Ognuno di noi, quando si ferma in silenzio, ha bisogno di sentire non solo il battito del proprio cuore, ma, più in profondità, il pulsare di una presenza affidabile, percepibile coi sensi della fede e tuttavia molto più reale: la presenza di Cristo, cuore del mondo'.
Domenica all’Angelus, di fronte a oltre 40.000 persone l’amato Papa Benedetto ha invitato i presenti e quanti erano con lui collegati attraverso al radio e la televisione a riflettere sul Cuore di Gesù; devozione tanta cara a ogni popolo specialmente nel mese di giugno a Lui dedicato. La devozione al Sacro Cuore di Gesù nasce in Francia a Paray Le Monial, dopo una serie di visoni avute da Santa Margherita Maria Alacoque, nel corso delle quale Gesù che ha chiesto il suo impegno per la istituzione di una festa dedicata al Sacro Cuore.
Queste apparizioni ebbero luogo tra gli anni 1673 e 1675.
Un secolo dopo, ne 1765, la Santa Sede autorizzò i l’episcopato polacco e l’arciconfraternita Roma del Sacro Cuore a celebrare – appunto – questa Festa. Tuttavia solo nel 1856 il Papa Pio IX stabilì il culto universale di questa Festa, estendendola a tutta la Chiesa cattolica.
Il culto e la devozione al Sacro Cuore di Gesù si sarebbe convertita nella seconda metà del secolo XX in una delle celebrazioni più feconde della religiosità e della pietà popolare.
Chi ha sufficiente dimestichezza con le biografie dei Santi, dei Beati, e dei Fondatori dell’epoca citata può ben attestare che essi nutrirono fortemente una straordinaria devozione al Cuore di Gesù. Certamente la devozione al Cuore di Gesù non è la celebrazione del culto di una parte anatomica del suo corpo; si tratta della devozione e del culto dello stesso Cristo Gesù e alla sua Persona, al suo essere il Figlio di Dio, il Redentore dell’uomo che con “cuore” infinitamente grande ha tanto amato i suoi da dare la vita per loro fino a morire in croce. Sulla croce quel cuore fu trafitto dalla lancia di un soldato e subito ne uscì sangue ed acqua, come ricordano i Santi Evangeli.
Di fatto l’iconografia di questa devozione non ha mai mostrato soltanto “il Cuore”, ma – come direbbe S. Agostino - il Cristo tutto, con il suo Cuore in mano (o altre nobili varianti). Ma l’oggetto della nostra adorazione è il Figlio Unigenito del Padre, Gesù Salvatore e Redentore; a Lui si dirige la nostra preghiera.
Canta la liturgia: “Venite adoriamo il Cuore di Cristo, ferito d’amore per noi”.
Parlare del Cuore di Gesù è parlare dell’amore di Dio per gli uomini: “Ti ho amato con amore eterno!”
Ricordava ieri papa Benedetto: “Dall’orizzonte infinito del suo amore, infatti, Dio ha voluto entrare nei limiti della storia e della condizione umana, ha preso un corpo e un cuore; così che noi possiamo contemplare e incontrare l’infinito nel finito, il Mistero invisibile e ineffabile nel Cuore umano di Gesù, il Nazareno”
E aggiungeva: “Ognuno di noi, quando si ferma in silenzio, ha bisogno di sentire non solo il battito del proprio cuore, ma, più in profondità, il pulsare di una presenza affidabile, percepibile coi sensi della fede e tuttavia molto più reale: la presenza di Cristo, cuore del mondo”. Facciamo dunque festa al Cuore di Gesù in questo mese di giugno, consacrandoci a lui per beneficiare dei tesori del suo amore.
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