Don Giulio Giacometti ha conosciuto Debora e ricorderete della sua testimonianza messa per iscritto ed i1 suo pensiero inviato a lei prima di morire. Lui ha stimato molto questa giovane donna del nostro tempo che a suo parere - sia stata studiata male anzi non studiata affatto nella bellezza dei suoi carismi- e "abbia ancora da offrire pagine di incredibile freschezza nella rivelazione che le è stata fatta". Lui diceva sempre che "è impossibile la provenienza umana negli scritti e ancor più negli eventi che la accompagnano in particolare i segni dell'olio profumato e purissimo d'oliva come annuncio di tempi veramente nuovi". "Non si può uccidere così un talento spirituale come il suo" -amava ripetere ai suoi vicini che non facevano mancare le loro opposizioni personali a seguito delle pressioni curiali di molti ordinari locali.
di Don G. Giacometti Alcune mistiche si limitano a descrivere i dolori della Passione del Signore, condividendoli con una sofferenza interiore. Altre sono chiamate ad una patecipazione più intensa, con fenomeni anche visibili come i segni della flagellazione, della coronazione di spine, delle stimmate (S. Veronica Giuliani, Caterina Emmerick, Teresa Neumann, Gemma Galgani, Padre Pio, Alexandrina da Costa). 2 - Un caso unico è quello di Maria Valtorta la quale, in uno stato visionario speciale, è immersa con tutte le sue facoltà nelle scene che descrive, scrivendole ella stessa nel momento della visione. Invece le altre mistiche o riferiscono o trascrivono dopo le visioni avute.
3 - Tranne Padre Pio, le altre figure considerate sono donne: ha forse voluto il Signore evidenziare in esse la com-passione dell'Addolorata, quasi una partecipazione delle sue lacrime, come della donna che più di ogni altra ha sofferto la Passione del Figlio, la redenta corredentrice nell'unico Redentore?
4 - In alcune prevale la descrizione oggettiva (Brigida di Svezia, Maria Valtorta); in altre la descrizione "simbolica" e interiore che vede nel fatto l'aspetto intimo e misterioso della Passione (Caterina Emmerick, Cecilia Baij).
5 - Anche quelle che non descrivono visioni della Passione, hanno avuto spesso visioni del Crocifisso, oppure esperienze spirituali soprannaturali di aspetti successivi, come Adrienne von Speyr, la mistica del sabato santo.
Tutti i santi si sono incontrati con Gesù nella sua Passione e molti hanno descritto visioni mistiche straordinarie del suo dolore, anche se non descrivono i momenti nei quali Gesù si è offerto liberamente a quei supplizi atroci. Tra queste persone mistiche ricordiamo: Santa Caterina da Siena (1347-1380) che ha sempre presente il Crocifisso e il suo Sangue prezioso di cui era molto devota.
Santa Francesca Romana (1384-1440) soffre contemplando la Passione, specialmente il Venerdì santo, nella basilica di S. Croce di Gerusalemme in Roma. Nelle membra patisce i dolori di Cristo fino alle stimmate. Le piaghe prodotte dalla corona di spine sono 300. Il totale delle piaghe per la coronazione e la flagellazione è di 6666, contate dalla Maddalena dopo che Gesù è deposto dalla Croce. I santi e gli angeli sono irraggiati dalle punture delle spine della sua corona. L'attraggono molto le cinque piaghe del Crocifisso (Cfr. A. Bartolomei Romagnosi, Santa Francesca Romana, Edizione critica dei Trattati latini di Giovanni Mattiotti, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1994, pagg. 127; 224-227; 424-429; 490-494).
Santa Caterina da Genova (1447-1510) con la visione del Crocifisso sanguinante che segna la sua conversione.
Santa Caterina de' Ricci (1522-1590) che soffriva in estasi la Passione.
Santa Maria Maddalena de' Pazzi (1566-1607) che insiste sulla Passione cruenta e interiore (mentale) di Gesù simboleggiata dal Sangue di cui è molto devota, come Caterina da Siena.
6 - Fermiamoci a esporre qualche linea della Passione vista dai mistici che hanno ricevuto da Dio uno sguardo speciale per vedere Gesù flagellato e coronato di spine.
7 - La Passione è vista dai mistici concentrata e raccolta sacramentalmente nell'ultima Cena col dono dell'amore supremo: "questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi... questo è il calice del mio Sangue", come ha visto suor Faustina Kowalska. Anche le fasi successive della Passione sono una manifestazione crescente del suo dolore e si contengono l'una nell'altra, come l'agonia nel Getsemani precontiene l'intera Passione. Anche la flagellazione e la coronazione di spine non sono viste separate dalla Croce, ma sono già orientate allo strazio supremo.
8 - Nella flagellazione Gesù è stato lacerato sul retro ma anche sul davanti.
9 - Sulla coronazione di spine offrono un dato concordante con la Sindone: la corona di spine è un casco, un copricapo spinoso.
10 - Quanto alla crocifissione c'è accordo nei mistici sulla slogatura della mano e del braccio sinistro di Gesù, per fare arrivare la mano di Gesù al foro già praticato nel legno.
11 - Circa le parole della Passione sono notevoli quelle aramaiche trascritte nelle visioni di Teresa Neumann.
12 - È ben credibile che Gesù abbia voluto come testimoni del suo atroce dolore non solo i suoi carnefici e la soldataglia sguaiata, ma molto di più alcuni amici privilegiati, a cominciare dal Cuore di Maria che l'amava più di tutti.
Allo stesso modo Gesù ha visto, con il suo sguardo che attraversa i secoli, i suoi testimoni, e li ha scelti per offrire al loro sguardo e alla loro compassione sofferta, la sua flagellazione e la sua coronazione di spine. Più che i suoi carnefici sadici e incoscienti, sono loro, lungo i secoli, i veri contemporanei di quella Passione che non è soltanto un evento del passato, ma un istante che pervade il tempo e lo domina. I mistici lo rendono contemporaneo anche a noi: con i loro occhi che vedono e con i loro cuori che amano ci offrono varie istantanee di quell'istante che non passa. Gesù li attira: "attirerò tutti a me" (Gv 12,32), ed essi si lasciano attirare dalla bellezza velata di sangue del suo volto sfigurato.
13 - Ogni persona veggente descrive ciò che il Signore le dona di conoscere, senza cadere in contraddizione e senza esaurire il mistero che contempla. Sono voci distinte di un unico coro polifonico che attraversa i secoli.
14 - Non sono mai in contrasto con la Sacra Scrittura alla quale attingono e della quale mettono in risalto aspetti notevoli.
15 - Nel libro il primo spazio indica il passaggio tra l'introduzione e i testi. Gli spazi successivi indicano un nuovo brano citato, evitando così l'uso delle virgolette.
16 - L'intervallo di cento anni tra Giuliana di Norwich (1342-1416) e Teresa d'Avila (1515-1582) è colmato dalle indicazioni di Caterina da Siena (1347-1380), Francesca Romana (1384-1440), Caterina da Genova (1447-1510) le quali però non presentano descrizioni ampie della Passione, e sono qui solo accennate nel nostro studio.
17 - La diversa lunghezza dei pasi riportati dipende dalla documentazione esperienziale più o meno lunga delle singole scrittrici mistiche, che non è un segno di minore o maggiore santità, ma solo di un dono più o meno abbondante di capacità visiva e descrittiva.
18 - Descrizione oggettiva e partecipazione soggettiva, ma non arbitraria, si completano con una accentuazione prevalente dell'una o dell'altra.
Tra le più intense e prolungate, quasi "profeti maggiori", troviamo:
- Brigida di Svezia, la più commovente nella dscrizione oggettiva.
- Maria di Gesù d'Agreda, nell'ottica oggettiva mariale.
- Margherita Maria Alacoque, vittima riparatrice delle offese fatte al Sacro Cuore.
- Veronica Giuliani, compartecipe della Passione nella propria soggettività in una misura superlativa.
- Maria Cecilia Baij - la più lunga - che ci fa penetrare nella vita e nella passione interiore di Gesù.
- Maria Gaetana Agnesi, che con "Il Cielo Mistico" ci fa ascendere nei vari gradi del dolore di Gesù, più con una contemplazione affettiva soggettiva che con una descrizione oggettiva.
- Anna Caterina Emmerick, tra le più oggettive nella descrizione biografica della Passione del Signore, che si ripercuote emotivamente nella propria carne fino alle stimmate.
- Luisa Piccarreta, che ci fa seguire le ore della Passione con una serie di contemplazioni orientate alla sequela morale.
- Gemma Galgani, dove l'esperienza mistica soggettiva che partecipa alla Passione in modo cruento, prevale sulla visione oggettiva dei dolori del Signore.
- Padre Pio, pur nella sua laconicità descrittiva, si unisce in un modo visibilmente impressionante alle diverse fasi della Passione del Signore.
- Maria Valtorta dove, viceversa, la visione oggettiva biografica della Passione assorbe quasi del tutto la descrizione della sua partecipazione dolorosa, pure presente.
- Teresa Neumann, con la sua sintesi tra visione oggettiva - più dettagliata e precisa di quella di Caterina Emmerick - e la compassione cruenta soggettiva come in Caterina.
- Alexandrina Maria da Costa, caso unico di identificazione dolorosa oggettiva con Gesù flagellato e coronato di spine, che rivive in lei la sua Passione e che l'assume nella sua Passione.
- Faustina Kowalska, profetessa del volto e del cuore di Gesù Misericordioso, che le appare molte volte per chiamarla alla riparazione e alla diffusione del suo messaggio e della sua immagine con i due grandi fiotti di luce bicolore che promanano dal suo Cuore.
- Teresa Musco, che rivive nella sua carne stimmatizzata la coronazione di spine e la flagellazione.
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