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Relazione tra Maria e l'Eucaristia

La Santissima Vergine Maria è stata – come Giovanni Paolo II lo disse in Ecclesia de Eucharistia – in tutta la sua vita la “donna eucaristica”. La Chiesa, prendendo Maria come modello, è chiamata anche a imitarla nella sua relazione con questo santissimo Mistero. Imitare, soprattutto, la sua fede e il suo amore, nell’annunciazione e nella Visita a Elisabetta, e in ciò che Maria è realmente: il tabernacolo vivente di Cristo (cf. Ecclesia de Eucharistia, n. 55), nel Calvario (cf. Ecclesia de Eucharistia n. 56-57) e oltre, nel ricevere la Santa Comunione dalle mani degli Apostoli (cf. Ecclesia de Eucharistia n. 56). Una fede e un amore che, come nel Magnificat, trabocca di lode e azione di grazie (cf. Ecclesia de Eucharistia n. 58). E’ una gran ricchezza di tonalità in questa chiamata ad imitare Maria, “donna eucaristica”, che la teologia ha visto particolarmente nel contesto di vita spirituale. La vera relazione tra Maria e l’Eucaristia non è solo storia, né semplicemente una relazione esemplare fra Maria e i Cristiani davanti all’Eucaristia. No, è anche e soprattutto in un certo modo una presenza reale della Madre, quando il sacrificio del Figlio si fa sacramentalmente presente. Giovanni Paolo II lo spiegò con chiare parole : “Nel “memoriale” del Calvario è presente tutto ciò che Cristo ha fatto con sua Madre a beneficio nostro”. (Ecclesia de Eucharistia n. 57). Ecco tua Madre!
Naturalmente la presenza di Nostra Signora è differente alla presenza sostanziale di Cristo nell’Eucaristia. Maria è presente con la Chiesa e come Madre della Chiesa in ogni nostra celebrazione eucaristica. In questo sacrificio, Maria, la prima redenta, la Madre della Chiesa, prese parte attiva. Lei rimase con il Crocifisso, soffrendo profondamente con suo Figlio, con cuore materno si unì al suo sacrificio, consentendo amorevolmente all’immolazione. Lei lo offrì e si offrì al Padre. Tuttavia, è importante far constatare la completezza del sacrificio di Cristo, perché al sacrificio non manca nulla, e perciò non poteva e non può essere “completato” da nessun altro sacrificio, nemmeno dalla sua Santissima Madre.
D’altronde, fermo restando che il sacrificio della Croce implica la mediazione di Cristo, cioè l’unico mediatore fra Dio e l’uomo (cf 1 Tom 2,5), senza dubbio possiamo considerare che anche Maria ha la sua propria mediazione per essere unita al sacrificio di suo Figlio. Nello stesso tempo, c’è da dire che questa mediazione mariana è essenzialmente una mediazione partecipata. In ultimo, citando il beato Giovanni Paolo II, potremmo dire anche che “contemplando la Vergine, assunta nel corpo e anima in cielo, vediamo che si aprono davanti a noi i “cieli nuovi” e “la terra nuova”, che apparirà nella seconda venuta di Cristo”.

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