Ricordiamo che Mons. Hinilica è stato confessore di Debora sin dal 2000. Egli ha conosciuto Don Massimo Ungari al tempo in cui l'Opera del Kazachistan era in edificazione, raccomandando fedeltà e forza perchè satana avrebbe fatto di tutto per distruggerla. Da Astanà capitale del Kazachistan attraverso le sue suore della Famiglia di Maria Corredentrice si informava dell'Opera dei Focolari e nel contempo dava consolazione alla povera ragazza che riceva "mazzate" da tutte le parti. A Roma si incontravano anche dopo numerosi viaggi di ritorno da cui Debora usciva provata e in confessione si apriva con questo "padre" che imparava a conoscerla a fondo e andava maturando l'idea di prepararae una conferenza a Berlino portando e presentando Debora come portatrice di un messaggio chiave che la Madonna non ha mai interrotto sin da Fatima.
Riportiamo quanto scritto nel sito www.verginedelleucaristia.net. Dai dialoghi con Mons. Paolo Maria Hinilica (amico e
confessore della veggente) è emerso che un segreto è legato proprio
all’immagine di Maria, apparsa con l’emblema eucaristico e lo stemma di
Giovanni Paolo II. Entrambi infatti sono materia del Segno annunciato
già in vari luoghi. L’umanità riceverà un Segno meraviglioso che ricorderà il
dono del Corpo di Gesù Cristo immolato sulla Croce il Venerdì Santo, ma
offerto incruentemente e misticamente il Giovedì, che è culminato nelle
ore strazianti delle tenebre....
Appare probabile che la manifestazione abbia una qualche
coincidenza con l’uomo definito nei messaggi come il Papa del Passaggio,
il Martire bianco della Consacratio mundi, il Santo che svela la missione della stella dorata collocata nello stesso punto dello stemma sulla veste della Signora di Fatima.
Debora raccontava molte cose a questo santo sacerdote mariano venuto, come Giovanni Paolo II° dall'Est martire e fedele a Roma; quando tornava dopo averlo incontrato, chi la vedeva racconta fosse visibilmente sollevata . Infatti la ragazza non ha potuto contare su una presenza sacerdotale che portasse con lei il peso gravoso di un conoscere infinitamente più grande delle sue umane forze. Appare chiaro che quest'uomo riusciva a dialogare in una maniere "diversa" e per così dire "capace" di sollevare quest'anima tra spine non sue e non per causa sua. a Tal proposito si vule fare memento de terzo segreto di Fatima...
Ripreso da Pro Deo et
fratribus. Famiglia di Maria Corredentrice, anno 11, n.
36-37, novembre-dicembre 2000.
Lettera di Mons. Paolo Maria Hnilica S.I. al Card. J. Ratziger (13 settembre 2000) e risposta del Card. J. Ratzinger (4 ottobre 2000)
In merito alla presentazione della terza parte del Segreto di Fatima, ho ritenuto di dover esprimere al Cardinale Joseph Ratzinger, assieme alla mia più viva gratitudine, alcuni dubbi, non solamente miei, con la speranza di riceverne una opportuna chiarificazione.
Poiché il Cardinale Ratzinger molto cortesemente ha voluto dare risposta ai dubbi manifestati, ritengo fare cosa opportuna nel pubblicare qui di seguito copia della mia lettera e della lettera chiarificatrice del Cardinale Ratzinger.
+ Paolo Maria HNILICA SJ
Mons. Paolo Maria Hnilica S.I.
Vescovo Titolare di Rusado
Presidente dell'Associazione di fedeli di diritto pontificio
Pro Deo et fratribus - Famiglia di Maria Corredentrice
Ufficio: Via Monte Santo, 14 - 00195 ROMA
Tel. 06/37.51.37.83 - 06/37.51.54.82 - Fax 06/37.35.15.49
Eminenza
Reverendissima,
desidero riferirmi al Suo
bell'intervento di presentazione de "Il Messaggio di Fatima"
del 26 giugno 2000, nel contesto delle dichiarazioni
parallele del Cardinale Angelo Sodano e di S.E.R. Mons.
Tarcisio Bertone.
Devo dire che sono molte le ragioni di soddisfazione che devo esprimere e che si uniscono alla mia vecchia e grande ammirazione per Vostra Eminenza e per il grato ministero che Lei svolge al fianco del Santo Padre.
Queste Sue dichiarazioni echeggiano altre dichiarazioni di Vostra Eminenza sempre molto interessanti e acute sullo stesso argomento o su argomenti paralleli, fatte nella sua celebre intervista al giornalista Messori.
In particolare ho sentito molta emozione positiva per le espressioni precise che Lei ha usato circa il rapporto fra religiosità popolare e le sue manifestazioni e liturgia.
Penso anche con gratitudine che se si è potuti giungere ad una completa e seria presentazione del Messaggio di Fatima forse lo si debba anche ai Suoi suggerimenti e consigli al Santo Padre.
Per me poi, vecchio Vescovo di un Paese dell'Est, tutta questa vicenda e la sua presentazione così seria ha un grande significato, non solo a causa della mia personale devozione alla Madonna di Fatima, ma anche a causa delle dolorose e drammatiche vicende dei nostri Paesi dell'Est.
Mi piacerebbe di parlare di tutti e di ognuno dei punti positivi della sua bella esposizione, come pure dei punti positivi della esposizione del Cardinale Sodano e di Mons. Bertone, come ad esempio la insistenza e il valore che Mons. Bertone ha voluto dare alla parola "consacrazione" (in un incontro in aereo in un volo con Vostra Eminenza, forse Lei ricorderà, abbiamo proprio avuto occasione di parlare con soddisfazione di questo tema).
C'è tuttavia un punto nella sua esposizione sul quale io mi sono sentito inquieto e per il quale ho voluto rimanere in silenzio e pregare durante due mesi prima di dirigermi a Vostra Eminenza.
Mi riferisco specificatamente a quel passo in cui Vostra Eminenza facendo riferimento alla distinzione tradizionale della teologia spirituale circa le tre forme di percezione o visione: 1) visione con i sensi, quindi percezione esterna corporea, 2) percezione interiore, 3) visione spirituale (visio sensibilis - imaginativa - intellectualis),
afferma:
"È chiaro che nelle visioni di Lourdes, Fatima, etc... (più sotto aggiunge "in tutte le grandi visioni dei santi") non si tratta della normale percezione esterna dei sensi: le immagini e le figure che vengono vedute non si trovano esteriormente nello spazio"... "Quindi si tratta della categoria di mezzo, la percezione interiore, che certamente ha per il veggente una forza di presenza, che per lui equivale alla manifestazione esterna visibile".
Ho molto rispetto e molto riguardo per Vostra Eminenza, che è anche un celeberrimo teologo, per cui riconosco volentieri il peso teologico, o come dicevano una volta "la nota teologica", della parola di Vostra Eminenza.
Però mi pare, per quanto ci abbia io girato intorno tutta l'estate, che non ci sia prova della appartenenza di tutte le apparizioni e visioni della Madonna a quella che Lei chiama delicatamente "la categoria di mezzo" o "percezione interiore" (se non ci sono prove, è chiaro che non si può dire "è chiaro").
Per questo mi ha un po' sorpreso sia che si richiamasse qui, senza necessità, il caso di Lourdes ed inoltre che si mettesse insieme "in tutte le grandi visioni dei santi".
Poi l'altra cosa che mi ha un po' sorpreso è che, come è invece generalmente abitudine dei teologi, non si sia fatta nessuna distinzione, non dico in generale in tutte le visioni e apparizioni, ma per esempio all'interno di quelle di Fatima, fra le apparizioni della Vergine stessa e le altre che vengono ivi descritte, come quella dell'"inferno", quella della "città mezza in rovina"... (senza voler qui parlare del miracolo "del sole" per il quale forse vale una considerazione a parte a causa della moltitudine dei testimoni, e che ha prodotto l'approvazione ecclesiastica: così positivamente sottolineato da P. Eduardo Dhanis S.I. nell'articolo da Lei ricordato).
Vostra Eminenza sa meglio di me come certi teologi liberali-razionalisti non hanno mai amato il Dogma dell'Assunzione di Maria, e cercano sempre il modo di ridurlo, ma mi chiedo se dobbiamo rifiutare così rapidamente, senza prove e aprioristicamente la possibilità della presenza corporale, nelle sue apparizioni, della Vergine Maria assunta con il suo corpo.
Perché la Vergine Maria assunta con il suo corpo non potrebbe apparire con il suo corpo?
Proprio il mio confratello P. Eduardo Dhanis S.I., che Lei cita e che io ho ben conosciuto e stimato, era soprattutto e più di tutto un esperto del tema della Resurrezione di Cristo, come è ben noto: ho ancora nella mente il ricordo del celebre Simposio sulla Resurrezione di Cristo organizzato proprio dal P. Eduardo Dhanis S.I.
Circa le apparizioni del Signore risorto è fuori di ogni genere di dubbio che furono apparizioni corporee anche se, come lo spiega molto bene il P. Dhanis S.I., la fisica di quelle apparizioni - come lo mostrano apertamente i Vangeli - era in parte diversa da quella ordinaria e precedente alla Resurrezione del corpo di Gesù.
Gesù risorto infatti apparteneva contemporaneamente ai due mondi, a questo mondo e alla vita eterna e quindi gli erano proprie delle caratteristiche nuove non ordinarie: andava camminando con i due di Emmaus senza che lo riconoscessero, ... col suo corpo risorto poté entrare nel cenacolo a porte chiuse... (non godrebbe forse il corpo della Madonna Assunta di caratteristiche analoghe?).
In effetti quando il Signore risorto è apparso nel Cenacolo ai discepoli, sembrava che qualcuno di loro potesse pensare che quella apparizione facesse parte della "categoria di mezzo" ("imaginativa-percezione interiore"), tanto è vero che nostro Signore stesso ha dovuto cercare di far superare questo ostacolo.
Io non credo che noi dovremmo lasciarci intimorire troppo dai teologi liberali-razionalisti, e lasciare intendere che il vero corpo della Vergine Maria non può mai apparire, né essere visto da nessuno con "percezione esterna corporea".
Onestamente, girandoci intorno finché si vuole, mi pare che non ci sia la prova che non lo si possa vedere - e non lo si sia visto - con visione esterna corporea, analogicamente, ad esempio, a come era visto con visione esterna corporea il corpo di Cristo risorto.
Per cui questo punto, della apparizione corporea della Vergine Maria a Fatima e altrove, mi sembra che dovrebbe restare aperto all'intuito di fede dei semplici fedeli ed inoltre alla discussione e alla ricerca libera dei teologi e dei mistici, (con il massimo e completo rispetto per le opinioni differenti).
Questa, Eminenza, è una questione che mi ha arrovellato durante l'estate e che ho ritenuto di doverLe esporre umilmente, anche per un debito di affetto e di onore che sento verso la Madonna Assunta.
Del resto a mia volta sono stato inquietato da varie persone e sacerdoti su questo punto e nello stesso senso. Ho ritenuto perciò di manifestarLe tutto questo.
Ci sarebbero in effetti altri due punti che mi hanno creato un dubbio, ma essendo di portata differente non vorrei esporli in questa lettera. Semplicemente li enumero:
1) il tema del Cuore Immacolato di Maria mi sembra espresso in forma più astratta e intellettuale di quanto Vostra Eminenza stessa abbia fatto in altre occasioni, e forse proprio nella tradizione mistica anglosassone e tedesca si potrebbero rintracciare degli spunti calorosi;
2) la impressione che, chiudendosi il secolo 1900-2000, si voglia chiudere lì dentro e perciò concludere, l'effetto e il valore della "profezia di Fatima", come Vostra Eminenza la chiama. Il Cardinale Sodano stesso nel sottolineare questo punto, ha dovuto però ammettere - nel suo intervento a Fatima il 13 maggio scorso - che qua e là nel mondo ci sono ancora dei prolungamenti di quelle dolorose esperienze per le quali valeva la profezia di Fatima.
Del resto come poter dire, come giustamente Vostra Eminenza richiama alla fine del suo intervento, che "il mio Cuore Immacolato trionferà", senza ammettere che questa profezia è bene aperta, in sviluppo ed in compimento futuro?
Concludendo, sento in me il desiderio una volta di più di ringraziarLa di tutto cuore per il suo bellissimo ministero al servizio della Chiesa e del Santo Padre.
Nel salutarLa cordialmente, Le confermo la mia stima e Le resto unito nella preghiera.
Joseph Cardinal Ratzinger
Mons. Paolo Maria Hnilica, SJ
Vescovo tit. di Rusado
Via Monte Santo, 14
00195 Roma
Eccellenza Reverendissima,
ho letto con molto interesse la Sua lettera del 13 c.m. Le Sue riflessioni a lungo meditate, mi offrono l'occasione per esplicitare meglio il mio pensiero riguardo al fenomeno delle apparizioni, e per questo La ringrazio. Innanzitutto mi fa piacere sapere che Ella ha apprezzato il mio tentativo di interpretazione del "segreto" di Fatima. Ciò mi conforta, ben conoscendo la Sua profonda sensibilità mariana e la Sua devozione per la Madonna di Fatima.
Circa la Sua domanda vorrei chiarire che non escludo una apparizione della Vergine assunta col suo corpo glorioso. Come Ella fa presente, si dovrebbe distinguere all'interno delle diverse apparizioni, le diverse forme di presenza. Quella che io ho chiamato la "categoria di mezzo" la "percezione interiore" non ha niente a che fare con il soggettivismo. La presenza è oggettiva e reale, solo il suo collocamento non è nel mondo materiale.
Riguardo poi al mistero del Cuore Immacolato di Maria, non era mia intenzione ridimensionarne la portata, ma semplicemente non mi sembrava un argomento adatto per l'approfondimento del contenuto specifico della terza parte del "segreto" di Fatima.
Inoltre, nel mio "commento" non intendevo attribuire esclusivamente al passato i contenuti del segreto, in maniera semplicistica. Le grandi visioni hanno sempre una duplice dimensione: un significato immediato e vicino, ed un valore permanente. L'esempio classico è il discorso escatologico del Signore; preannuncia come imminente la catastrofe di Gerusalemme, ma fa trasparire in questo avvenimento del presente, la fine del mondo, e diventa così ammonizione alla vigilanza per tutte le generazioni. In modo analogo scorgiamo nel "segreto di Fatima" il martirologio del secolo scorso, nel quale si riflette però la persecuzione fino alla fine del mondo.
Spero, Eccellenza, di aver risposto sufficientemente alle Sue domande e mi è gradita l'occasione per salutarLa con viva cordialità, in comunione di preghiera
Lettera di Mons. Paolo Maria Hnilica S.I. al Card. J. Ratziger (13 settembre 2000) e risposta del Card. J. Ratzinger (4 ottobre 2000)
In merito alla presentazione della terza parte del Segreto di Fatima, ho ritenuto di dover esprimere al Cardinale Joseph Ratzinger, assieme alla mia più viva gratitudine, alcuni dubbi, non solamente miei, con la speranza di riceverne una opportuna chiarificazione.
Poiché il Cardinale Ratzinger molto cortesemente ha voluto dare risposta ai dubbi manifestati, ritengo fare cosa opportuna nel pubblicare qui di seguito copia della mia lettera e della lettera chiarificatrice del Cardinale Ratzinger.
+ Paolo Maria HNILICA SJ
Mons. Paolo Maria Hnilica S.I.
Vescovo Titolare di Rusado
Presidente dell'Associazione di fedeli di diritto pontificio
Pro Deo et fratribus - Famiglia di Maria Corredentrice
Ufficio: Via Monte Santo, 14 - 00195 ROMA
Tel. 06/37.51.37.83 - 06/37.51.54.82 - Fax 06/37.35.15.49
Roma, 13
settembre 2000
Devo dire che sono molte le ragioni di soddisfazione che devo esprimere e che si uniscono alla mia vecchia e grande ammirazione per Vostra Eminenza e per il grato ministero che Lei svolge al fianco del Santo Padre.
Queste Sue dichiarazioni echeggiano altre dichiarazioni di Vostra Eminenza sempre molto interessanti e acute sullo stesso argomento o su argomenti paralleli, fatte nella sua celebre intervista al giornalista Messori.
In particolare ho sentito molta emozione positiva per le espressioni precise che Lei ha usato circa il rapporto fra religiosità popolare e le sue manifestazioni e liturgia.
Penso anche con gratitudine che se si è potuti giungere ad una completa e seria presentazione del Messaggio di Fatima forse lo si debba anche ai Suoi suggerimenti e consigli al Santo Padre.
Per me poi, vecchio Vescovo di un Paese dell'Est, tutta questa vicenda e la sua presentazione così seria ha un grande significato, non solo a causa della mia personale devozione alla Madonna di Fatima, ma anche a causa delle dolorose e drammatiche vicende dei nostri Paesi dell'Est.
Mi piacerebbe di parlare di tutti e di ognuno dei punti positivi della sua bella esposizione, come pure dei punti positivi della esposizione del Cardinale Sodano e di Mons. Bertone, come ad esempio la insistenza e il valore che Mons. Bertone ha voluto dare alla parola "consacrazione" (in un incontro in aereo in un volo con Vostra Eminenza, forse Lei ricorderà, abbiamo proprio avuto occasione di parlare con soddisfazione di questo tema).
C'è tuttavia un punto nella sua esposizione sul quale io mi sono sentito inquieto e per il quale ho voluto rimanere in silenzio e pregare durante due mesi prima di dirigermi a Vostra Eminenza.
Mi riferisco specificatamente a quel passo in cui Vostra Eminenza facendo riferimento alla distinzione tradizionale della teologia spirituale circa le tre forme di percezione o visione: 1) visione con i sensi, quindi percezione esterna corporea, 2) percezione interiore, 3) visione spirituale (visio sensibilis - imaginativa - intellectualis),
afferma:
"È chiaro che nelle visioni di Lourdes, Fatima, etc... (più sotto aggiunge "in tutte le grandi visioni dei santi") non si tratta della normale percezione esterna dei sensi: le immagini e le figure che vengono vedute non si trovano esteriormente nello spazio"... "Quindi si tratta della categoria di mezzo, la percezione interiore, che certamente ha per il veggente una forza di presenza, che per lui equivale alla manifestazione esterna visibile".
Ho molto rispetto e molto riguardo per Vostra Eminenza, che è anche un celeberrimo teologo, per cui riconosco volentieri il peso teologico, o come dicevano una volta "la nota teologica", della parola di Vostra Eminenza.
Però mi pare, per quanto ci abbia io girato intorno tutta l'estate, che non ci sia prova della appartenenza di tutte le apparizioni e visioni della Madonna a quella che Lei chiama delicatamente "la categoria di mezzo" o "percezione interiore" (se non ci sono prove, è chiaro che non si può dire "è chiaro").
Per questo mi ha un po' sorpreso sia che si richiamasse qui, senza necessità, il caso di Lourdes ed inoltre che si mettesse insieme "in tutte le grandi visioni dei santi".
Poi l'altra cosa che mi ha un po' sorpreso è che, come è invece generalmente abitudine dei teologi, non si sia fatta nessuna distinzione, non dico in generale in tutte le visioni e apparizioni, ma per esempio all'interno di quelle di Fatima, fra le apparizioni della Vergine stessa e le altre che vengono ivi descritte, come quella dell'"inferno", quella della "città mezza in rovina"... (senza voler qui parlare del miracolo "del sole" per il quale forse vale una considerazione a parte a causa della moltitudine dei testimoni, e che ha prodotto l'approvazione ecclesiastica: così positivamente sottolineato da P. Eduardo Dhanis S.I. nell'articolo da Lei ricordato).
Vostra Eminenza sa meglio di me come certi teologi liberali-razionalisti non hanno mai amato il Dogma dell'Assunzione di Maria, e cercano sempre il modo di ridurlo, ma mi chiedo se dobbiamo rifiutare così rapidamente, senza prove e aprioristicamente la possibilità della presenza corporale, nelle sue apparizioni, della Vergine Maria assunta con il suo corpo.
Perché la Vergine Maria assunta con il suo corpo non potrebbe apparire con il suo corpo?
Proprio il mio confratello P. Eduardo Dhanis S.I., che Lei cita e che io ho ben conosciuto e stimato, era soprattutto e più di tutto un esperto del tema della Resurrezione di Cristo, come è ben noto: ho ancora nella mente il ricordo del celebre Simposio sulla Resurrezione di Cristo organizzato proprio dal P. Eduardo Dhanis S.I.
Circa le apparizioni del Signore risorto è fuori di ogni genere di dubbio che furono apparizioni corporee anche se, come lo spiega molto bene il P. Dhanis S.I., la fisica di quelle apparizioni - come lo mostrano apertamente i Vangeli - era in parte diversa da quella ordinaria e precedente alla Resurrezione del corpo di Gesù.
Gesù risorto infatti apparteneva contemporaneamente ai due mondi, a questo mondo e alla vita eterna e quindi gli erano proprie delle caratteristiche nuove non ordinarie: andava camminando con i due di Emmaus senza che lo riconoscessero, ... col suo corpo risorto poté entrare nel cenacolo a porte chiuse... (non godrebbe forse il corpo della Madonna Assunta di caratteristiche analoghe?).
In effetti quando il Signore risorto è apparso nel Cenacolo ai discepoli, sembrava che qualcuno di loro potesse pensare che quella apparizione facesse parte della "categoria di mezzo" ("imaginativa-percezione interiore"), tanto è vero che nostro Signore stesso ha dovuto cercare di far superare questo ostacolo.
Io non credo che noi dovremmo lasciarci intimorire troppo dai teologi liberali-razionalisti, e lasciare intendere che il vero corpo della Vergine Maria non può mai apparire, né essere visto da nessuno con "percezione esterna corporea".
Onestamente, girandoci intorno finché si vuole, mi pare che non ci sia la prova che non lo si possa vedere - e non lo si sia visto - con visione esterna corporea, analogicamente, ad esempio, a come era visto con visione esterna corporea il corpo di Cristo risorto.
Per cui questo punto, della apparizione corporea della Vergine Maria a Fatima e altrove, mi sembra che dovrebbe restare aperto all'intuito di fede dei semplici fedeli ed inoltre alla discussione e alla ricerca libera dei teologi e dei mistici, (con il massimo e completo rispetto per le opinioni differenti).
Questa, Eminenza, è una questione che mi ha arrovellato durante l'estate e che ho ritenuto di doverLe esporre umilmente, anche per un debito di affetto e di onore che sento verso la Madonna Assunta.
Del resto a mia volta sono stato inquietato da varie persone e sacerdoti su questo punto e nello stesso senso. Ho ritenuto perciò di manifestarLe tutto questo.
Ci sarebbero in effetti altri due punti che mi hanno creato un dubbio, ma essendo di portata differente non vorrei esporli in questa lettera. Semplicemente li enumero:
1) il tema del Cuore Immacolato di Maria mi sembra espresso in forma più astratta e intellettuale di quanto Vostra Eminenza stessa abbia fatto in altre occasioni, e forse proprio nella tradizione mistica anglosassone e tedesca si potrebbero rintracciare degli spunti calorosi;
2) la impressione che, chiudendosi il secolo 1900-2000, si voglia chiudere lì dentro e perciò concludere, l'effetto e il valore della "profezia di Fatima", come Vostra Eminenza la chiama. Il Cardinale Sodano stesso nel sottolineare questo punto, ha dovuto però ammettere - nel suo intervento a Fatima il 13 maggio scorso - che qua e là nel mondo ci sono ancora dei prolungamenti di quelle dolorose esperienze per le quali valeva la profezia di Fatima.
Del resto come poter dire, come giustamente Vostra Eminenza richiama alla fine del suo intervento, che "il mio Cuore Immacolato trionferà", senza ammettere che questa profezia è bene aperta, in sviluppo ed in compimento futuro?
Concludendo, sento in me il desiderio una volta di più di ringraziarLa di tutto cuore per il suo bellissimo ministero al servizio della Chiesa e del Santo Padre.
Nel salutarLa cordialmente, Le confermo la mia stima e Le resto unito nella preghiera.
Vostro in
Cristo,
+ Paolo Maria
HNILICA S.I.
Vescovo titolare di Rusado
Vescovo titolare di Rusado
Joseph Cardinal Ratzinger
I-00120
Città del Vaticano
4 ottobre 2000
A Sua Eccellenza Rev.ma4 ottobre 2000
Mons. Paolo Maria Hnilica, SJ
Vescovo tit. di Rusado
Via Monte Santo, 14
00195 Roma
Eccellenza Reverendissima,
ho letto con molto interesse la Sua lettera del 13 c.m. Le Sue riflessioni a lungo meditate, mi offrono l'occasione per esplicitare meglio il mio pensiero riguardo al fenomeno delle apparizioni, e per questo La ringrazio. Innanzitutto mi fa piacere sapere che Ella ha apprezzato il mio tentativo di interpretazione del "segreto" di Fatima. Ciò mi conforta, ben conoscendo la Sua profonda sensibilità mariana e la Sua devozione per la Madonna di Fatima.
Circa la Sua domanda vorrei chiarire che non escludo una apparizione della Vergine assunta col suo corpo glorioso. Come Ella fa presente, si dovrebbe distinguere all'interno delle diverse apparizioni, le diverse forme di presenza. Quella che io ho chiamato la "categoria di mezzo" la "percezione interiore" non ha niente a che fare con il soggettivismo. La presenza è oggettiva e reale, solo il suo collocamento non è nel mondo materiale.
Riguardo poi al mistero del Cuore Immacolato di Maria, non era mia intenzione ridimensionarne la portata, ma semplicemente non mi sembrava un argomento adatto per l'approfondimento del contenuto specifico della terza parte del "segreto" di Fatima.
Inoltre, nel mio "commento" non intendevo attribuire esclusivamente al passato i contenuti del segreto, in maniera semplicistica. Le grandi visioni hanno sempre una duplice dimensione: un significato immediato e vicino, ed un valore permanente. L'esempio classico è il discorso escatologico del Signore; preannuncia come imminente la catastrofe di Gerusalemme, ma fa trasparire in questo avvenimento del presente, la fine del mondo, e diventa così ammonizione alla vigilanza per tutte le generazioni. In modo analogo scorgiamo nel "segreto di Fatima" il martirologio del secolo scorso, nel quale si riflette però la persecuzione fino alla fine del mondo.
Spero, Eccellenza, di aver risposto sufficientemente alle Sue domande e mi è gradita l'occasione per salutarLa con viva cordialità, in comunione di preghiera
dev.mo nel
Signore
Joseph Cardinal Ratzinger
Joseph Cardinal Ratzinger
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