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EUCARISTIA E L’ INCARNAZIONE

L’Eucaristia, mentre rimanda alla passione e resurrezione, risulta essere anche continuità dell’Incarnazione. Nell’Eucaristia, abbiamo lo stesso corpo nato da Maria Vergine. Ciò che abbiamo nell’Eucaristia è ciò che Nostro Signore ricevette da Maria, la Carne e il Sangue, vale a dire la nostra stessa umanità. Questo è l’aspetto che si percepisce subito di questa “relazione profonda” fra la Vergine e il mistero eucaristico, tradizionalmente contemplato a partire dall’antichità. Di fatto, nell’Annunciazione, Maria concepì il Figlio di Dio nella realtà fisica del corpo e del sangue, anticipando così ciò che in un certo modo si realizza sacramentalmente in ogni credente che riceve, nel segno del pane e del vino, il corpo e il sangue del Signore.
Pertanto, non sorprende che sant’ Agostino abbia creato l’espressione “la carne di Cristo è la carne di Maria”. Questo è ciò che san Tommaso d’Aquino scrive negli inni del Corpus Domini , “questo corpo nato da un ventre generoso”.
Maria anticipò, nel mistero dell’Incarnazione, la fede eucaristica della Chiesa. Quando , nella Visitazione, porta nel suo seno il Verbo fatto carne –essendo questa la prima processione del Corpus Christi della storia- Ella si fa in qualche modo “tabernacolo” – “il primo tabernacolo” anche nella storia – dove il Figlio di Dio, ancora invisibile agli occhi degli uomini, permise di essere adorato da Elisabetta, quasi irradiando la sua Luce attraverso gli occhi e la voce di Maria.
Il Beato Giovanni Paolo II, meditando la nascita del Signore dice nell’Ecclesia de Eucharistia (n. 55): “E lo sguardo rapito di Maria nel contemplare il volto di Cristo appena nato e nello stringerlo tra le sue braccia, non è forse l’inarrivabile modello di amore a cui deve ispirarsi ogni nostra comunione eucaristica?”
LA FEDE EUCARISTICA
Potremmo dire ciò che per noi è soprannaturale era connaturale alla Vergine. Era l’Immacolata Concezione, senza peccato originale e nemmeno peccati veniali. Era la pienezza della grazia. Pertanto Ella possiede una “pienezza di fede” che viene dalla pienezza della grazia. Di conseguenza, nessun’altra creatura ha potuto avere un riconoscimento così grande ed una comprensione del mistero eucaristico come Lei. Inoltre aveva ragioni eccezionali che rafforzavano la sua fede, come quella di aver sperimentato in se stessa la concezione verginale del figlio di Dio. Tuttavia “se Dio esaltò sua Madre è ugualmente certo che durante la sua vita terrena non la libererà dall’esperienza del dolore o dalla fatica o dalle prove di fede”. Dobbiamo ammettere che la fede della Vergine fu severamente provata nel vedere la terribile morte di suo Figlio, Lei soffrì la più grande e severa prova “nella storia dell’umanità” e da questa prova ne uscì completamente vittoriosa. In un certo modo, Maria ha praticato la sua fede eucaristica prima dell’istituzione dell’Eucaristia, per il fatto stesso di aver offerto il suo seno verginale per l’incarnazione del Verbo di Dio.
“Beata colei che ha creduto” (Lc 1:45). C’è un’analogia profonda fra il fiat pronunciato da Maria in risposta all’angelo e l’ amen che ogni fedele pronuncia quando riceve il corpo del Signore. A Maria si chiese di credere che Colui che lei concepì “per opera dello Spirito Santo” era “il Figlio di Dio” (Lc 1:30-35). Conformemente alla fede della Vergine, nel mistero eucaristico ci viene chiesto di credere che lo stesso Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio di Maria, si fa presente nella sua piena umanità e divinità sotto le specie del pane e del vino.

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