Sono Padre Civerra. Sono in Albania da nove anni e solo ora
(ottobre 2008) leggo questa fotocopia del Corriere della sera del 16
febbraio 1995, che riguarda il caso delle fiale consegnate da me
all’Università di Pavia il 13 febbraio 1995 alla presenza del dott.
Garlaschelli, del prof. Piazzoli, di Claudio Marciano e del dr. Giorgio
Gagliardi, che facevano parte del CICAP, per avere una spiegazione
scientifica sul fatto prodigioso che si era verificato in quei
contenitori, da loro fornitemi. Anzitutto l’articolo parla della data
del 23 dicembre, come data degli eventi, ma non è così; si parla di
frode, che invece non c’è stata perché tutto, come spiegherò, è avvenuto
nella perfetta onestà alla presenza di numerose persone come testimoni e
con una documentazione che ancora conservo.
Una cosa intendo precisare: questo prodigio, o frode come è
stato definito in questo articolo, non è assolutamente legato alla
persona di Debora, perché Debora non era presente e se ne stava a
migliaia di chilometri di distanza : in Canada. Ma esaminiamo come sono
andate le cose.
Io dal 1976 ero rettore del Santuario del SS. Salvatore di
Andria, dove avevo fondato una stazione radio religiosa: Radio Christus”
e nel 1978 una televisione pure religiosa “Tele Dehon”.
Avevo seguito, come giornalista, diverse presunte o vere
Apparizioni della Madonna come a Mirto Crosia (CS), a Sofferetti (CS), a
Uliveto Citra (NA), a Belpasso (Catania) ed altre.
Il 17 febbraio 1994 portai la mia testimonianza alla RAI su
Belpasso in una intervista condotta allora dal sig. Vigorelli. Fu in
questa occasione che mi videro pure a Manduria degli amici di Debora.
Così la sera del 20 febbraio 1994, domenica, mi venne a trovare Debora,
che aveva sulla fronte una cicatrice a forma di croce con sangue
raggrumato come crosta. La ricevetti, assieme ai suoi amici,
nella Cappella del Rosario del Santuario ed ebbi una lunga conversazione sugli avvenimenti e sulle lacrime di sangue di una statua della Madonna di sua proprietà. Il 23 febbraio con la telecamera andai ad Erchie (TA), dove Debora era ospitata. Con il mio Superiore P. Piesto Vincenzo ho ripreso una “flagellazione”, in cui si sentivano i sibili dei flagelli e si notava il formarsi di righe rossastre sulla schiena di Debora. Come me anche altri padri, come p. Italo Rocchi, p. Bosio Mario hanno ripreso questi eventi. Le mie riprese sono state consegnate dal sottoscritto il 28 giugno del 1994 al Vescovo di Oria.
nella Cappella del Rosario del Santuario ed ebbi una lunga conversazione sugli avvenimenti e sulle lacrime di sangue di una statua della Madonna di sua proprietà. Il 23 febbraio con la telecamera andai ad Erchie (TA), dove Debora era ospitata. Con il mio Superiore P. Piesto Vincenzo ho ripreso una “flagellazione”, in cui si sentivano i sibili dei flagelli e si notava il formarsi di righe rossastre sulla schiena di Debora. Come me anche altri padri, come p. Italo Rocchi, p. Bosio Mario hanno ripreso questi eventi. Le mie riprese sono state consegnate dal sottoscritto il 28 giugno del 1994 al Vescovo di Oria.
Ho seguito Debora anche negli incontri, che ebbe con mons.
Milingo (allora cattolico apostolico romano) e col dott. De Blasi di
Tivoli, medico, che fu testimone di una “copiosa colata di olio” da una
statua che lui aveva in casa, nel suo studio di Tivoli. Questo prodigio
si è verificato nel febbraio del 1995 più e più volte nella casa di Via
dei Mille a Manduria dalla statua della Madonna di Debora, chiusa in un
armadio a vetri, sigillato dallo stesso suo parroco, e seguite da
diverse persone.
Intorno a Pasqua del 1995 Debora fu ospite mia al Santuario
del SS. Salvatore. Quante presenze di olio davanti ai miei occhi in
vasetti di vetro con una fogliolina o rametto d’ulivo! Vasi sigillati!
Quanti fatti straordinari di olio nella casa del sig. Zingaro Donato e
Memeo Donata, sua consorte, nel mese di luglio 1995 da una loro statua
della Madonna e da un Crocifisso di circa 15 cm su piedistallo di legno.
Fatti davvero straordinari sono avvenuti nella chiesa del Santuario di
Andria: la sera del 15 agosto 1995 ha lacrimato olio una grande statua
della Madonna; il 17 sangue e abbondantemente (vedi foto) il 21 nella
Cappellina della Madonna del Rosario. Quest’ultimo avvenimento è tra i
più vistosi che si sono verificati. Chiamai il vicario del Vescovo,
mons. Antonio Tucci, e altre persone. Portai la statua nella Curia
vescovile di Andria e qui il mio vicario mi invitò a non interessarmi
più di Debora. Ho ubbidito, però nessuno può contestare il fatto reale,
realissimo delle lacrimazioni di olio e di sangue, e su questo metto
tutta la mia sincerità e onestà. Il fatto è avvenuto davanti ai miei
occhi, l’ho fotografato e ho raccolto la testimonianza di alcune persone
presenti. Mi è difficile credere che il diavolo possa toccare le
immagini della Madonna e del Crocifisso. Umilmente in quel tempo io ero
esorcista e ho assistito con le preghiere del rituale a questi fenomeni,
prodigi, miracoli, chiamiamoli come volete!
La "prova" del CICAP
Nel frattempo avevo sentito parlare in televisione del CICAP
di Pavia, del dottor Garlaschelli, a proposito del fatto prodigioso del
sangue di S. Gennaro, che si conserva nella cattedrale di Napoli. Questo
uomo di scienza non credeva al “miracolo”, perché aveva scoperto “una
miscela” che si raggrumava e si scioglieva e quindi il miracolo di S.
Gennaro si poteva spiegare…secondo lui!? Non mancò la risposta di medici
e scienziati, che dissero “come un tale miracolo, che avveniva da
secoli e che oltretutto alcune volte “non si era verificato”, poteva
essere screditato dal CICAP!”
Fui tentato di mettere alla prova la loro scienza
sottoponendo loro i fatti miracolosi di Manduria, precisamente la
trasudazione di olio da semplici rametti d’ulivo. Mi misi in contatto
con il dott. Giorgio Gagliardi il quale approntò una bottiglietta con
foglie d’olivo sigillata con ceralacca, e chiusa in un secondo barattolo
di vetro con tappo di metallo, anch’esso sigillato. Un simile insieme è
stato mandato in Puglia, un altro identico trattenuto presso la sua
abitazione. A Manduria nella bottiglietta posta vicino alla Madonna è
comparso dell’olio, in quella tenuta nel suo studio non è avvenuto
nulla. A questo punto Gagliardi ha chiesto al CICAP un aiuto per
approntare dei contenitori, la cui manomissione potesse essere accertata
con sicurezza. Il CICAP ha quindi preparato otto fiale di vetro, di
circa 2 cm. Di diametro e dieci di lunghezza, ognuna contenente una
fogliolina di olivo ben sigillate.
Quando le ho ricevute, consapevole della loro incredulità le
ho chiuse in una plastica trasparente, fecendone un fascio e con due
alette sotto e sopra le misi in un contenitore di vetro. Quattordici
persone hanno firmato questa mia operazione e tale dichiarazione è stata
messa dentro il barattolo di vetro. Fatto questo ho chiuso il
barattolo, girandovi attorno al coperchio tre o quattro volte un nastro
di scotch trasparente. Quindi ho girato in senso longitudinale un nastro
con nodi e ceralacca. Inoltre per maggior sicurezza, in vista dei
viaggi che doveva fare questo contenitore, lo posi in un sacchetto
trasparente chiuso al collo con spago e ceralacca.
Eccoci al fatto!Dunque il vasetto di vetro con le 8 fiale
dentro, è “dentro” l’armadietto della Madonna nella casa della mamma di
Debora. La mamma e il figliolo la osservano tutti i giorni assieme ad
altre persone, che frequentano la casa per tutte le vere lacrimazioni di
olio avvenute e documentate, filmate, fotografate e asportate! L’8
dicembre 1995, festa dell’Immacolata, molte persone sono in casa di Via
dei Mille, per salutare Debora, che parte per l’America. Tutti vedono il
contenitore: non è accaduto nulla. Debora parte con don Minichiello di
Sturno per l’America. Debora non c’è e non ha visto la mia
preparazione di Andria, né ha conosciuto i testimoni, ai quali feci
vedere e osservare attentamente tutto l’involucro, tra essi anche il mio
Superiore, P. Carapellese Antonio. L’evento, il miracolo, il prodigio,
il fatto, chiamatelo come volete, avvenne tra la notte dell’8-9 dicembre
1995.
Gli eventi in dettaglio
Ecco un’altra coincidenza provvidenziale: tutti gli anni
della mia permanenza ad Andria (1975-1999) facevo coi devoti un
pellegrinaggio a S. Nicola di Bari (6 Dicembre) o qualche giorno prima o
qualche giorno dopo. Quell’anno (1995) siamo partiti col pullman il 9
dicembre. Ci siamo recati di prima mattina nella Basilica del Santo a
Bari, poi abbiamo proseguito per Pulsano (TA), dove c’è una bellissima
riproduzione della Madonna di Lourdes in una grotta costruita in una
chiesa. Dopo tutte le devozioni e preghiere ci siamo recati in un
ristorante per il pranzo. A questo punto mi hanno raggiunto due amici di
Debora, che, saputo che ero lì a pochi chilometri da Manduria, mi hanno
comunicato in segreto che le fiale si erano riempite di olio. Ho preso
una scusa e con questi amici in macchina ho raggiunto la casa di Via dei
Mille, dove trovai la mamma di Debora tutta commossa per quello che era
accaduto nell’involucro delle fiale: in una o due ben visibile l’olio.
Guardando da sotto si contavano 7 fiale, mancava l’8° nel centro. Presi
in mano l’involucro: tutti i sigilli erano intatti. Come può dirmi il
prof. Garlaschelli che è stato aperto, richiuso e sigillato? Manomesso?
Ritornai subito al gruppo di Pulsano e così ad Andria.
L’11 dicembre 1995 ritornai a Manduria a ritirare
l’involucro, lo portai ad Andria, lo feci rivedere a coloro che avevano
firmato tutta la mia preparazione. Telefonai dell’evento al dott.
Giorgio Gagliardi, il quale mi disse di aspettare la chiamata del CICAP
di Pavia. Era inverno. Ero contento e tranquillo. Misi l’involucro in un
contenitore in attesa della chiamata. L’appuntamento era per il 13
febbraio 1995. Partii due giorni prima. Fui ospite del dott. Gagliardi,
anche lui tutto contento del doppio evento. Mi spiego: il 20 settembre
1995 io ero ospite ad Asso (Como) del dott. Gagliardi al quale feci
vedere e ne parlai a lungo di altri vasetti sigillati da me ad Andria
con una fogliolina di ulivo che si riempivano davanti ai miei occhi
nella stanza degli ospiti del Santuario, dove venne alcuni giorni la
signorina Debora. Fu proprio il 20 settembre 1995 che il dott. Gagliardi
ed io preparammo due vasetti di vetro uno dentro l’altro (quello dentro
con la fogliolina d’ulivo). Non avevamo altro che spago e nastro
trasparente di scotch, con cui sigillammo il vasetto esterno e sulla
carta bianca messa sul coperchio mettemmo le nostre firme e la data.
Allora ecco perché ho detto “del doppio evento”, perché fu proprio
questo primo esperimento del dott. Gagliardi a chiedere l’intervento del
CICAP. Quando telefonai al dott. Gagliardi che il vasetto piccolo
interno era pieno d’olio dopo averlo messo a Manduria vicino alla statua
della Madonna di Debora, allora si rivolse al CICAP. Questo vasetto non
fu preso in considerazione dal dott. Garlaschelli, come è detto nella
relazione. Ma io sfiderei chiunque a fare esaminare la firma del dott.
Giorgio e la mia se da quel 20 settembre 1995 l’involucro sia stato
manomesso per mettere l’olio in quello più piccolo messo apposta alla
rovescia. Questo vasetto di vetro io l’ho dato nel dicembre del 2007 al
sig. Capuzzimato Leonardo, marito della sig.ra Debora e di tenerlo come
sfida contro il CICAP, se mai un giorno un comitato indipendente volesse
dare un responso e dire se quei semplici sigilli furono manomessi!
Il CICAP non approfondisce
Sicché eccoci nell’università di Pavia il 13 febbraio 1996.
Il seguito è nella relazione del dottor Garlaschelli. A lui non
interessava la testimonianza che “l’evento”, il “fatto” era avvenuto
dentro il contenitore di vetro da me preparato.
Ecco quanto è scritto nella relazione:
“Delle otto fiale consegnate una (la n. 3) manca. Quattro
fiale (n. 4, 1, 2 e 7) non contengono olio. La n. 4 ha la punta spezzata
con formazione di una apertura; le altre tre sono integre. Tre fiale
(n. 6, 8, 10) contengono olio ma il confronto con le loro fotografie
precedenti mostra vistose deformazioni del vetro, che è stato fuso e
risigillato.”
P. Civerra: “Alle parole del prof. Garlaschelli che le fiale
erano state fuse e risigillate io esultai. Come mai non c’è nessuna
bruciatura della plastica trasparente che teneva unite le fiale?
In una di queste fiale la foglia è del tutto carbonizzata, e
tutte recano tracce di sostanza carboniosa all’interno. La n. 4 presenta
una crepa alla punta . Il CICAP ha ritenuto evidente che i sigilli
delle fiale sono stati manomessi e che non si può quindi ipotizzare
alcuna comparsa miracolosa di liquido all’interno delle stesse. Vi è
stato al contrario un evidente e maldestro tentativo di inganno, che
dovrebbe gettare una luce di sospetto su tutto il complesso di fenomeni
più o meno soprannaturali che avverrebbero a Mandria.”
P. Civerra: “L’accusa di tentativo di inganno è grave. E
tutta la conclusione di campagna contro Debora non è degna di un
comitato, perché Debora in questo caso non c’entrava. Il fatto delle
lacrimazioni sono state viste, controllate, toccate, filmate,
fotografate. Non siamo dei creduloni!”
Opposta a quella di tutti i presenti la valutazione di P.
Civerra: “Poiché la visione di Debora parla di una grande fiamma che
avvolge le fiale, è logico che esse siano in quello stato. Però i
sigilli al mio barattolo sono intatti, quindi questa è per me una
conferma ed una vittoria: “Oculos habent et non videbunt”.
P. Civerra: Grazie a Dio, gli occhi hanno visto molto bene ed
erano non solo due ma più di trenta o quaranta (quando sono stati
controllati i sigilli prima e dopo) Sapevamo molto bene con quale
Comitato dovevamo cimentarci .
E’ stato sincero nel dire che per me è stata ancora più
grande la vittoria, perché lui ha parlato di fusione e le fusioni
avvengono con il fuoco e il fuoco avrebbe dovuto bruciare, accartocciare
la plastica trasparente che teneva legate le fiale. Rimane il mistero
anche per me della 8ª fiala che è sparita! Aspettiamo con pazienza.
Nella Rivelazione di Debora a questo proposito il Signore aveva detto:
“Il Fuoco dello Spirito brucia nelle boccette. Queste come se si
aprissero alla fiamma, venivano ricolmate di gocce limpide come
brillanti”
Il CICAP non doveva parlare di “smascheramenti” di “inganni”
di “ciarlatanerie”. Se voleva piglarsela con qualcuno se la doveva
pigliare con me. Debora non c’entrava per niente.
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