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34.15 Un Grembo portante l’Ostia
(La visita dei Magi a Gesù-Bambino)

Dice Gesù: «E, giunti davanti ad una povera casa, nella più meschina città di Giuda, essi non crollano il capo dicendo: “Impossibile”, ma curvano la schiena, le ginocchia e specie il cuore, e adorano. Là, dietro quel povero muro è Dio… Egli è là, dietro quel povero muro. Chissà se il Suo Cuore di bambino, che è pur sempre il cuore di un Dio, non sente questi tre cuori che, proni nella polvere della via, squillano:
“Santo, Santo, Santo. Benedetto il Signore Iddio nostro. Gloria a Lui nei Cieli altissimi e pace ai Suoi servi. Gloria, gloria, gloria e benedizione”?
Essi se lo chiedono con tremore di amore. E per tutta la notte e la seguente mattina preparano con la preghiera più viva lo spirito alla comunione con il Dio-Bambino. Non vanno a questo altare, che è un grembo portante l’Ostia divina, come voi vi andate con l’anima piena di sollecitudini umane. Essi dimenticano sonno e cibo e, se prendono le vesti più belle, non è per sfoggio umano ma per fare onore al Re dei re…».
637.6 La Vergine è il Ciborio
Dice Gesù: «Sta’ sicura, Mamma, che Io non Ti lascerò mai. Uscirò dal Tuo Cuore quei pochi istanti necessari alla Consacrazione del Pane e del Vino per tornarvi poi, dopo esserMi staccato da Te a fatica, con un’ansia d’amore pari alla Tua, o Mio Cielo vivo di cui Io sono il Cielo.
Non saremo mai tanto uniti come d’ora in poi. Prima c’era la Mia incapacità embrionale, poi la Mia puerizia, e poi la lotta della vita e del lavoro, e poi la missione, e poi la Croce e il Sepolcro a tenerMi lontano e impedito a dirti quanto Io Ti amo. Ma ora sarò in Te non più creatura che si forma, non più presso a Te fra gli ostacoli del mondo che interdice la fusione di Due che si amano.
Ora sarò in Te come Dio, e nulla, nulla nella Terra e nel Cielo sarà atto a separare Me da Te, Tu da Me, Madre santa. Ti dirò parole di ineffabile amore, Ti darò carezze di inesprimibile dolcezza. E Tu Mi amerai per chi non Mi ama.
Oh, Tu colmi la misura dell’amore, che il mondo non darà al Cristo, col Tuo amore perfetto, Mamma.
Perciò, più che un addio, il Mio è il saluto di chi esce per un momento, come andassi a coglier rose e gigli in questo giardino fiorito. Ma Ti porterò dal Cielo altre rose ed altri gigli più belli di questi, qui fioriti. Te ne empirò il Cuore, Mamma, per farTi dimenticare il puzzo della Terra, che non vuole essere santa, e anticiparTi l’aura del beato Paradiso, dove sei attesa da tanto amore.
E l’Amore, che non sa attendere, verrà su Te fra dieci giorni. Fatti bella della Tua più bella letizia, o Madre Vergine, ché il Tuo Sposo viene. L’inverno è passato...le vigne in fiore mandano il loro profumo, ed Egli canta: “Sorgi, o tutta bella. Vieni, o mia Sposa, sarai coronata” Del Suo Fuoco Ti coronerà, o Santa e Ti farà felice del Suo Spirito, che si infonderà in Te con tutti i Suoi splendori, o Regina della Sapienza, Sua Regina, che hai saputo comprenderLo sin dal mattino della Tua vita ed amarLo come creatura al mondo mai amò».

Gesù ai lettori di Maria Valtorta:
«Non discutete se Io potevo essere realmente in Maria. Se voi dite che Dio è in cielo e in terra e in ogni luogo, perché potete dubitare che Io potessi essere contemporaneamente in Cielo e nel Cuore di Maria, che era un vivo Cielo. Se voi credete che Io sia nel Sacramento e chiuso nei vostri cibori, perché potete dubitare che Io fossi in questo purissimo e ardentissimo Ciborio che era il Cuore di Mia Madre?
Che cos’è l’Eucaristia? È il Mio Corpo e il Mio Sangue uniti alla Mia Anima e alla Mia Divinità. Ebbene, quando Ella si incinse di Me, che aveva nel seno di diverso? Non aveva il Figlio di Dio, il Verbo del Padre col Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità? Voi non Mi avete forse perché Maria Mi ha avuto e Mi ha dato a voi dopo averMi portato per nove mesi? Ebbene, come Io ho lasciato il Cielo per dimorare nel seno di Maria, così, ora che lasciavo la terra, eleggevo il seno di Maria per Mio Ciborio. E quale ciborio, in quale cattedrale, più bello e santo di questo?
La Comunione è un miracolo di amore che Io ho fatto per voi, uomini. Ma, in cima al Mio pensiero d’amore, raggiava il pensiero di infinito amore di poter vivere con Mia Madre e di farLa vivere con Me sinché non fossimo riuniti in Cielo.
Il primo miracolo lo feci per la gioia di Maria, a Cana di Galilea. L’ultimo miracolo, anzi gli ultimi miracoli, per il conforto di Maria, a Gerusalemme. L’Eucaristia e il  velo della Veronica. Questo, per dare una stilla di miele all’amaritudine della Desolata. Quello, per non farLe sentire che non c’era più Gesù sulla Terra.
Tutto, tutto, tutto, ma capitelo una volta (per tutte), voi avete per Maria! Dovreste amarLa e benedirLa ad ogni vostro respiro».

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