Nessuno si turbi se la Madre di Dio attrraverso Manduria si stia rivelando alle ultime generazioni con un nome assai stimabile per profondità teologica ed importanza salvifico-sociale. Chiamarsi con il nome di Maria Vergine dell'Eucaristia non sarà cosa da poco per il futuro in crescente ricerca di Dio. Possiamo aggiungere che ultimamente le tematiche della pietà popolare - e Manduria lo è pienamente per via della natura dell'intervento-«considerate meno pure e talvolta disprezzate» come afferma Paolo VI....
sono state rivalutate ufficialmente nel loro giusto contesto di fede. Il documento dei vescovi di Puebla del 1979, ad esempio, ritiene la pietà popolare «autentica espressione della fede cattolica» Lo stesso documento afferma che essa è un insieme di valori che rispondono con saggezza cristiana ai grandi interrogativi dell’esistenza. La sapienza popolare cattolica possiede una capacità di sintesi vitale, così congiunge creativamente il divino e l’umano, Cristo e Maria, spirito e corpo, comunione e istituzione, persona e comunità, fede e patria, intelligenza e affetto. Essa avverte ancora la presenza trinitaria; il sentimento della provvidenza di Dio Padre; Cristo celebrato nel mistero dell’Incarnazione e nella sua crocifissione; nell’Eucaristia e nella devozione al S. Cuore;
l’amore a Maria che diventa parte dell’identità dei popoli e caratterizza la loro pietà. A questa rivalutazione teologica sta contribuendo anche una svolta nella storiografia internazionale, non più ancorata alla sola storia per vertici – o storia qualitativa o dall’alto – ma aperta anche al riconoscimento del contributo storico di un popolo intero nella globalità delle sue espressioni e manifestazioni individuali e sociali, religiose e civili, private e pubbliche in un determinato spazio – tempo. Di qui il sorgere di una storia quantitativa che può offrire un notevole contributo alla comprensione e alla valutazione della pietà popolare. Questa pietà, profondamente vissuta e manifestata, unisce intimamente Maria alla Chiesa e all’Eucaristia. La fede cattolica, insomma, vive di queste tre realtà perfettamente in sintonia tra di loro. Maria, cioè, è una presenza viva e significativa nella comunità che celebra l’Eucaristia. Questa relazione, dunque, merita di maggiore attenzione ed esplicitazione, dato che il legame stretto e naturale esistente, nella prassi cattolica contemporanea e nella pietà popolare della materna presenza di Maria nella comunità ecclesiale che celebra l’Eucaristia è innegabile. In questo caso, possiamo davvero parlare di intuito da parte dei fedeli, che colgono in modo immediato la verità dell'Apparizione di Manduria ove nei messaggi percepiscono Cristo Amore non amato come centro fontale e nei suoi collegamenti interni esistenti tra Maria – Chiesa – Eucaristia.
Fu grande e preveggente la felice intuizione, derivata da una profonda devozione eucaristica di S.Pietro Giuliano Eymard ;Egli propose di venerare la Vergine come "Nostra Signora del Santissimo Sacramento", definendola Madre Vergine premurosa che guida i fedeli all'Eucaristia, in quanto presente in ogni comunità ecclesiale che celebra e vive il Sacrificio, che ascolta la Parola di Dio, che prega, che offre al Padre il Figlio unigenito. Infatti a lei possiamo pensare come la prima adoratrice del Verbo incarnato, del Cristo suo figlio, realmente presente nel Pane consacrato, «il Pane della vita da lei donato, al posto del pane della stanchezza, che ci aveva dato Eva», come canta in un inno Efrem il Siro. E San Pier Damiani prosegue idealmente questo confronto: «Eva si è cibata e noi siamo stati condannati al digiuno eterno; Maria ci ha dato di che cibarci, e l'ingresso alla mensa celeste è stato spalancato dinanzi a noi. Nessun elogio umano può essere all'altezza di colei il cui ventre purissimo ha dato il frutto che è l'alimento della nostra anima».
Ripercorrendo le tappe dell'esistenza terrena della Vergine, accompagnati dall'evangelista Luca, è possibile individuare non solo una progressiva maturazione umana e materna della Madonna, ma anche una crescente unione con il Figlio e la sua missione di salvezza, quasi una perfetta conformità con lui: da Betlemme, la "Casa del pane", a Cana, dove, per sua intercessione, si bevve il vino, segno anticipatore dell'Eucaristia, fino alla condivisione della mensa, nella prima comunità dei discepoli.
Sguardo storico – dogmatico sulla relazione Maria – Eucaristia
Età patristica
Nei santi Padri non mancano accenni sul rapporto che intercorre tra Maria – Chiesa – Eucaristia. Partendo dalla relazione Maria – Chiesa, essi rivelano ’identità esistente tra i corpo fisico di Gesù e il suo corpo eucaristico. Citiamo il famoso epitaffio che Abercio di Ieropoli dettò all’età di 72 anni. Dopo aver intrapreso un viaggio a Roma per volere di Marco Aurelio (161-180), per liberare dal demonio la stessa figlia dell’imperatore Lucilla, durante il suo viaggio di ritorno visitò la Mesopotamia, e l’Asia Minore, trovando ovunque fedeli e fratelli in Cristo. Egli scrive «La fede ovunque mi guidava e ovunque mi forniva in cibo un pesce di sorgente, grandissimo, puro, che casta vergine ha pescato e lo distribuiva agli amici da cibarsene in perpetuo. Essa possiede un vino delizioso e lo dà misto con il pane» Questo epitaffio viene considerato la regina delle iscrizioni cristiane. Oltre che del battesimo, esso parla espressamente dell’Eucaristia, il cui simbolo è, come noto, il pesce, che è l’acrostico per Cristo Figlio di Dio Salvatore. Parlando dell’Eucaristia, Abercio parla di una “casta vegine” che ha pescato questo pesce e lo distribuisce agli amici perché se ne cibano in eterno. Gli autori sono divisi nell’identificazione della “casta vergine”: alcuni vi vedono Maria, altri la Chiesa, altri ancora sia Maria che la Vergine. Questa alternativa sottolinea maggiormente lo stretto legame che intercorre tra Eucaristia – Chiesa – Maria. Per H. Crouzel, la più sicura identificazione è quella con Maria, Madre del corpo di Cristo e Madre dell’Eucaristia. Maria, come la Chiesa, dona ai cristiani il Cristo eucaristico per il loro nutrimento spirituale. Poco più tardi Efrem Siro (306-373), con il suo linguaggio poetico evoca in modo profondo i legami esistenti tra Maria e la comunità che celebra l’Eucaristia.
Nei santi Padri non mancano accenni sul rapporto che intercorre tra Maria – Chiesa – Eucaristia. Partendo dalla relazione Maria – Chiesa, essi rivelano ’identità esistente tra i corpo fisico di Gesù e il suo corpo eucaristico. Citiamo il famoso epitaffio che Abercio di Ieropoli dettò all’età di 72 anni. Dopo aver intrapreso un viaggio a Roma per volere di Marco Aurelio (161-180), per liberare dal demonio la stessa figlia dell’imperatore Lucilla, durante il suo viaggio di ritorno visitò la Mesopotamia, e l’Asia Minore, trovando ovunque fedeli e fratelli in Cristo. Egli scrive «La fede ovunque mi guidava e ovunque mi forniva in cibo un pesce di sorgente, grandissimo, puro, che casta vergine ha pescato e lo distribuiva agli amici da cibarsene in perpetuo. Essa possiede un vino delizioso e lo dà misto con il pane» Questo epitaffio viene considerato la regina delle iscrizioni cristiane. Oltre che del battesimo, esso parla espressamente dell’Eucaristia, il cui simbolo è, come noto, il pesce, che è l’acrostico per Cristo Figlio di Dio Salvatore. Parlando dell’Eucaristia, Abercio parla di una “casta vegine” che ha pescato questo pesce e lo distribuisce agli amici perché se ne cibano in eterno. Gli autori sono divisi nell’identificazione della “casta vergine”: alcuni vi vedono Maria, altri la Chiesa, altri ancora sia Maria che la Vergine. Questa alternativa sottolinea maggiormente lo stretto legame che intercorre tra Eucaristia – Chiesa – Maria. Per H. Crouzel, la più sicura identificazione è quella con Maria, Madre del corpo di Cristo e Madre dell’Eucaristia. Maria, come la Chiesa, dona ai cristiani il Cristo eucaristico per il loro nutrimento spirituale. Poco più tardi Efrem Siro (306-373), con il suo linguaggio poetico evoca in modo profondo i legami esistenti tra Maria e la comunità che celebra l’Eucaristia.
Per Efrem, non solo la Chiesa, ma anche Maria ci dona l’Eucaristia, in opposizione al pane di fatica che ci diede Eva: «La Chiesa ci ha dato il pane vivo, al posto dell’azzimo che aveva offerto l’Egitto; Maria ci dona il pane che conforta, al posto del pane che affatica datoci da Eva.». Maria è considerata il tabernacolo dove abitò il Verbo fatto carne, simbolo dell’abitazione del Verbo presente nell’Eucaristia della Chiesa. Lo stesso corpo nato da Maria è nato per diventare Eucaristia. Con il dono del pane eucaristico del suo Figlio, Maria diventa la vera madre dei viventi. L’Eucaristia è anche un dono materno di Maria. Il patriarca Proco di Gerusalemme (+ 446) sottolinea che Maria è il tempio in cui Dio è diventato sacerdote e vittima, per cui ogni celebrazione eucaristica, che è il memoriale del sacrificio della core, ha un intrinseco ed essenziale riferimento a Maria, alla sua fecondità misteriosa che ci ha donato il vero ed unico sacerdote, il pane vivo disceso dal cielo, il vino della vita eterna. E’ proprio nel seno della Vergine, la sorgente del sacerdozio di Cristo e della Chiesa. Che Maria Vergine dell'Eucarestia ci aiuti a capire il mistero della sua apparizione a Manduria per meglio amarla e fare amare Cristo.
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