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L' indagine per "sospetto abuso di credulità popolare"


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Abuso della credulità popolare? Circonvenzione d’incapace? 
Niente di tutto questo.
Nessun tipo di reato è stato rilevato dagli inquirenti. Il caso della “veggente di Manduria” non farà registrare più strascichi. Almeno dal punto di vista giudiziario. Di sicuro la storia ci racconta  che ci sarà qualcuno che riproverà ad infangare il nome di  quelle persone che commisero l'unica colpa di "vedere, credere e testimoniare Dio". Ma leggiamo con capillare attenzione per documentarci debitamente circa gli accadimenti che furono e che ancora oggi vengono maldestramente occultati o manipolati vergognosamnte...
La notizia di reato risultata completamente infondata. Con questa motivazione cala definitivamente il sipario sull’inchiesta che la magistratura tarantina aveva avviato sui presunti casi si abuso della credulità popolare e di circonvenzione di incapace che avrebbe visto come protagonista Debora Marasco, la “veggente di Manduria”. Ad aver apposto il suggello al fascicolo istruito nell’autunno del ’99 dalla Procura è stato il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Taranto dott. Ciro Fiore che ha così accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero inquirente dott. Italo Pesiri.
...Preso atto di quanto emerso dalla meticolosa attività investigativa effettuata dai carabinieri, il gip ha ritenuto di non dover procedere oltre proprio perché non sono emersi elementi in grado di far sospettare che dietro il fenomeno mistico potessero celarsi strane situazioni. Quale sarebbe potuto essere, per esempio, un eventuale raggiro ai danni di persone credenti. Che, convinte circa l’esistenza di un contatto della stessa Marasco con la Madonna o con altre divinità, avrebbero offerto somme di denaro per sostenere un’associazione di carattere religioso creata (anche in assenza del riconoscimento da parte della Chiesa cattolica) allo scopo di onorare le apparizioni della Madre di Cristo. Gli accertamenti disposti sui conti bancari dell’indagata e gli esiti delle verifiche effettuate su materiale di carattere informatico in possesso della stessa “veggente” non hanno comunque permesso di cementare l’iniziale ipotesi accusatoria.La documentazione acquisita ed esaminata nell’ambito di quella che si è rivelata una lunga e delicata inchiesta non ha portato alla luce alcun fatto illecito. A giudizio del p.m. prima e del gip poi, la Marasco (che è stata assistita dall’avv. Carlo Petrone) non si è resa protagonista di un inganno ai danni di persone incapaci. E non solo. Secondo il magistrato, la contestazione che si basava sulla sussistenza dell’abuso della credulità popolare si è sgretolata soprattutto per un motivo. A quanto pare, nessuno dei credenti, nessuno di coloro che aveva deciso di seguire la Marasco è mai stato costretto a farlo. Nessuno ha subito pressioni affinché versasse contributi a favore dell’associazione creata dall’ex indagata. Le indagini hanno potuto stabilire che ogni cosa si è svolta senza alcun tipo di “raggiro”, coloro che hanno ritenuto di credere nel fenomeno lo hanno fatto nella più assoluta libertà. In altri termini, avrebbe anche potuto scegliere di non dar credito alla Marasco, ma così non è stato.

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Articolo Corriere della Sera 26 Febbraio 2003
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Sostenere di avere contatti con divinità o raccontare ad altri di vedere la Madonna non è reato. Cero, molto dipende da chi è disposto a dare credito a simili fenomeni, molto dipende da chi vuole aggrapparsi a situazioni e circostanze che con al vita terrena hanno nulla a che fare, molto dipende da chi ha bisogno di credere in cose al di fuori del comune, ma (fino a prova contraria) dire di essere in gradi di potersi rendere autori di qualcosa di eccezionalmente “impossibile” non è da ritenersi un delitto. Basta dare il giusto peso a ciò che si ascolta.
Sono queste le premesse che potrebbero portare all’archiviazione del caso che vede come protagonista la “veggente di Manduria” al secolo Debora Marasco, la giovane finita nel mirino della magistratura tarantina nell’autunno di due anni fa perché sospettata di aver ingannato sin troppo numerosi fedeli convincendoli riguardo le sue capacità sovrannaturali. Terminata sotto inchiesta per i reati di circonvenzione di incapace e di abuso della credulità popolare, per la Marasco i problemi di carattere giudiziario stanno per arrivare al capolinea. A farlo presagire è quanto deciso nei giorni scorsi dal pubblico ministero inquirente, il dott. Italo Pesiri. Che preso atto degli accertamenti e degli esiti dell’attività istruttoria condotta ininterrottamente per quasi un anno e mezzo ha ritenuto di chiedere al gip la chiusura del fascicolo. Sulla scorta di quanto emerso dalle indagini, il magistrato non ha ravvisato alcun elemento in grado di far ipotizzare la sussistenza dei reati inizialmente formulati.
Si pensava che per uno scopo puramente economico la donna avesse “abusato” della storia secondo cui è in grado di mettersi in contatto con al Madonna, ma questa contestazione è venuta meno dopo che determinati riscontri (anche di tipo bancario) hanno escluso una simile eventualità. Dalla documentazione acquisita ed esaminata non è saltato fuori alcun indizio in grado di cementare l’accusa sino al punto da poterla sostenere (un domani) nel corso di un dibattimento. Sulla Marasco gravava il sospetto che avesse circuito persone incapaci di rendersi conto che vedere la Madonna o far lacrimare sangue e statuette sono situazioni che si spingono ben oltre il limite del possibile. Ma stando a ciò che è scaturito dalle indagini, l’indagata non avrebbe mai messo in atto alcuna pratica persuasiva. A quanto pare, colore che hanno (o avevano) deciso di seguire da vicino le attività della “veggente” non sarebbero mai stati costretti a farlo. In pratica, chi ha scelto di “credere” alle apparizioni lo avrebbe fatto solo in base ad una sua libera iniziativa.
Eppure, sulle prime gli inquirenti nutrivano più di un dubbio sulla condotta della Marasco. A dimostrarlo ci sono stati sequestri di computer e floppy disc in uso alla donna. Provvedimenti adottati proprio per verificare se dietro la storia dei contatti con divinità vi fosse invece una sorta di maxi-raggiro ordito ai danni di chi ha come unico torto quello di credere a tutti i costi a fenomeni … incredibili.
L’inchiesta della Procura ha puntato a far luce sull’intera faccenda e lo ha fatto anche attraverso l’audizione di numerosi testimoni. Il lavoro non è stato dei più semplici, anche perché sembra che nessuno abbia denunciato la Marasco o si sia mai lamentato di qualcosa. Quello che doveva essere spazzato era un dubbio. Un dubbio che alla fine dell’attività istruttoria ha perso qualsiasi consistenza. A giudizio del p.m. che si è interessato della singolarissima vicenda, quello della “veggente di Manduria” non rappresenta un caso giudiziario. Per il p.m. , la vicenda è da archiviare. Vedremo se dello stesso avviso sarà anche il gip del Tribunale.E.R
                       Articolo Corriere della Sera 28 Febbraio 2003
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Notizia di reato risultata completamente infondata. Con questa motivazione cala definitivamente il sipario sull’inchiesta che la magistratura tarantina aveva avviato sui presunti casi si abuso della credulità popolare e di circonvenzione di incapace che avrebbe visto come protagonista Debora Marasco, la “veggente di Manduria”. Ad aver apposto il suggello al fascicolo istruito nell’autunno del ’99 dalla Procura è stato il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Taranto dott. Ciro Fiore che ha così accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero inquirente dott. Italo Pesiri.
Preso atto di quanto emerso dalla meticolosa attività investigativa effettuata dai carabinieri, il gip ha ritenuto di non dover procedere oltre proprio perché non sono emersi elementi in grado di far sospettare che dietro il fenomeno mistico potessero celarsi strane situazioni. Quale sarebbe potuto essere, per esempio, un eventuale raggiro ai danni di persone credenti. Che, convinte circa l’esistenza di un contatto della stessa Marasco con la Madonna o con altre divinità, avrebbero offerto somme di denaro per sostenere un’associazione di carattere religioso creata (anche in assenza del riconoscimento da parte della Chiesa cattolica) allo scopo di onorare le apparizioni della Madre di Cristo. Gli accertamenti disposti sui conti bancari dell’indagata e gli esiti delle verifiche effettuate su materiale di carattere informatico in possesso della stessa “veggente” non hanno comunque permesso di cementare l’iniziale ipotesi accusatoria.La documentazione acquisita ed esaminata nell’ambito di quella che si è rivelata una lunga ae delicata inchiesta non ha portato alla luce alcun fatto illecito. A giudizio del p.m. prima e del gip poi, la Marasco (che è stata assistita dall’avv. Carlo Petrone) non si è resa protagonista di un inganno ai danni di persone incapaci. E non solo. Secondo il magistrato, la contestazione che si basava sulla sussistenza dell’abuso della credulità popolare si è sgretolata soprattutto per un motivo. A quanto pare, nessuno dei credenti, nessuno di coloro che aveva deciso di seguire la Marasco è mai stato costretto a farlo. Nessuno ha subito pressioni affinché versasse contributi a favore dell’associazione creata dall’ex indagata. Le indagini hanno potuto stabilire che ogni cosa si è svolta senza alcun tipo di “raggiro”, coloro che hanno ritenuto di credere nel fenomeno lo hanno fatto nella più assoluta libertà. In altri termini, avrebbe anche potuto scegliere di non dar credito alla Marasco, ma così non è stato.
Abuso della credulità popolare? Circonvenzione d’incapace? Niente di tutto questo. Nessun tipo di reato è stato rilevato dagli inquirenti. Il caso della “veggente di Manduria” non farà registrare più strascichi. Ameno dal punto di vista giudiziario.