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Quelle parole di Dio a Manduria ! Riflettere...

“Immensa è la Mia tristezza perché l’uomo non ha voluto accettare l’invio della Santissima nel Cuore del Mediterraneo” (Gesù 6.1.2006)


“Io L’ho mandata per essere Sentinella ed Arco di Pace tra i popoli del Mediterraneo. Il Suo Cuore ha donato l’Olio perché in esso si riconoscessero differenti popoli (ricordiamo la conversione di alcuni musulmani nei primi anni di queste apparizioni)” (Gesù 6.1.2006)
 In fiamme il Mediterraneo e tutto il mondo islamico 1.000 morti in Libia, scontri in Bahrein
A Manama, l'esercito ha aperto il fuoco sui manifestanti, ferendo un centinaio di persone come riferiscono fonti mediche della capitale. Il governo di Tunisi ha concesso l'amnistia generale. Morti almeno cinque dimostranti nello Yemen, ma la situazione più calda è nel Paese governato da Gheddafi con decine di vittime...
I manifestanti hanno appiccato un incendio alla sede della radio locale di Bengasi. Due poliziotti sono stati impiccati da manifestanti ad al Baida. Obama condanna le violenze Scontri in Bahrein ROMA -Paesi arabi in rivolta. Dopo le cadute di Mubarak in Egitto e Ben Ali in Tunisia, si moltiplicano le manifestazioni di protesta in molti altre nazioni islamiche. Dalla Libia allo Yemen, dall'Algeria all'Iran, le piazze si riempiono di oppositori ai regimi.

Libia
Le manifestazioni anti-Gheddafi in Libia hanno causato almeno 20 morti a Bengasi e 7 a Derna. Lo dice il giornale online Oea, vicino al figlio riformista del colonnello Gheddafi che parla anche di 2 agenti impiccati ad al Baida. Le due città sarebbero passate nelle mani dei manifestanti e l'esercito ha ricevuto l'ordine di lasciare la località. In fuga da al Baida i familiari di Gheddafi diretti a Sebha, dove pare siano morte 14 persone nei giorni scorsi. Incendiata a Bengasi la sede della radio locale.

La situazione nel Paese è confermata dall’ormai noto esule libico in Svizzera, Hassan al Jahmi, che si basa su informazioni raccolte nella sua patria: vi sono due "città libere", "il potere è passato al popolo" ad al Baida e Derna, ha detto il blogger, promotore dell'"appello alla Giornata della collera" su Facebook che conta quasi 30 mila simpatizzanti.

A proposito di Facebook: le autorità libiche lo hanno oscurato insieme a Twitter, per tutti gli utenti di Tripoli. Lo riferisce la tv araba 'al-Jazeera'. In questo modo cerca di impedire agli abitanti della capitale, che ancora non sono insorti contro il regime, di informarsi su quanto sta accadendo nel resto del Paese.

Yemen

Almeno nove persone sono morte durante le manifestazioni anti-governative nel Paese. Migliaia di persone sono scese in piazza in diverse città dello Yemen, in particolare nel sud, chiedendo riforme e le dimissioni del presidente Ali Abdulah Saleh. Due persone sono morte e una trentina sono rimaste ferite per l'esplosione di un ordigno rudimentale lanciato da un'automobile di passaggio contro un gruppo di manifestanti nella città di Taiz. A Aden altri quattro manifestanti sono stati uccisi dalla polizia che ha sparato per disperdere la folla. Da domenica nella città del Golfo sono morte dieci persone. Tre persone sono morte dopo l'intervento della polizia per reprimere le manifestazioni nei distretti di Al-Saada, Khor Maksar e Sheikh Othman. Nella capitale Sana’a diversi dimostranti sono rimasti feriti negli scontri con la polizia.

Bahrein

Il principe ereditario del Bahrein, Salman ben Hamad al-Khalifa, promette che ci sarà un dialogo con l'opposizione una volta che si sarà ristabilita la calma nel regno, dove in questi giorni manifestazioni della maggioranza sciita sono state represse nel sangue. Il principe definisce 'inaccettabile' anche il fatto che il regno sta conoscendo una condizione di divisione.

L'esercito oggi ha sparato contro i manifestanti, soprattutto sciiti, che da giorni chiedono la fine della dinastia sunnita degli al-Khalifa e che cercavano di raggiungere la centrale piazza della Perla a Manama. Diversi i feriti. La giornata si è aperta in un villaggio con la rabbia di migliaia di manifestanti ai funerali dei tre manifestanti uccisi nel blitz di ieri notte della polizia nella piazza della Perla occupata.

Giordania

Ad Amman sette feriti in una manifestazione di protesta attaccata da sostenitori del nuovo governo di re Abdallah II. Si tratta dei primi scontri di questo genere in Giordania, dove però da settimane a migliaia manifestano per chiedere riforme costituzionali.

Algeria

Per domani l'opposizione ha convocato un sabato di protesta - il secondo - contro il regime di Abdelaziz Bouteflika, ma il governo promette una risposta dura.

Gibuti

Scontri sono scoppiati stasera nel Paese fra alcune migliaia di manifestanti che chiedono la fine del regime del presidente Ismael Omar Guelleh e la polizia che ha usato lacrimogeni. Lo constatano fonti giornalistiche sul posto. Testimoni hanno riferito che inizialmente i manifestanti, riuniti in uno stadio nei pressi del ministero degli Interni, portavano striscioni con la scritta 'Fuori Ismael Omar Guelleh'.

Tunisia

Il governo tunisino ha adottato oggi l'amnistia generale per i prigionieri politici ed ha annunciato un decreto legge a riguardo per i prossimi giorni. Lo ha riferito il portavoce del governo Taieb Baccouch a conclusione del consiglio dei ministri oggi. Lo scorso mercoledì il ministro della Giustizia aveva reso noto che la libertà condizionale era stata già accordata a 3000 detenuti, senza tuttavia precisare se si trattasse di condannati a reati comuni o di prigionieri politici.

Egitto

Due milioni di persone - secondo l'agenzia Mena - scendono in piazza Tahrir al Cairo per la "Giornata della vittoria" della rivoluzione, in occasione del venerdì di preghiera. Migliaia di manifestanti anche ad Alessandria. Circa 10mila invece manifestano in onore dell'ex presidente Hosni Mubarak nel quartiere di Mohandessin nella capitale.

Intanto l’Egitto al centro di un delicato caso internazionale. Fra tre giorni due navi da guerra iraniane saranno nel Mediterraneo, in rotta verso la costa siriana. È la prima volta che due unità militari di quel Paese chiedono e ottengono di attraversare il canale di Suez, dal 1979, anno della rivoluzione iraniana, e il ministro degli Esteri di Israele, il 'falco' Avigdor Lieberman, ha definito la mossa iraniana "una provocazione", allertando l'interesse di tutti gli alleati occidentali sull'episodio.

Le reazioni di Ue e Usa

Mentre l'Italia si appresta a presentare la proposta di un 'piano Marshall' per aiutare i paesi del Nordafrica, altri sei Stati membri dell’Ue - in un documento comune - chiedono di rivedere la politica di vicinato dei 27, rafforzando i mezzi a disposizione per aiutare i Paesi del Nordafrica e del Medio Oriente. Il documento - firmato da Francia, Spagna, Grecia, Cipro, Malta e Slovenia - è stato redatto in vista della cena dei ministri degli Esteri della Ue che domenica sera a Bruxelles faranno il punto sulla situazione in Egitto, in Tunisia e in tutti i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, non ultima la Libia.

Nel frattempo, il presidente Usa Obama ha condannato oggi gli atti di violenza contro i manifestanti in Bahrein, nello Yemen e in Libia ed ha lanciato un appello al rispetto della libertà di espressione. Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney, parlando ai media a bordo dell'Air Force One, ha detto che il presidente Obama è 'profondamente preoccupato' dalle notizie di atti di violenza contro i manifestanti. Obama ha esortato tali governi ad astenersi da atti di violenza.




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