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Brevi appunti di mistica Parte seconda


Brevi appunti di mistica.

Durante tutto il corso di sacra Teo­logia, mentre si trattano diverse materie fondamentali e secondarie, per una com­pleta formazione sacerdotale, non si inse­gna la mistica.A Roma si tiene qualche corso partico­lare, ma sono pochi quelli che lo frequen­tano. Di conseguenza, pur con le debite ec­cezioni, molti sacerdoti sono completamente digiuni di questa materia e questo spiega perché tanti si dimostrino indifferenti o ad­dirittura ostili davanti a certi fenomeni.
- Per salvarsi basta la Rivelazione e il Magistero della Chiesa, dicono. Tutto il resto non è di fede, è pura illusione.
- Amare Dio e il prossimo! Qui c'è tut­to il Cristianesimo; non occorre altro!
- Dio ci liberi dai visionari, gente esal­tata e dalla fantasia malata!
- Non abbiamo tempo da perdere con tutti quelli che hanno visioni a ogni piè so­spinto! -
Frasi come queste se ne sentono un po' dovunque.
La Chiesa, pur affermando che la Rive­lazione è terminata con gli Apostoli, ne met­tendo come articolo di fede quello che Dio si degna manifestare a persone private, non ha tuttavia mai disprezzato i fenomeni mi­stici, anzi li ha sempre sottoposti ad esame (purtroppo non sempre dappertutto).
Anche attualmente si stanno esaminando da parte dei competenti tribunali due figu­re di mistiche, la portoghese Alexandrina e l'italiana Lucia Mangano, morta solo da po­chi anni, i cui fenomeni mistici hanno già riempito parecchi volumi e sulle cui virtù nessuno osa avanzare alcun dubbio.
Pertanto chi si schiera contro la misti­ca, è in errore; dimostra per lo meno di non conoscerla.
E’ quanto mai opportuno che i Sacerdoti abbiano una certa conoscenza di questa deli­cata materia, non fosse altro per sapere di­stinguere la vera mistica da quella falsa; parlarne con una certa competenza ed es­sere eventualmente di aiuto, non di intral­cio, a quelle anime che la Provvidenza vo­lesse affidare alle loro cure.
Se la direzione di un'anima è sempre dif­ficile e impegnativa, lo è in modo partico­lare quando essa venga chiamata da Dio a seguire vie non comuni, che richiedono par­ticolare comprensione e attenzione anche per le radici familiari da cui  provengono che possono suscitare uno sdegno preventivo e pericoloso nell'interleggibilità degli stessi fenomeni.Uno è caso di Massimino della Salette particolarmente deprezzato per gli atteggiamenti e il linguaggio.


Gratitudine.

I mistici sono sempre esistiti nella Chie­sa e ci sono ancor oggi, anzi in numero forse maggiore, per compensare l'abbando­no dei principî della fede da parte di tanti cristiani e l'indulgenza a certe forme di razio­nalismo, di modernismo e di edonismo a cui non sono aliene anche anime consacrate. Queste anime privilegiate, per seguire la particolare vocazione a cui sono chiamate, hanno bisogno di una guida sicura per dot­trina e virtù. Questa guida non può essere che il Sacerdote ben formato, prudente e vi­gilante. Occorre tener presente che i mistici sono anzitutto i grandi ausiliari dei Sa­cerdoti stessi.
Chi avesse la fortuna di conoscere una di queste anime, chieda pure quale partico­lare missione le abbia affidato Ge ed a qua­le categoria di persone siano di preferenza indirizzate le sue preghiere e sofferenze. La risposta più ordinaria sarà:
- La mia vita è consacrata ai Sacerdoti. Soffro per loro: per riparare le loro infedeltà, per ottenere loro la grazia di rial­zarsi, per incitarli a camminare nella via del­la santità, per ottenere fecondità nel loro apostolato.
Anche per questo motivo i mistici do­vrebbero essere i più apprezzati da parte del Clero, non fosse altro per un doveroso senso di gratitudine.


Elezione speciale.

Come Dio chiama alla vocazione religio­sa uno anziché un altro, così chiama allo sta­to mistico un'anima a preferenza di un'altra.
E poiché i privilegiati devono compiere ana grande missione, in privato o in pubblico, secondo il disegno di Dio, perché in essi risponda la sua opera, generalmente sono scelti tra coloro che hanno doti poco appariscenti.
A conferma sarà sufficiente ricordare co­me S. Teresa del Bambino Ge e più an­cora la privilegiata del S. Cuore, S. Marghe­rita Alacocque, erano considerate tra le ul­time suore di tutto il monastero e Sr. Jo­sepha Menendez, altra grande mistica, era addetta alla cucina del monastero.
Finché sono sulla terra, le anime privi­legiate devono vivere nel nascondimento. Gesù è molto esigente su questo punto.
Solo eccezionalmente ha permesso che qualcuna avesse in vita della pubblicità, per far sentire la sua presenza e la sua bontà in un mondo sempre più incredulo e mate­rialista. Così avvenne per la stimmatizzata di Baviera, Teresa Neumann, morta nel 1963 e di cui si è già iniziata la causa di beatifi­cazione; altrettanto per Madre Elena Aiello, morta da qualche anno, nota come la stim­matizzata di Cosenza, la cui biografia è pure nota a molti.
Generalmente i mistici vengono conosciuti dopo la morte, per qualche scritto pub­blicato dal loro direttore spirituale o per interessamento delle stesse Autorità Eccle­siastiche che iniziano il processo per la loro elevazione all'onore degli Altari. La maggior parte però resta ignorata.
Solo in cielo conosceremo tanti Santi che brio non ha voluto glorificare in terra e tra questi anche tanti mistici che sono vissuti eroicamente fedeli alla loro chiamata, nella pratica di tutte le virtù cristiane.


Difficoltà.

Una delle maggiori difficoltà, a proposito di fenomeni mistici, che lascia spesso per­plessi i Sacerdoti è questa:
- Perché i mistici sono quasi sempre donne?
Qualcuno poi non teme di soggiungere: - Se Dio ha qualche disegno da attuare, si rivolga a me che sono suo ministro. Per­ché dovrebbe preferire una « beatella » igno­rante e incapace?
A tali obiezioni vorrei rispondere che se le anime privilegiate sono di preferenza di sesso femminile, ciò è dovuto perché lo sta­to mistico è più congeniale e adatto alla don­na. Lo stato di vittima straordinaria infatti è assai difficile e richiede spirito di sacrificio e generosità non comune. Il cuore umano è ricco di immense possibilità, ma difficilmente riesce a perseverare in uno stato di soffe­renza e di dedizione assoluta. Il cuore della donna, sorgente immensa di amore e di sacri­ficio, è sicuramente più adatto ad accettare una simile vocazione.
Non mancano tuttavia anche tra gli uo­mini coloro che sono prescelti a questo sta­to. Occorre inoltre tenere presente che Dio sceglie sempre chi vuole ed è impossibile al­l'uomo scrutare i suoi disegni.
La storia insegna che Egli ha sempre pre­ferito manifestarsi agli umili e ai semplici; basta pensare alle tante apparizioni Maria­ne, da Lourdes a Fatima, di cui è ricca la vita della Chiesa.
Dio preferisce spesso far sentire la sua voce a un'anima semplice, ma attenta, de­licata, obbediente, pronta al sacrificio, an­ziché scegliere persone piene di se stesse, amanti del-benessere e delle comodità.


Una testimonianza.

D'accordo, non tutti quelli che affer­mano: « Vedo Gesù! Vedo la Madonna! Sen­to la voce del Signore! »... sono nello sta­to mistico. Le allucinazioni, i fenomeni di isterismo, le fissazioni e soprattutto l'orgo­glio femminile possono facilmente indurre in errore.
Il Sacerdote che conosce discretamente la mistica, dopo un po' di tempo che tratta con queste anime, sarà facilmente in grado di discernere la fantasia dalla realtà. Se pe­rò ignora la mistica, può prendere dei grossi abbagli, prendendo il vero per falso e vice­versa.
Mi permetto citare un episodio di cui sono stato testimone. Qualche anno fa mi giunse una lettera dall'estero. Un Sacerdote a me sconosciuto mi scriveva: « Si è presen­tata a me una suora per la direzione spiri­tuale. Pretende di avere delle visioni e di ri­cevere confidenze di Gesù».
« Per principio sono contrario a queste forme di spiritualità, per cui le ho detto di non pensarci e non parlarmene più. La suora ha continuato ad insistere, assicurandomi l'autenticità di queste manifestazioni. È ve­ramente cocciuta e non si arrende a quanto ho tentato di imporle.
« Con la presente le accludo, in busta chiusa, una lettera che mi ha pregato di farle pervenire. Ignoro cosa contenga e co­me abbia avuto il suo indirizzo. La prego, nella risposta, di farle capire che deve es­sere più docile e smetterla con le sue visio­ni. Mi mandi pure la risposta in busta chiu­sa, che sarà da me puntualmente consegnata all'interessata ».
Esaminata la missiva, ho avutola sensa­zione che la suora si trovasse realmente nel­lo stato mistico. Erano state le rivelazioni di Gesù a spingerla a rivolgersi a quel Sacer­dote per una sicura direttiva; ma vedendosi incompresa, né volendo resistere alle solle­citazioni dello Sposo Celeste, pregò così: « Signore, tu sai come vorrei ubbidire al tuo ministro e negare fede a quanto mi accade! Ma come posso chiudere gli occhi davanti alla realtà? Ti prego, o Gesù, dammi un se­gno che rassereni me e convinca il mio pa­dre spirituale! ».
Gesù le rispose: « Scrivi al Sacerdote N.N. e comunica a lui quanto sto per dirti ». E manifestò alla suora cose intime ri­guardanti la mia vita, soffermandosi su un argomento che rappresenta lo scopo preci­puo di tutta la mia esistenza. La suora con­cludeva: Se sarà vero quanto ho scritto, e non ho motivo di dubitarne, il mio diret­tore dovrà convincersi che agisco per ispi­razione superiore. -
Rispondendo a quel Sacerdote, lo invi­tai a mettere da parte le sue vedute perso­nali e idee preconcette, suggerendogli qual­che norma pratica per la direzione spirituale di quell'anima. Gli raccomandai inoltre di far chiedere a Gesù stesso qualche segno per conoscere meglio la sua volontà.
Trascorsi due mesi, quel reverendo così mi scriveva: « Mentre le confermo lo scet­ticismo dei primi tempi, le assicuro che ora ho dovuto arrendermi di fronte all'evidenza dei fatti. Ho avuto tali e tante prove che mi hanno fatto toccar con mano l'evidenza della verità, tanto da concludere: Hic est digitus Dei! ». Norme direttive. Quando al Sacerdote si presentasse una anima che manifesta fenomeni che escono dall'ordinario, se dall'insieme appaiono cose da tenere in considerazione, vorrei suggerire queste brevi norme:
I. Invitare a scrivere tutto, precisando la data di tali manifestazioni. I veri feno­meni mistici hanno un nesso logico e non si staccano mai dai principi della dottrina cristiana.
Nel primo periodo mistico L'anima può cadere in certi difetti ed errori, dovuti alla sua inesperienza o all'incompetenza di chi la dirige.
Gli scritti cronologici vengono letti e va­gliati da chi prende la cura spirituale di quest'anima. Se uno non si sentisse in grado di emettere un giudizio, chieda il parere di altro confratello più competente e preparato. Se risulta con evidenza che l'anima è in contatto con il soprannaturale e il Sacerdote richiesto di dirigerla non si sente all'altezza del compito, non ne assuma la responsabilità, ma la indirizzi a chi ritiene più capace.
Ritornando all'esame degli scritti, può accadere che si riscontrino delle contraddi­zioni o dei punti oscuri. Occorrerà tener pre­sente che talvolta, insieme all'opera di Gesù, c'è anche lo zampino di Satana, che ha tutto l'interesse per ingarbugliare la situazione.
L'anima mistica, ancora inesperta, scrive tutto ciò che vede o sente e non sempre riesce a discernere quello che viene da Dio da quello che le è suggerito dal demonio. E si sa che il maligno lavora per turbare le acque.
Quando si tratta di donne, giova tener presente quanto diceva un Vescovo, S. E. Mons. Peruzzi, che aveva diretto la Serva di Dio Suor Benigna Consolata Ferrero: « Nei fenomeni mistici si tenga conto solo di quello che viene da Dio, scartando quel­lo che proviene dal demonio o dalla testa della donna ».
II. Si sia molto cauti nel non rendere pubblici i fenomeni straordinari; sia perché non tutti sono disposti ad accettare il so­prannaturale, sia per mantenere il nascon­dimento dell'anima privilegiata.
Si tenga inoltre presente che non è facile dirigere un'anima straordinaria. Non ba­sta essere intelligenti; è necessaria una par­ticolare grazia di Dio che si ottiene con l'umiltà, la preghiera, la santità della vita.
Quando l'Autorità Ecclesiastica invitò due esimii Sacerdoti a visitare e controllare la mistica di Lucca, S. Gemma Galvani, emi­sero questo giudizio:
- La giovane è ammalata e un po' toc­cata di mente. -
Giudizio che si dimostrò quanto mai er­rato.


La storia è maestra.

I fenomeni mistici variano da anima ad anima, però hanno tutti un fondo comune, per cui studiata bene la vita di una mistica, si è in grado di giudicare con maggiore di­scernimento i fenomeni delle altre.
Oltre a qualche buon trattato di mistica, può giovare molto ai Sacerdoti la lettura di uno dei seguenti libri: « Alexandrina », « Suor Benigna Consolata Ferrero », « Suor Consolata Betrone », « Lucia Mangano », « Lettere di S, Gemma », « Teresa Neumann », « Per la storia» (Padre Pio da Pie­trelcina). « Invito all'amore », « Cum cla­more valido N, « Colloquio interiore »...


Il direttore spirituale.

Spesso è lo stesso Gesù che indica all'a­nima privilegiata il Sacerdote cui affidarsi per la direzione spirituale e ciò può avvenire al­l'inizio della vita mistica o anche in seguito. S. Margherita Alacoque, dopo le doloro­se prove d'incomprensione da parte della superiora e dei Teologi chiamati a giudicarla, fu esortata da Gesù ad affidare la sua anima a un Sacerdote di passaggio, il P. De la Co­lombière. Lo stesso avvenne per S. Gemma Galvani riguardo a P. Germano.
Certo Gesù non ha bisogno del Sacerdote per attuare i suoi disegni su un'anima, ma nella sua amabile sapienza vuole servirsi quasi sempre dei suoi ministri, sia perché conoscendo le meraviglie della Grazia divi­na se ne avvantaggino loro stessi, sia perché l'anima privilegiata ne riporti il merito del­l'obbedienza.
Compito del Direttore è:
1.. Conoscere la missione specifica dell'a­nima affidata alle sue cure.
2. Seguire con prudenza e avvedutezza le diverse tappe della vita mistica, che pos­soxo presentare sempre nuovi orizzonti.
3. Guidare l'anima a quelle mete ove Dio vuole che giunga, sapendo sacrificare le proprie vedute, qualora Gesù facesse delle richieste non sempre conformi a quelle di chi la dirige.
4. Incoraggiare e e sostenere l'anima pri­vilegiata, che trovandosi abitualmente nel­lo stato di vittima, deve passare per il cro­giolo di tante prove e grandi tribolazioni.


Tre caposaldi.

Una delle croci più pesanti per le anime mistiche è l'incomprensione. Ognuna di esse riproduce qualche tratto della vita di Gesù: il Getsemani, il Calvario e specialmente la incomprensione, di cui fu vittima durante la sua vita pubblica.
L'anima privilegiata spesso è incompre­sa da chi convive con lei. Se è Suora può es­sere incompresa dalla superiora, da alcune consorelle o addirittura da tutta la comuni­tà. Se una vive in famiglia, può essere in­compresa e osteggiata da qualcuno o da tut­ti i familiari.
È necessario che almeno il suo Diretto­re spirituale la comprenda e sostenga. L'anima mistica non è un modello per­fetto di santità; gode di speciali carismi, ma resta in lei la povera natura umana, con il bagaglio di tutti i difetti, come ri­mane anche in colui che riceve la sacra Ordinazione.
Dire perciò che un'anima non può tro­varsi nello stato mistico perchè ha questo o quel difetto, è un errore.
Anche i Santi canonizzati, sebbene spes­so i biografi lo tacciano, hanno avuto i loro lati deboli, difetti spesso anche rilevanti.
Le miserie umane sono come la corteccia che custodisce l'albero della santità e lo ripara da sguardi indiscreti. Gesù si serve di queste miserie per conservare nell'umiltà i suoi prediletti.
Il Signore offre molto a queste anime e da loro chiede molto. Esige che tendano seriamente alla perfezione e sa compatire le loro debolezze. Quando però commetto­no una colpa deliberata, pur non eccedendo la venialità, ne esige la dovuta riparazione. In questi casi si intensificano e si prolunga­no le sofferenze.
S. Gemma un giorno indugiò a scacciare un pensiero di vana compiacenza. Gesù ap­parendole le disse:
- Fra poco verranno alcuni demoni a flagellarti. - Ciò si verificò.
Un'anima, che attualmente dirigo, un giorno diede a Gesù un grande dispiacere. La esortai a umiliarsi, a chiedere perdono. Il Signore prontamente glielo concesse. Desi­derando come suo Direttore spirituale coo­perare alla doverosa riparazione, promisi di celebrare, con questa intenzione, cinque san­te Messe. Ma Gesù mi fece sapete che tre erano sufficienti.
Spesso l'azione di Dio nelle anime mi­stiche è accompagnata da quella di Satana. Il demonio ha dei particolari poteri su tut­ti, ma specialmente sulle vittime straordina­rie. Tuttavia tale forza diabolica rimane sempre contenuta entro determinati limiti dalla potenza divina.
Il demonio si dimostra furibondo con le anime mistiche perché gli strappano molte prede; perciò si adopera per indurle al ma­le, per torturarle - e scoraggiarle, nella spe­ranza di far fallire i disegni di Dio.
E mentre lavora su di esse direttamente, agisce indirettamente anche su coloro che le circondano. È pericoloso aver da fare con tali anime: se non si fa più che attenzione, c'è pericolo di cadere nelle sue reti e diven­tare anche inconsciamente suoi strumenti.
In questo modo si spiegano le contro­versie, le calunnie, le lotte che si scatenano contro le anime mistiche e contro gli stim­tizzati.
Possiamo concludere: Beati i Santi ... ma guai a coloro che li fanno santificare, pre­standosi al gioco del diavolo!

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