembo portante l’Ostia
(La visita dei Magi a Gesù-Bambino)

Dice Gesù: «E, giunti davanti ad una povera casa, nella più meschina città di Giuda, essi non crollano il capo dicendo: “Impossibile”, ma curvano la schiena, le ginocchia e specie il cuore, e adorano. Là, dietro quel povero muro è Dio… Egli è là, dietro quel povero muro. Chissà se il Suo Cuore di bambino, che è pur sempre il cuore di un Dio, non sente questi tre cuori che, proni nella polvere della via, squillano:
“Santo, Santo, Santo. Benedetto il Signore Iddio nostro. Gloria a Lui nei Cieli altissimi e pace ai Suoi servi. Gloria, gloria, gloria e benedizione”?
Essi se lo chiedono con tremore di amore. E per tutta la notte e la seguente mattina preparano con la preghiera più viva lo spirito alla comunione con il Dio-Bambino. Non vanno a questo altare, che è un grembo portante l’Ostia divina, come voi vi andate con l’anima piena di sollecitudini umane. Essi dimenticano sonno e cibo e, se prendono le vesti più belle, non è per sfoggio umano ma per fare onore al Re dei re…».


637.6 La Vergine è il Ciborio

Dice Gesù: «Sta’ sicura, Mamma, che Io non Ti lascerò mai. Uscirò dal Tuo Cuore quei pochi istanti necessari alla Consacrazione del Pane e del Vino per tornarvi poi, dopo esserMi staccato da Te a fatica, con un’ansia d’amore pari alla Tua, o Mio Cielo vivo di cui Io sono il Cielo.
Non saremo mai tanto uniti come d’ora in poi. Prima c’era la Mia incapacità embrionale, poi la Mia puerizia, e poi la lotta della vita e del lavoro, e poi la missione, e poi la Croce e il Sepolcro a tenerMi lontano e impedito a dirti quanto Io Ti amo. Ma ora sarò in Te non più creatura che si forma, non più presso a Te fra gli ostacoli del mondo che interdice la fusione di Due che si amano. Ora sarò in Te come Dio, e nulla, nulla nella Terra e nel Cielo sarà atto a separare Me da Te, Tu da Me, Madre santa. Ti dirò parole di ineffabile amore, Ti darò carezze di inesprimibile dolcezza. E Tu Mi amerai per chi non Mi ama.
Oh, Tu colmi la misura dell’amore, che il mondo non darà al Cristo, col Tuo amore perfetto, Mamma.
Perciò, più che un addio, il Mio è il saluto di chi esce per un momento, come andassi a coglier rose e gigli in questo giardino fiorito. Ma Ti porterò dal Cielo altre rose ed altri gigli più belli di questi, qui fioriti. Te ne empirò il Cuore, Mamma, per farTi dimenticare il puzzo della Terra, che non vuole essere santa, e anticiparTi l’aura del beato Paradiso, dove sei attesa da tanto amore.
E l’Amore, che non sa attendere, verrà su Te fra dieci giorni. Fatti bella della Tua più bella letizia, o Madre Vergine, ché il Tuo Sposo viene. L’inverno è passato...le vigne in fiore mandano il loro profumo, ed Egli canta: “Sorgi, o tutta bella. Vieni, o mia Sposa, sarai coronata” Del Suo Fuoco Ti coronerà, o Santa e Ti farà felice del Suo Spirito, che si infonderà in Te con tutti i Suoi splendori, o Regina della Sapienza, Sua Regina, che hai saputo comprenderLo sin dal mattino della Tua vita ed amarLo come creatura al mondo mai amò».

Gesù ai lettori di Maria Valtorta:
«Non discutete se Io potevo essere realmente in Maria. Se voi dite che Dio è in cielo e in terra e in ogni luogo, perché potete dubitare che Io potessi essere contemporaneamente in Cielo e nel Cuore di Maria, che era un vivo Cielo. Se voi credete che Io sia nel Sacramento e chiuso nei vostri cibori, perché potete dubitare che Io fossi in questo purissimo e ardentissimo Ciborio che era il Cuore di Mia Madre?
Che cos’è l’Eucaristia? È il Mio Corpo e il Mio Sangue uniti alla Mia Anima e alla Mia Divinità. Ebbene, quando Ella si incinse di Me, che aveva nel seno di diverso? Non aveva il Figlio di Dio, il Verbo del Padre col Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità? Voi non Mi avete forse perché Maria Mi ha avuto e Mi ha dato a voi dopo averMi portato per nove mesi? Ebbene, come Io ho lasciato il Cielo per dimorare nel seno di Maria, così, ora che lasciavo la terra, eleggevo il seno di Maria per Mio Ciborio. E quale ciborio, in quale cattedrale, più bello e santo di questo?
La Comunione è un miracolo di amore che Io ho fatto per voi, uomini. Ma, in cima al Mio pensiero d’amore, raggiava il pensiero di infinito amore di poter vivere con Mia Madre e di farLa vivere con Me sinché non fossimo riuniti in Cielo.
Il primo miracolo lo feci per la gioia di Maria, a Cana di Galilea. L’ultimo miracolo, anzi gli ultimi miracoli, per il conforto di Maria, a Gerusalemme. L’Eucaristia e il  velo della Veronica. Questo, per dare una stilla di miele all’amaritudine della Desolata. Quello, per non farLe sentire che non c’era più Gesù sulla Terra.
Tutto, tutto, tutto, ma capitelo una volta (per tutte), voi avete per Maria! Dovreste amarLa e benedirLa ad ogni vostro respiro».


I quaderni del ‘43 pag. 184
Maria è la Vittima e la sua è una vita eucaristica

«La vita di Maria, Mia Madre, fu tutta eucaristica. La vita di Maria, la piccola vittima, deve essere tutta eucaristica.
Se Eucaristia vuol significare comunione, Maria visse eucaristicamente per quasi tutta la vita. Poiché Io in Mia Madre ero prima d’essere, come uomo, al mondo. Né, quando come uomo al mondo non fui più, cessai d’essere in Lei. Non ci siamo più separati dal momento in cui l’ubbidienza fu santificata sino all’altezza di Dio, ed Io divenni Carne nel Suo seno così puro che gli Angeli lo sono meno al paragone, così santo che tale non è nessun ciborio che M’accolga.
Solo nel Seno di Dio vi è perfezione di Santità maggiore a quella di Maria. Ella è, dopo Dio Uno e Trino, la Santa dei Santi. Se fosse concesso a voi mortali di vedere la bellezza di Maria quale essa è, ne restereste rapiti e santificati. Non c’è paragone nell’Universo che valga a dirvi cosa è Mia Madre. Siate santi e La vedrete.
E se vedere Dio è la gioia dei beati, vedere Maria è la gioia di tutto il Paradiso. Perché in Lei non soltanto si beano i cori angelici e le schiere dei Santi, ma il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo La contemplano come l’opera più bella della loro Trinità d’amore.
Non ci siamo mai separati tra Noi due. Ella aspirava a Me con tutta la forza del Suo cuore verginale e immacolato attendendo il promesso Messia. Comunione purissima di desiderio che attirava Me dal profondo del Cielo. Più viva comunione dal momento della beata Annunciazione sino all’ora della morte sulla Croce.
I Nostri spiriti erano sempre uniti dall’amore.
Comunione d’amore intensissimo e di immenso dolore durante il Mio marti­rio e nei giorni della Mia sepoltura. Comunione eucaristica dopo la gloriosa Risurrezione e l’Ascensione sino all’Assunzione che fu eterna unione della Madre purissima col Figlio divino.
Maria è stata l’anima eucaristica perfetta. Sapeva trattenere il Suo Dio con un amore ardente, una purezza superangelica, un’adorazione continua. Come separarsi da quel cuore che viveva di Me? Io rimanevo anche dopo la consumazione delle specie.
Le parole dette a Mia Madre nei Miei trentatré anni che Le fui figlio sulla terra, non sono niente di fronte ai colloqui che Io-Eucaristia ebbi con Lei-Ciborio. Ma quelle parole sono troppo divine e troppo pure perché mente d’uomo le possa conoscere e labbra d’uomo ripetere. Nel Tempio di Gerusalemme solo il sacerdote entrava nel Santo dei Santi dove era l’Arca del Signore. Ma nel Tempio della Gerusalemme celeste solo Io, Dio, entro e conosco i segreti dell’Arca santissima che è Maria, Mia Madre.
Sforzati d’imitare Maria. E, poiché è troppo ardua cosa, di’ a Maria che ti aiuti. Ciò che all’uomo è impossibile, è possibile a Dio, possibi1issimo poi se chiesto in Maria, con Maria, per Maria».

I quaderni del ‘43 pag. 57-8
Visione della Vergine dell’Eucaristia del 23 giugno 1943
(La data del 23 giugno corrisponde a quella in cui Gesù rivela a J.N.S.R. “il segreto di Maria”).

Stamane vedo la Madonna. Pare seduta, sorridente con amore, e mestizia insieme però. Ha il manto scuro che Le scende dal capo, aperto sulla veste pure scura, sembra marrone. Alla vita ha una cintura scura. Sembrano tre toni di marrone. In testa, sotto al manto, deve avere un velo bianco perché ne intravedo un lieve filino.
Sul mezzo del petto raggia un’Ostia grandissima e bellissima.
E – quello che costituisce il mirabile della visione – pare che attraverso le Specie (che qui paiono come un quarzo bellissimo: sono pane, ma paiono cristallo brillante), appaia un bellissimo bimbo. Il Bimbo-Dio.
La Madonna, che ha le braccia aperte per tenere aperto il manto, guarda me e poi china il volto e lo sguardo adoranti sull’Ostia che sfavilla nel Suo seno. Nel Suo petto, non sopra al petto. È come se, per dei mistici raggi X, io potessi vedere nel petto di Maria, o meglio è come se dei raggi X facessero apparire al di fuori quello che è dentro a Maria. Quasi Questa fosse di un corpo senza opacità. Non so spiegare.
Insomma io vedo questo e Gesù me lo spiega. La Vergine non parla. Sorride solo. Ma il Suo sorriso è eloquente come mille parole e più ancora.
Come mi piacerebbe saper dipingere per fargliene ( al padre spirituale) copia e fargliela vedere. E soprattutto le vorrei far vedere le diverse luminosità. Sono tre: una, di una pacata soavità, costituita dal corpo di Maria, è l’involucro esterno e protettore della seconda, raggiante e viva luminosità costituita dalla grande Ostia.
Una luce vittoriosa, direi, per usare parola umana, la quale fa da involucro interno al Gioiello divino che splende come fuoco liquido di una bellezza che non si descrive e che è, nella Sua infinita bellezza, infinitamente dolce, ed è il piccolo Gesù che sorride con tutte le Sue carni tenerelle e innocenti per la natura Sua di Dio e per la età Sua di infante.
È uno splendore, questo terzo sotto i veli degli altri due splendori, che non c’è paragone a descriverlo. Bisogna pensare al sole, alla luna, alle stelle, prendere le luci diverse di tutti gli astri, farne un unico vortice di luce che è oro fuso, diamante fuso, e questo dà una pallida similitudine di quanto vede il mio cuore in quest’ora beata. Cosa sarà il Paradiso avvolto da quella luce?
Ugualmente non c’è paragone atto a dire la dolcezza del sorriso di Maria. Regale, santo, casto, amoroso, mesto, invitante, confortevole…sono parole che dicono uno e dovrebbero dire mille per accostarsi a quello che è quel sorriso verginale, materno, celeste.


Maria Valtorta definisce la visione di Maria SS. del ’43 col titolo di Vergine dell’Eucaristia.
I quaderni del ‘44 pag. 347(visione della Pentecoste).

Maria è vestita di azzurro cupo. Sotto ha il velo bianco. Ma ha anche il manto sul capo. L’unica a capo coperto. E mi ricorda molto la Vergine dell’Eucaristia quale Mi apparì lo scorso mese di giugno (1943).

 


I quaderni del ‘45-50 pag. 274 

Mia Madre fu la perfezione delle anime eucaristiche. Eucaristia vuol dire avere in sé Dio con la Sua Divinità e con la Sua Umanità


«Maria, Mia Madre, fu la perfezione delle anime eucaristiche. Eucaristia vuol dire avere Dio in se stessi con la Sua Divinità e con la Sua Umanità. Maria ebbe Dio nel Suo spirito con la Sua Divinità da quando fu concepita nel seno di Anna; ebbe Dio con la Sua Umanità quando da figlia divenne Sposa di Dio e di Dio fu gravida; ebbe Dio con il Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità, dalla sera del Giovedì Santo alla Sua Dormizione, perché l’Eucaristia fu il Suo Cibo, e il Suo Seno e il Suo spirito fu il ciborio dell’Eucaristia».


I quaderni del ‘44 pag. 560
Maria è la Santa Pisside

«Nessuno, per grande che sia, può venire nel Mio cospetto se non riconosce in Maria, Porta chiusa da cui solo Dio è entrato, la Madre del Salvatore, la Madre-Vergine, la Madre divina.
Io l’ho accomunata alla Mia sorte di Vivente in Cielo per dirvi quale sia la Sua gloria. Unicamente inferiore a Dio Ella è, perché da Lui creata. Ma la Sua Maternità e il Suo Dolore di Corredentrice La fanno eccelsa su ogni creatura. Porta di Dio, da Essa sgorga Fede, Speranza, Carità; da Essa temperanza, giustizia, fortezza, prudenza; da Essa Grazia e grazie; da Essa salute, da Essa vi viene il Dio fatto Carne.
O Madre Mia!
Per il Pontefice e per l’ultimo dei credenti sei Tu la santa Pisside in cui l’Eucaristia attende di essere data a chi crede. Tutte le Grazie passano attraverso il Tuo corpo Inviolato, attraverso il Tuo Cuore immacolato. E misteri e Verità, e Sacramenti e doni, vengono conosciuti con vera sapienza e gustati con conoscenza e frutto solo da quelli che sanno chiederli a Te, davanti a Te.
Tu schermo fra il Sole e le anime e fra le anime e Dio, per cui la Divinità può esser contemplata dall’uomo e l’umanità esser presentata al Perfetto. Tu, Madre che hai dato Dio all’uomo e dai l’uomo a Dio, istruendolo col Tuo sorriso e col Tuo amore.
Mio piccolo Giovanni (Maria Valtorta), vieni sempre a Me passando per Maria. È il segreto dei santi. E la Porta chiusa, che non si aprì né s’aprirà mai per violenza umana, la Porta santa per cui solo Dio può passare, si apre al tocco di amore di un figlio di Dio. Si apre benigna. Quanto più umile e semplice è quello spirito che a Lei si volge e tanto più Ella si apre e vi accoglie. Vi accoglie per insegnarvi la Sapienza e l’Amore tenendovi fra le Sue braccia di Madre».

I quaderni del 45-50 ( 16-5-47) pag. 456
Visione del Cuore-Ostia di Maria SS. così come è anche nella Rivelazione di Amsterdam della “Signora di tutti i popoli” quando la Vergine apparirà in cielo il giorno del Suo riconoscimento con i titoli di Corredentrice, Avvocata e mediatrice, giorno questo anche del “Miracolo” di Garabandal (Spagna).

«Ho la visione e la comprensione di quello che è il Cuore Immacolato di Maria.
Visione: uno splendidissimo Cuore simile a una raggiante luna, simile a luminosa perla dalla luce lunare... È tutto luce. Una paradisiaca luce! Più bianca di Ostia raggiante in un ostensorio! Più luminoso di luna splendente in tersissimo cielo! Più vago di enorme perla! Tutto luce! Splende là, al  centro del petto purissimo. Un candore che brilla nel candore del corpo glorificato di Maria SS. di Fatima...
E lo Spirito Santo mi dà questa lezione e comprendo:
Da quel Cuore vennero le stille per formare il Cuore all’incarnato Verbo. Da quale candore doveva venire quel sangue necessario a formare l’embrione umano del SS. Figlio di Dio! Sangue purissimo da purissima Sorgente. Candore che sgorga da fonte immacolata per circondare di candore l’Anima creata al Verbo, concepito dall’Amore col Candore. Sui palpiti di stella purissima di questo Cuore, Delizia Mia, si è informato il pulsare del Cuor divino.
Pensa tu quale perfezione totale di sentimenti e di movimenti avrà avuto questo Cuore immacolato sul ritmo del quale – ritmo di palpiti fisici, ritmo di palpiti morali, ritmo di palpiti spirituali – si formò ad esser Cuore d’Uomo-Dio il cuore del Figlio concepito dalla Vergine.
Guarda, bèati. Non c’è luce più bella in Paradiso, dopo la Nostra, di questa. E non c’è luce più dolce. Non c’è. Noi, i Tre gloriosi, troviamo in questa luce la gioia nostra. I beati la loro. Gli Angeli la loro. Il Paradiso splende di questa luce dell’immacolato Cuore di Maria Nostra. Quella  luce che tu dici indescrivibile, ed è voce e letizia del paradiso, promana da questo Seno, da questo Cuore dell’eterna Vergine.
Volesse l’uomo che si spandesse sulla Terra! Sarebbe la seconda redenzione, il secondo perdono... la finale Salvezza! Oh! il perdono al mondo per Maria!
Ma il mondo respinge la Madre che lo partorirebbe alla pace.

LE LACRIME E LA CORREDENZIONE

34.17 Dice Gesù: «È sempre Maria che prende la mano di Gesù e la guida. Anche ora. Delle volte la Sua mano trafitta cade stanca e sfiduciata, perché sa che è inutile benedire. Voi distruggete la Mia Benedizione. Cade anche sdegnata, perché voi Mi maledite. E allora è Maria che leva lo sdegno a questa mano col baciarla.
Oh, Il bacio di Mia Madre! Chi resiste a quel bacio? E poi prende con le Sue dita sottili, ma così amorosamente imperiose, il Mio polso e Mi forza a benedire.
Non posso respingere Mia Madre. Ma bisogna andare da Lei per farla Avvocata vostra. Essa è la Mia Regina prima d’essere la vostra, ed il Suo amore per voi ha indulgenze che neppure il Mio conosce. Ed Essa, anche senza parole ma con le perle del Suo pianto e col ricordo della Mia Croce, il cui segno Mi fa tracciare nell’aria, perora la vostra causa e Mi ammonisce: “Sei il Salvatore. Salva”».

44.12 Dice Gesù:  «Maria, che sapeva la Sua sorte durante quei tre anni e quella che L’attendeva alla fine degli stessi e la sorte Mia, non recalcitrò co­me voi fate, pianse… Pianse perché era la Corredentrice e la Madre del genere umano rinato a Dio, e doveva piangere per tutte le mamme che non sanno fare, del loro dolore di madri, una corona di Gloria eterna.
Quante madri nel mondo, a cui la morte svelle dalle braccia una creatura! Quante madri a cui un soprannaturale Volere strappa dal fianco un figlio! Per tutte le Sue figlie, come Madre dei cristiani, per tutte le Sue sorelle, nel dolore di madre orbata, ha pianto Maria. E per tutti i figli che, nati da donna, sono destinati a divenire apostoli di Dio o martiri per amore di Dio, per fedeltà a Dio, o per ferocia umana.
Il Mio Sangue e il pianto di Mia Madre sono la mistura che fortifica questi segnati a eroica sorte, quella che annulla in loro le imperfezioni, o anche le colpe commesse dalla loro debolezza, dando, oltre al martirio, comunque subito, la Pace di Dio e, se sofferto per Dio, la Gloria del Cielo…
Pianse perché era la Corredentrice e la Madre del genere umano rinato a Dio, e doveva piangere per tutte le mamme che non sanno fare, del loro dolore di madri, una corona di Gloria eterna…
Queste lacrime le trovano le Mie care “vittime”, perché Maria è la prima vittima delle vittime per amore di Gesù, ed alle Sue seguaci Ella dà, con mano di Madre e di Medico, le Sue lacrime che ristorano ed inebriano a più alto sacrificio.
Santo pianto quello della Madre Mia!»

     157.7 (dialogo di Gesù a Maria SS.)
«Dovrai mettere questa Tua mano di candore sulle piaghe, chinarTi con i Tuoi sguardi di colomba paradisiaca sulle deformità infernali, aspirare il lezzo del peccato, e non fuggire. Ma anzi raccoglierTi sul cuore questi mutilati da satana, questi aborti, questi putridumi, e lavarli col pianto, e portarli a Me...».

168.9 Dice Maria:  «Lascia che io ti parli del supremo Amore che Mi ha dato il Figlio perché Io Lo doni al mondo. Mi ha tratto dalla beata ignoranza della Mia Verginità consacrata perché il mondo avesse il Perdono. Mi ha tratto non sangue dal parto ma dal cuore col rivelarMi che la Mia Creatura è la Gran Vittima.
GuardaMi, figlia.
In questo cuore è una gran ferita. Geme da trenta e più anni e sempre più si allarga e Mi consuma. Sai che nome ha?...
Amore. È amore questo che Mi svena per fare che non sia solo il Figlio nel salvare. È amore che Mi dà fuoco perché Io purifichi coloro che non osano andare al Figlio Mio. È amore che Mi dà pianto perché Io lavi i peccatori. Tu volevi la Mia carezza. Ti do le Mie lacrime che ti fanno già bianca per poter guardare il Mio Signore…”

       420.11 Dice Gesù: “Ma pensate che, come per la donna entrò il Male, per la Donna è giusto entri il Bene nel mondo. Vi è da annullare una pagina scritta da satana. E lo farà il pianto di una Donna... Capovolgerà Eva col suo triplice peccato.”

442.8 Dice Gesù: «Le lacrime della Madre di Dio... di Quella che, senza Colpa, non fu esente dal dolore e soffrì più di ogni altra donna, per essere la Corredentrice».


I quaderni del ‘43 pag. 345
L’incenso delle lacrime di Maria SS. contro l’ira di Dio

Dice Gesù: “Se è detto nell’Apocalisse che agli ultimi tempi un Angelo farà l’offerta dell’incenso più santo al trono di Dio, avanti di spargere il fuoco primo dell’ira divina sulla terra, come non pensate che fra le preghiere dei santi, incenso imperituro e degno dell’Altissimo, non siano, prime fra tutte, le lacrime, oranti più di qualsiasi parola, della Mia Santa benedetta, della Mia Martire dolcissima, della Madre Mia, raccolte dall’Angelo che portò l’Annuncio e che raccolse l’adesione, del testimone angelico degli Sponsali soprannaturali per i quali la Natura Divina contrasse legame con la natura umana, attrasse alle Sue altezze una carne e abbassò il Suo Spirito a divenire carne per la pace fra l’uomo e Dio?
Gabriele e i suoi celesti compagni curvi sul dolore di Gesù e di Maria, impossibilitati a sollevarlo, perché era l’ora della Giustizia, ma non assenti da esso, hanno raccolto nel loro intelletto di luce tutti i particolari di quell’ora, tutti, per illustrarli, quando il tempo non sarà più, alla vista dei risorti: gaudio dei beati e condanna prima dei reprobi, anticipo a questi e a quelli di ciò che sarà dato da Me, Giudice supremo e Re altissimo.”

I quaderni del 45-50 pag. 513
Maria Madre vittima per i peccati degli uomini

Dice Maria: “Per quanto non si mediti, e non si accetti, e non si creda, sul Mio dolore, e la descrizione di esso paia avvilente, e la si voglia negare, proprio perché non si sa meditare sul Mio dolore di Madre e di credente, io sono stata la vittima insieme al Figlio Mio. E lo sono. Perché ogni offesa a Lui fatta percuote il Mio cuore, flagella il Mio amore per Lui, così come ogni suo soffrire di quel giorno di Passione fu flagello, percossa, spina, chiodo, urto, caduta Mia.
SalutaMi, Maria, così: “Ave, Maria, Madre Vittima per i peccati degli uomini, prega per noi.” Il Mio nuovo titolo è questo: Maria immacolata vittima trafitta dai peccati del mondo.”








L’UNZIONE


I quaderni del ’44 pag. 40-41

L’Uliva speciosa


Maria SS. dice:
«Io sono la Madre. La Madre che l’Amore ha fatta Madre del Bell’amore. Io sono Quella in cui riposa, come in un’arca, la manna della Grazia. Colma ne sono di Grazia, né Dio pone limite al Mio potere di effonditrice di questo divino tesoro. Io sono la Madre della Verità che in Me si fece Carne.
Io sono la portatrice della Speranza dell’uomo. Attraverso Me la speranza dei patriarchi e dei profeti è divenuta realtà. Io sono la sede della Sapienza che Mi fece Sua e Madre del Figlio di Dio.
Venite, che io vi porti al Cristo tenendovi per mano, con questa Mia mano che ha sorretto i primi passi del Gesù-Salvatore per le vie della terra e che Gli ha insegnato a camminare perché sollecito salisse al Golgota per salvare voi, a Me più cari, perché i più infelici fra tutti gli uomini, i condannati che lotto per strappare al potere che vi trascina all’abisso; per salvare al Cielo.
Guardate quanto ho pianto per voi. Ché voi non siete coloro che cadono trascinati da peso di carne, così impetuoso e improvviso che vi abbatte senza darvi tempo e modo di reagire. Voi siete quelli che tenacemente, scientemente, commettono la colpa che non è perdonata, l’ha detto il Figlio Mio. Voi negate la Verità per farvi, di menzogne nefande, delle verità. Voi divenite luciferi. E potreste esser Angeli!
Non chiedo molto da voi. Sol che Mi amiate come una Madre, sol che Mi chiamiate. Il Mio nome sarà già miele alle vostre labbra attossicate. E sarà Salvezza perché dove è Maria là è Gesù, e chi ama Me non può non amare la Verità che è il Figlio delle Mie carni. Io non rimprovero, io non condanno. Io amo. Unicamente amo.
Non vi devo far paura perché sono più mite di agnella e più pacifica dell’ulivo. Tanto mite che, superando le agnelle, ho lasciato che Mi venisse strappata dal Seno la Mia Creatura e Mi fosse sacrificata su cruento altare senza reagire, senza maledire.
Tanto superiore all’ulivo, che ho fatto, da Me stessa, di Me stessa uliva nella mola, e Mi sono fatta torchiare dal Dolore per stillare dal Mio verginale e materno cuore immacolato l’olio per medicare le vostre ferite e per consacrarvi al Cielo.
PosateMi nel grembo la testa malata. Io la guarirò e vi dirò le parole che la Sapienza Mi dice per condurre voi alla Luce di Dio».


Io sostituisco la cenere con l’oro, l’olio alle lacrime.

      132.5 Dice Gesù: «Io vi dico: l’anno di grazia è venuto. Non piangete voi tristi della tristezza di chi si sente peccatore, non lacrimate, esuli dal Regno di Dio. Io sostituisco la cenere con l’oro, l’olio alle lacrime.
A festa vi vesto per presentarvi al Signore e dire: “Ecco le pecorelle che Tu Mi mandasti a cercare. Io le ho prese frammezzo a tutti i popoli, le ho riunite da tutte le regioni per condurle alla Terra non più terra che per esse Tu hai preparato, o Padre santo, per portarle sulle cime paradisiache dei tuoi monti opimi dove tutto è luce e bellezza, lungo i rivi delle celesti beatitudini dove si satollano di Te gli spiriti da Te amati.
Sono andato in cerca anche delle ferite, ho guarito le fratturate, ho ristorato le deboli, non ne ho trascurato una sola. E la più sbranata dagli avidi lupi dei sensi Me la sono messa come un giogo d’amore sulle spalle e te la poso ai piedi, Padre benigno e santo, perché ella non può più camminare, non sa le Tue parole, è una povera anima inseguita dai rimorsi e dagli uomini, è uno spirito che rimpiange e trema, è come un’onda spinta e respinta dal flutto sul lido.
Viene col desiderio, la respinge la cognizione di sé... Aprile il Tuo seno, Padre tutto amore, perché in esso trovi pace questa creatura smarrita. Dille: “Vieni”. Dille: “Sei Mia”. Fu di tutto un mondo. Ma ne ha nausea e paura. Dice: “Ogni padrone è uno sgherro lurido”.
Fa’ che possa dire: “Questo mio Re mi ha dato la gioia d’esser presa!”
Non sa cosa sia l’Amore.
Ma se Tu l’accogli saprà cosa è questo Amore celeste che è l’Amore nuziale fra Dio e lo spirito umano, e come un uccello liberato dalle gabbie dei crudeli salirà, salirà, sempre più in alto, sino a Te, al Cielo, alla gioia, alla gloria, cantando: “Ho trovato Colui che cercavo. Non ha altro desiderio il mio cuore. In Te mi poso e giubilo, Signore eterno, nei secoli dei secoli beata!»


L’apologo di Abimelec: significato e valore dell’olio

246.3 «Gli alberi (l’umanità) vollero eleggersi un re e andarono dall’ulivo. Ma questo, albero sacro e consacrato ad usi soprannaturali, per l’olio che arde davanti al Signore ed è parte preponderante nelle decime e nei sacrifici, che presta il suo liquido a formare il balsamo santo per l’unzione dell’altare, dei sacerdoti e dei re, e scende con proprietà direi quasi taumaturgiche nei corpi o sui corpi malati, rispose: “Come posso io mancare alla mia vocazione santa e soprannaturale per avvilirmi in cose della terra?»

341.1 Sintica nel viaggio in nave verso Antiochia usa l’olio di Maria SS. e ottiene la guarigione del marinaio colpito gravemente alla testa. Gesù è stato colpito dai farisei alla mano e gli apostoli non trovando risultato dal semplice olio usato vorrebbero quello già sperimentato di Maria SS. per sanare rapidamente la ferità della Sua mano.
«Gesù a Pietro: “Tu Mi vuoi bene e il tuo amore è un grande olio salutare”.
“Oh! allora, se è per questo, dovresti già esser guarito! Abbiamo sofferto tutti di vederTi trattato così, e c’è chi ha pianto”.
“Olio e acqua sono buona medicina, ma il pianto d’amore e la pietà è più potente di tutto. E, vedete? Io sono molto più lieto oggi di ieri. Perché oggi so quanto siete ubbidienti e amorosi di Me”».


L’unguento di Maria

366.9 Dalla lettera di Sintica (la schiava greca mandata ad evangelizzare la Siria), inviata a Gesù:
«… Altro mezzo di penetrazione è l’unguento di Maria. Ne ho fatto molto, di novello, con le essenze qui esistenti, e ad esso ho mescolato una particella di quello originario, per santificarlo. Ulceri e dolori, ferite e mal di petto scompaiono. Vero è che io, mentre spalmo e fascio, non faccio che dire i due Nomi santi: Gesù-Maria… Anzi, giocando sul nome greco di Cristo, ho chiamato questo balsamo: “Unto Mirra”. Non è forse così? Non c’è in esso l’essenza salutifera della Mirra di Dio che Ti ha generato, o prezioso Olio che ci fai re? pregherei la Santa di prepararne ancora e mandarmelo per i Tabernacoli, per poterlo mescolare all’altro fatto dalla infima serva di Dio».


I quaderni del ‘44 pag. 12
L’olio

Dal Vangelo di Marco 6,13: «… “e ungevano con olio gli infermi e li guarivano”.
Nella empirica medicina di allora l’olio aveva una parte principale. Né si può dire che fosse nociva o meno efficace delle vostre complicate medicine di ora. Anzi era di certo più innocua. Ma non era nell’olio che risiedeva il potere di guarigione per gli infermi ai quali gli apostoli Miei compievano le unzioni. Come sempre, alla pesantezza umana era necessario un segno visibile. Chi avrebbe potuto credere che il tocco della mano di quei poveri uomini che erano i Miei apostoli, conosciuti come pescatori e popolani, potesse risanare? Se lo avessero creduto avrebbero detto: Risanate per potere del principe dei demoni”. Come lo hanno detto a Me. E li avrebbero accusati come posseduti dai demoni. Ciò non doveva essere. Perciò dètti loro il mezzo, umano, per essere creduti, se non altro, degli empirici. Ma il potere era Dio che lo infondeva in loro per fare proseliti alla Sua Dottrina.


I quaderni del ‘45-50 pag. 478, 79

 L’olio sparso dei discepoli sui malati non fu sacramento che dopo che Io istituii il Sacramento dell’Estrema Unzione


Dice Gesù:
«L’olio ai tempi Miei era molto usato in forma di unguento da frizionare o stendere sulle parti malate, solo e con resine ed essenze.
Aveva solo potere curativo.
Anzi non aveva neanche quello in modo speciale. Aveva il solito potere curativo, per se stesso, che era molto relativo in certe serie malattie, quelle che venivano presentate ai Miei discepoli perché dichiarata vana ogni cura per essi...
Non era dunque l’olio per se stesso quello che guariva, se applicato dai Miei apostoli, ma il potere che avevo dato loro, quello che guariva…
Quando Io istituii il Sacramento dell’Olio Santo, composto secondo le regole della liturgia mosaica, esso acquistò il potere di guarire le piaghe dell’Anima, di cancellarne i segni, le cicatrici rimaste dopo l’assoluzione dei peccati ottenuta dopo sincera confessione e per i meriti del Mio Sacrificio.
Due poteri dell’olio ben distinti. Sui malati delle membra, e sino alla istituzione del Sacramento dell’Estrema Unzione, per guarire i mali del corpo. Sui morenti, prossimi al Giudizio, per guarire l’anima prima del suo incontro con Dio Giudice e, se benigno si piegasse Dio alle preghiere dei congiunti, per rendere anche salute al corpo, concedendogli nuovo tempo nel mondo per acquistare nuovi meriti, o meriti soltanto, se prima non ne aveva acquistati colui che otteneva per il Sacramento anche salute fisica.
Concludendo: l’olio sparso dai discepoli sui malati non fu sacramento altro che dopo che Io istituii il Sacramento da applicarsi in caso mortale, secondo il modo che la Sapienza aveva insegnato».


SORGENTE D’OLIO SANTO
DELLA PERENNE UNZIONE

Il Fiore-Maria
si muterà in frutto di mandorla
e pieno di unzione


457.3 (dai Numeri 20, 1-24):
«L’Altissimo disse a Mosè e ad Aronne: “Prendete la verga e parlate alla rupe e scaturiranno fiumi per la sete del popolo, onde non si lamenti più”.
All’eterno Sacerdote, l’Altissimo ha detto ancora una volta, per porre fine ai lamenti del popolo suo:
“Prendi la verga germogliata dalla stirpe di Jesse, e un fiore verrà da lei non toccata da fango umano, e si muterà in frutto di mandorla dolce e pieno di unzione. E con essa mandorla della radice di Jesse, con esso germoglio mirabile su cui poserà lo Spirito del Signore coi suoi sette doni, percuoti la pietra d’Israele, perché getti acqua abbondante per la salute sua”.
Il Sacerdote di Dio è lo stesso Amore.
E l’Amore fece una Carne gettando il Suo Germoglio fuor della radice di Jesse che fango non aveva nutrita, e la Carne era quella del Verbo incarnato, dell’atteso Messia mandato a parlare alla roccia perché si fendesse.
Perché fendesse la sua crosta di superbia e di cupidigia e accogliesse le acque che Dio ha mandato, le acque sgorganti dal Suo Cristo, l’olio soave del Suo amore, a farsi malleabile, buona, a santificarsi accogliendo nel suo cuore il dono dell’Altissimo al suo popolo.
Ma Israele (i cristiani) non vuole l’Acqua viva nel suo seno. Resta chiuso, duro, e specie resta tale nelle persone dei suoi grandi, contro i quali la verga fiorita e fruttificata per solo potere divino inutilmente batte e parla.
E in verità vi dico che molti di questo popolo non entreranno nel Regno, mentre molti che di questo popolo non sono vi entreranno, perché avranno saputo credere ciò che i sacerdoti d’Israele non vollero credere.
Per questo Io sono in mezzo a voi come segno di contraddizione, e voi sarete giudicati per il modo come mi saprete comprendere.


Maria, Colomba che porta l’ulivo,
ci annuncia la Pace del Nuovo Regno

525.7 (Sabea di Carmel della stirpe di Aronne parla della Vergine).

«Ella ha rapito il Cuore di Dio con uno solo dei Suoi palpiti di colomba. La bellezza del Suo spirito ha sedotto l’Altissimo ed Egli di Lei ha fatto il Suo trono.
Maria d’Aronne peccò perché in lei era il peccato.
Debora giudicò ciò che era da farsi, ma non operò con le sue mani.
Giaele fu forte, ma si sporcò di sangue.
Giuditta era giusta e temeva il Signore, e Dio fu nelle sue parole e le permise l’atto perché fosse salvato Israele, ma per amor di patria usò astuzia omicida.
Ma la Donna che Lo ha generato supera queste donne, perché è l’Ancella perfetta di Dio e lo serve senza peccare. Tutta pura, innocente e bella, è il bell’Astro di Dio, dal suo sorgere al suo tramontare. Tutta bella, splendente e pura per essere Stella e Luna, Luce agli uomini per trovare il Signore. Non precede e non segue l’Arca santa come Maria d’Aronne, perché Arca è Ella stessa. Sulla torbida onda della terra, coperta dal diluvio delle colpe, Ella scorre e salva, perché chi entra in Lei trova il Signore. Colomba senza macchia, esce e porta l’ulivo, l’ulivo di pace agli uomini, perché Ella è Uliva speciosa.
Tace, e nel Suo silenzio parla e opera più di Debora, Giaele e Giuditta, e non consiglia battaglia, non incita a stragi, non sparge altro sangue che il Suo più eletto, quello col quale ha fatto il Suo Figlio…».
Gesù dice: «La Donna schiaccerà la testa del Serpente...».



MANDURIA
IL TALLONE DI MARIA


5.12 Dice Gesù: «Ecco allora Dio crearsi la Sposa e dirLe: "Vieni Meco. Al Mio fianco vedi quanto Io faccio per il Figlio Nostro… SiiMi presso mentre faccio le coppe dei mari e dei fiumi.
Alzo le montagne e le dipingo di neve e di selve, mentre semino le biade e gli alberi e le viti, e faccio l’ulivo per te, Mia Pacifica, e la vite per Te, Mio Tralcio che porterai il Grappolo eucaristico…
Fischia, o satana, il tuo livore mentre Ella nasce. Questa Pargola ti ha vinto! Prima che tu fossi il Ribelle, il Tortuoso, il Corruttore, eri già il Vinto, e Lei è la tua Vincitrice. Mille eserciti schierati nulla possono contro le tue scaglie, o Perenne, e non vi è vento che valga a disperdere il lezzo del tuo fiato.
Eppure questo calcagno d’infante… ecco che ti preme senza paura, ecco che ti confina nel tuo antro… Sei vinto. Il Suo nome, il Suo sguardo, la Sua purezza sono lancia, folgore e pietrone che ti trafiggono, che ti abbattono, che ti imprigionano nella tua tana d’Inferno, o Maledetto, che hai tolto a Dio la gioia d’esser Padre di tutti gli uomini creati!...»


Il significato del Nome di Maria apparirà chiaro
in un ora tremenda di strazio

207.10 Dice Gesù: “La nuova Eva è stata concepita dal Pensiero ai piedi del paradisiaco pomo perché del Suo riso e del Suo pianto fugasse il serpente e disintossicasse l’attossicato frutto. Lei si è fatta Albero dal Frutto redentore. Venite, amici, e mangiatene. Perché nutrirsi della Sua dolcezza è nutrirsi del miele di Dio”.a Redenzione del mondo attraverso il perpetuo insegnamento della Sua Chiesa. _____________________________
346.3 Dice Gesù: «Maria si ama perché è “Maria” Vi ho detto, andando a Cesarea, che solo coloro che uniranno fede perfetta ad amore perfetto giungeranno a sapere il vero significato delle parole: “Gesù, il Cristo, il Verbo, il Figlio di Dio e il Figlio dell’uomo”.
Ma ora anche vi dico che c’è un altro nome denso di significati. Ed è quello di Mia Madre. Solo coloro che uniranno perfetta fede a perfetto amore giungeranno a sapere il vero significato del nome “Maria”, della Madre del Figlio di Dio.
E il vero significato comincerà ad apparire chiaro ai veri credenti e ai veri amorosi in un’ora tremenda di strazio, quando la Genitrice sarà suppliziata col Suo Nato, quando la Redentrice redimerà col Redentore, agli occhi di tutto il mondo e per tutti i secoli dei secoli...
Perché esserMi Madre per la carne sarebbe già grande cosa. Pensate che è ricordata Anna di Elcana come madre di Samuele. Ma egli non era che un profeta. Eppure la madre è ricordata per averlo generato. Perciò ricordata, e con lodi altissime, lo sarebbe Maria per avere dato al mondo Gesù il Salvatore.
Ma sarebbe poco, rispetto al tanto che Dio esige da Lei per completare la misura richiesta per la redenzione del mondo. Maria non deluderà il desiderio di Dio. non lo ha mai deluso. Dalle richieste di amore totale a quelle di sacrificio totale, Ella si è data e si darà.
E quando avrà consumato il massimo sacrificio, con Me, per Me, e per il mondo, allora i veri fedeli e i veri amorosi capiranno il vero significato del suo Nome.
E nei secoli dei secoli, ad ogni vero fedele, ad ogni vero amoroso, sarà concesso di saperlo. Il Nome della Grande Madre, della Santa Nutrice, che allatterà nei secoli dei secoli i pueri di Cristo col suo pianto per crescerli alla Vita dei Cieli...
Ogni madre piange.
E la Mia piangerà più di ogni altra...
Io non Le do dolore come Figlio suo.
Ma gliene darò come Redentore. Due saranno quelli che faranno piangere di un pianto senza fine la Madre Mia: Io per salvare l’Umanità, e l’Umanità col suo continuo peccare. Ogni uomo vissuto, vivente, o che vivrà, costa lacrime a Maria. Perché ogni uomo costa torture a Me per redimerlo!»

I quaderni del ’43 pag. 670
Gli eletti nell’ora del dolore

«Quando nella generale sventura vedete gli uomini agitarsi e sconvolgersi e dare in smanie di ingiusto dolore, non unitevi ad essi. Compiangete le comuni sventure, ma riconoscendole segno di Giustizia divina non abbandonatevi a squilibri umani….

I colpevoli facciano cordoglio poiché quest’ora è loro frutto. Voi prostratevi davanti alla Mia Gloria ( la Croce gloriosa) e beneditela poiché con un castigo ancora richiama l’umanità fedifraga e idolatra al Dio unico e santo, e rimanete in Me.
L’olio dell’amore è su voi e da voi trabocca sul mondo. Voi siete quelli che lo attirano, voi preziosi vasi in cui si fanno incenso i sacrifici della vostra vita, ardenti lampade che nessun vento turba, e tendete il vostro spirito acceso come fiamma diritta verso il Mio altare.
Non dimenticate la vostra elezione e non profanate il segno regale con contaminazioni umane. Rimanete nel Tabernacolo a benedire per chi maledice, a pregare per chi ha bisogno di ogni misericordia. Il mondo sarà salvo per voi».

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LA CONSACRAZIONE


I quaderni del ’44 pag. 40 -41
Il pianto e l’olio della Consacrazione a Maria

«Maria SS. dice: “Io sono la Madre. La Madre che l’Amore ha fatto Madre del bell’Amore. Io sono Quella in cui riposa come in un arca, la manna della Grazia. Colma ne sono di Grazia, né Dio pone limite al Mio potere di effonditrice di questo tesoro. Io sono la Madre della Verità che in Me si fece Carne. Io sono la Portatrice della Speranza dell’uomo. Attraverso Me la Speranza dei patriarchi e dei profeti è divenuta realtà. Io sono la sede della Sapienza che Mi fece Sua e Madre del Figlio di Dio.
Venite, che Io vi porti al Cristo tenendovi per mano, con questa Mia mano che ha sorretto i primi passi del Gesù-Salvatore per le vie della terra e che gli ha insegnato a camminare perché sollecito salisse al Golgota per salvare voi, a Me più cari, perché i più infelici fra tutti gli uomini, i condannati che lotto per strappare al potere che vi trascina all’abisso; per salvare al Cielo.
Guardate quanto ho pianto per voi.
Che voi non siete coloro che cadono trascinati da peso di carne, così impetuoso e improvviso che si abbatte senza darvi tempo e modo di reagire.
Voi siete quelli che tenacemente, scientemente, commettono la colpa che non è perdonata, l’ha detto il Figlio Mio. Voi negate la Verità per farvi, di menzogne nefande, delle verità. Voi divenite Luciferi. E potreste esser Angeli.
Non chiedo molto da voi. Sol che Mi amiate come una Madre, sol che Mi chiamiate. Il Mio nome sarà già miele alle vostre labbra attossicate. E sarà Salvezza, perché dove è Maria là è Gesù, e chi ama Me non può non amare la Verità che è il Figlio delle Mie carni. Io non rimprovero, Io non condanno. Io amo. Unicamente.
Non vi devo far paura perché sono più mite di agnella e più pacifica dell’ulivo. Tanto mite che, superando le agnelle, ho lasciato che Mi venisse strappata dal Seno la Mia Creatura e Mi fosse sacrificata su cruento altare senza reagire, senza maledire. Tanto superiore all’ulivo, che ho fatto, da Me stessa, di Me stessa uliva alla mola e Mi sono fatta torchiare dal Dolore per stillare dal Mio verginale e materno cuore immacolato l’olio per medicare le vostre ferite e per consacrarvi al Cielo. PosateMi nel grembo la testa malata. Io la guarirò e vi dirò le parole che la Sapienza Mi dice per condurre voi alla Luce di Dio».


Il valore dell’intercessione di Maria

199.9 (Pietro per ottenere un favore da Gesù si rivolge alla Madre e Gesù riconosce la potenza della Sua intercessione). Gesù a Pietro:
 – Mi hai corrotto la Madre… Che ti devo fare? Ma Gesù sorride e Pietro si rassicura.
– Oh, dice, mi hai fatto proprio paura! Ma ora ridi... Che vuoi da me, Maestro? La vita? Non ho più che quella, perché mi hai preso tutto... Ma se vuoi te la do.
– Non ti voglio prendere. Ma ti voglio dare. Però non approfittartene della vittoria e non dare il segreto agli altri, furbissimo uomo che vinci il Maestro con l’arma della parola materna…



GESÙ RE DELLA RIVELAZIONE

A Manduria Gesù si presenta con il titolo di Re della Rivelazione.
A Roma, alle Tre Fontane la Madonna si è presentata col titolo di Vergine della Rivelazione

I quaderni del 45-50 pag. 360
La Madonna delle tre Fontane
è apparsa al Cornacchiola il 12 aprile 1947

La Madonna è apparsa e ha parlato nella grotta delle Tre Fontane (luogo in cui fu tagliata la testa a San Paolo, la quale rimbalzò tre volte, da cui scaturirono le tre fontane).
Parlò a questo signor Cornacchiola...  un violento... arso dalla vampa della sua passione anticattolica... Maria SS., apparendo alle Tre Fontane, oltre alle mirabili cose che compie e che insegna, è venuta a rinfrescare la promessa di Gesù a Santa Margherita Maria... i nove venerdì che sono caparra di Salvezza.
«La veste nera (sacerdotale) per terra e una croce infranta”... due cose calpestate, manomesse… furono indicate da Maria.... “La scienza rinnegherà Dio... Sono la Vergine della Rivelazione. Sono Colei che sono nella Trinità eterna» (ecco la testimonianza della Divinità di Maria o meglio il Suo segreto!!!)

I quaderni del ’45-50 pag. 485 23 ottobre 1947
Nel culto della Vergine dell’Eucaristia, la Donna vestita di Sole, sta il segreto dell’estrema Redenzione

«Dice Gesù: “Anticipate l’ora del trionfo della Donna, capostipite dei segnati del segno dei servi di Dio, degli eletti la cui dimora è il Cielo. Anticipate l’ora del trionfo di Maria, su satana, sul mondo, la materia, la morte, vinta da Noi due volte, vinta in Lei creatura anche nel non conoscere la morte spirituale del peccato oltreché nella carne Sua, che non si corruppe e che qui vive.
Anticipate l’ora del trionfo di Maria.
Si uniscano gli Angeli, capitanati da Michele, gli uomini, donne, fanciulli, della Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana, perché sia abbattuto per un tempo il dragone dalle sette teste, dieci corna e sette diademi maledetti: le sette seduzioni. E la Cristianità abbia tempo per riunirsi e fortificarsi nella carità e nella fede e stringersi in difesa per l’ultima battaglia.
Guai se venisse proclamata regina la donna vestita di porpora e scarlatto, cui fa trono la bestia immonda dai nomi di bestemmia, prima che sia proclamata Regina degli Angeli e degli uomini, con parola infallibile, la Donna vestita di sole, i cui piedi calcano la luna e il cui capo s’incorona di stelle.
Non vi può essere una seconda Redenzione compiuta da Me Cristo. Ma ancor una ve ne può essere per salvare dalle spire infernali un più gran numero di spiriti: quella di Maria gloriosa. Nel culto di Lei sta il segreto dell’estrema Redenzione”

I quaderni del ’45-50 pag. 486,  24 ottobre1947
Il potere di Maria SS.

«Vedo l’incandescente figurazione della SS. Trinità: il Triangolo con cui viene rappresentata ai nostri sensi umani.
Al centro del divino, splendidissimo segno, è Maria SS. nel Suo più fulgido aspetto glorificato. Mai L’ho vista bella e gloriosa così. Una fiamma di un candore che spicca sull’ardente Focolare del Dio Uno e Trino. Il Suo corpo, volto, mani, veste, è luce.
Luce! Luce!
Che luce dolce e potente, che bellezza luminosa è Maria, che eterna incorruttibile giovinezza è nella Beata Vergine-Madre!
E che umiltà!
Che orazione!
Ha le mani incrociate sul petto come nell’Annunciazione, il volto alto levato a guardare il vertice fulgidissimo dell’Amore Uno e Trino. Eppure è tutta umiltà. Il giglio è meno candido. Il sole e la luna meno radiosi di Lei. È compresa nel divino Triangolo sino all’altezza delle anche. Il resto del corpo, le gambe avvolte dalla veste paradisiaca, spiccano sul fulgore dell’empireo.
La Voce dell’Eterno Padre dice: “Così è Maria in Noi. Comprendano i sapienti in teologia ciò che questa visione vuol dire, quanto è rinchiuso in essa sul potere e sapere di Maria alla quale tutto l’Amore si dona e tutta la Sapienza si rivela e tutto il Potere si piega a concedere”.
Ho detto che la gloriosa Maria “è compresa nel divino Triangolo sino all’altezza delle anche”. Non perché Maria sia più grande della figurazione della SS. Unità e Trinità di Dio. Questa è ben più grande e splendida della splendidissima Maria. Ma credo che l’Altissimo mi mostri così la visione per farmi capire che Maria è grande, grandissima, la seconda dopo Dio che è il Primo, ma non è come Dio che è Immenso, Infinito. Così Maria mi appare nel divino Triangolo ma come se Esso vegliasse su Lei, l’abbracciasse dei Suoi fulgori d’amore, come sua Creatura diletta fra tutti i figli dell’uomo, ma sempre creatura».

I quaderni del’45-50  pag. 494-495.
Spiegazione dell’Apparizione alla Tre Fontane

Sant’Azaria dice riferendosi alla visione del 24 ottobre:
 «L’Altissimo Signore ha voluto farti capire il senso delle parole di Maria SS. alle Tre Fontane.
Essendo Maria SS. così abbracciata – potrei dire: contenuta « nella SS. Trinità, nella quale Ella fu da prima che il tempo fosse, e della quale fu Tabernacolo contenendo nel Suo Seno il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo col contenere il Frutto benedetto del Suo Seno verginale, Gesù, nel quale era unità del Verbo col Padre e lo Spirito Santo, essendo Ella, così, l’amore dell’Uno e Trino Iddio, la Rivelazione è Suo Tesoro, e Lei ne è Regina amata e soave, dispensiera della Sapienza, datrice della Parola.
La Sposa e la Madre della Sapienza e della Parola, la verginale Sorgente che un Dio feconda e che dà i fiumi dell’Acqua viva che è Vita eterna a chi di Essa beve».






IL SEGRETO DI MARIA

nella preghiera dettata a Debora

«O Immacolato Cuore,
Madre del mio Signore,
Sorgente d’olio santo della perenne unzione,
a Te io domando da grande peccatore
il Tuo segreto mostrami
ed oggi a Te consacrami»
.


Il segreto di Maria in J.N.S.R.
Atti degli Apostoli 3° del IV vol. pag 219. - Francia il 23 giugno 2003.
(Il 23 è il giorno delle Apparizioni della Vergine a Manduria)

«Per i Suoi progetti il Padre Mio aveva scelto una famiglia della Terra.
Essa doveva accogliere una bambina Santa e Pura, di una concezione Immacolata, affinché Io potessi prendere Carne in Lei, divenire uomo, il Figlio dell’Uomo, pur conservando la Mia divinità di Figlio di Dio. Questa creatura santa, che doveva riceverMi, era nata da una donna fino allora sterile, Anna. Affinché la figlia nascesse da una Concezione Immacolata, non poteva essere concepita da un uomo. San Gioacchino fu Suo padre, come San Giuseppe fu Mio padre… Sant’Anna, maritata a San Gioacchino, ebbe un vero matrimonio: essi si amavano come marito e moglie e la loro unione fu consumata su questa Terra…
Affinché il seno di Anna potesse portare questa Santa creatura, Dio Stesso lo purificò; e il seno di Anna fu lavato dalla Colpa Originale. Così Maria fu concepita senza peccato.
E se la Sua Concezione fu Immacolata, lo fu proprio perché non poteva essere concepita da un uomo.
 Sant’Anna, rimasta sterile fino a quel momento, è stata preparata per ricevere la Tutta Pura concepita dallo Spirito Santo che è Dio.
A differenza del Mio Concepimento Divino, Io sono nato da una Vergine e Maria è nata da Anna che non era vergine.
Se Io vi rivelo oggi il Segreto di Maria, è perché i vostri cuori si aprano al grande Miracolo d’Amore che si opererà in Lei, attraverso Lei e con Lei… Lei sola, perché è la Figlia, la Sposa e la Madre di Dio, può dare alla luce questa umanità straziata con l’Aiuto dello Spirito Santo…
La vostra Santa Mamma vi condurrà sull’unico Cammino, quello della Santità, per vivere la Vera Vita in Dio, fin da quaggiù… è la vostra divinizzazione a Immagine del Suo Divin Figlio».

Atti degli Apostoli 3° del vol. IV, pag. 276:
«Nel dubbio che sorge oggi nei vostri spiriti, posso citarvi le parole del Genesi( 2, 7): “Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”. Ed Io aggiungo per ognuno di voi: “a somiglianza di Dio”.
Quel Soffio di Dio, quell’alito di Vita, non è altro che lo Spirito Santo che donò la carne e lo spirito al primo uomo.
Per Dio nulla è impossibile.
Affinché il primo contatto con gli uomini fosse gradevole al Suo Divin Figlio, il Padre Mio, la cui Bontà è infinita, avvolse di dolcezza e di purezza il seno di Anna, donna sterile fino a quel momento.
Col Suo Santo Soffio, Egli vi depose la Vita di Colei che divenne Maria, Mia Madre, la Tutta Pura, l’Immacolata Concezione, la stessa che fu chiamata la Vergine Pura che, con il Suo Fiat alla visita dell’Angelo Gabriele, ricevette il Soffio di Vita di Dio, che depose nel Suo Seno verginale il Figlio di Dio, il Quale prese carne nella Vergine Maria e si fece Uomo per morire crocifisso. Per voi».

Atti degli apostoli 3°  vol. IV pag. 287:
«La Mia Santa Madre è Divina. La prova materiale è “custodita”. Io desidero che il mondo conosca questa Santa Verità per onorare sia la Mia Santissima Madre nella sua Immacolata Concezione, sia la Mia Santa nonna Anna».









MESSAGGIO DELLA SS. VERGINE DELL’EUCARISTIA
del 23 febbraio 2005

Sia lodato Gesù Cristo!
Cari figli, oggi vi esorto a preparare con cura i vostri spiriti perché amiate la Passione di Gesù. Anche nella vostra vita incontrerete dolore, menzogna e tradimento, ma non sarete soli a portare questo gravoso flagello se decidete di dividere tutto con Dio. La consolazione sarà più grande della sofferenza e vi sentirete pieni di forza perché saranno le ali del Signore a condurvi. (La Signora si rattrista in volto e chiude gli occhi raccogliendo le mani in sé).

Malgrado si approssimino prove sempre maggiori per l’umanità inquieta e chiassosa, desidero che siate sereni pregando; trarrete da questo tempo di Quaresima ogni sostegno soprannaturale necessario.
Cari figli, pregate, pregate, pregate perché Io vi possa mostrare la volontà di Dio sino alla fine.
Satana vorrebbe riavere le vostre persone per attrarre all’Inferno altre creature! Attenti! Desidero che comprendiate questo serio pericolo! Offrite al Volto adorabile di Gesù il lino della vostra serietà nel cammino di fede che state compiendo per la Grazia ed i frutti del Corpo e del Sangue del Mio Figlio Divino.
Cari figli, cercate il Suo Cuore ed avrete la dilatazione del vostro.
Vi benedico perché accogliete il Mio invito.
Come segno della Mia presenza vi concederò dei benefici speciali, ma raccoglietevi ad adorare Gesù celato nei veli dell’Ostia Santa! Riparate i vostri ed altrui peccati al fine che tanti delitti orribili vengono fermati. Come voi vi raccomandate alla Mia intercessione di Madre così Io Mi raccomando alla vostra obbedienza di figli ai richiami dell’Altissimo.
Vi amo, figli cari.
A presto. Arrivederci.

Questi messaggi li potrete leggere su internet: www. verginedelleucaristia.net



































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